(Minghui.org) Wen Jie originaria di Qiqihar, nella provincia dell’Heilongjiang, non è stata libera di lasciare la prigione in totale autonomia alla fine dei cinque anni di prigione scontati per aver praticato il Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.

Ad aprile scorso, poco prima della scadenza della pena dei cinque anni, le autorità della prigione femminile della provincia dell’Hebei hanno contattato la polizia della città natale della vittima e hanno chiesto di riportarla a Qiqihar. Il giorno programmato per il rilascio, quattro persone di Qiqihar, tra cui due agenti di polizia e due membri del personale del comitato residenziale, sono arrivati al carcere e l'hanno accompagnata di nuovo nell’Heilongjiang.

Dato che Wen non aveva più una casa a Qiqihar, ha riferito alle quattro persone che sarebbe rimasta con suo fratello, che vive nella città di Harbin, a circa 300 chilometri da Qiqihar.

Le quattro persone hanno seguito Wen ad Harbin, sono entrate senza permesso in casa di suo fratello e hanno chiamato la polizia locale per dire che un praticante del Falun Gong era appena arrivato in città. Gli agenti locali sono presto arrivati per portare Wen alla stazione di polizia, dove è stata interrogata, le sono state prese le impronte digitali e le hanno scattato delle foto.

Non potendo più rimanere a casa del fratello, Wen si è rivolta a sua madre di 85 anni, la quale però è stata così intimidita dalle autorità che non ha avuto la forza di ospitare la figlia.

Con il documento d'identità sospeso dopo la condanna a nove anni di prigione per aver praticato il Falun Gong nel 2001, Wen non riesce a trovare un lavoro a tempo pieno e fa lavori saltuari per guadagnarsi da vivere. Ora ha trovato un rifugio temporaneo in casa di un praticante del Falun Gong, ma è ancora preoccupata per il suo futuro.

La signora Wen Jie

Wen attribuisce al Falun Gong il merito di aver curato l'artrite, la nevrastenia e i disturbi cardiaci che l’affliggevano. Tuttavia è stata incarcerata due volte per non aver abbandonato la pratica.

Due volte incarcerata per un totale di 14 anni

Wen ha 55 anni ed è un’ex insegnante di scuola media di Qiqihar. È stata arrestata nel gennaio 2001 e condannata a nove anni di prigione per la sua fede nel Falun Gong. Si è trasferita nella città di Sanhe, nell’Hebei per evitare le continue molestie da parte delle autorità dopo essere stata rilasciata nel 2010. Il 22 aprile 2014 è stata nuovamente arrestata per aver inviato messaggi di gruppo sul Falun Gong.

Dopo aver trascorso dodici giorni al centro di detenzione di Sanhe, Wen è stata mandata in un centro di lavaggio del cervello locale. Due membri dello staff hanno calunniato il Falun Gong e il suo fondatore e hanno tentato di costringerla a rinunciare alla sua fede, ma lei ha rifiutato fermamente.

Durante i due mesi in cui Wen è stata trattenuta nel centro di lavaggio del cervello, le autorità hanno impedito al suo avvocato di incontrarla. Ha inoltre avuto un problema al cuore ed è stata mandata in ospedale.

Jia Zhixue, la direttrice locale della divisione di sicurezza interna, ha tentato di impedire all'avvocato della signora Wen di presentare un appello di non colpevolezza.

La praticante è apparsa cinque volte davanti alla corte della città di Sanhe e durante la sua seconda udienza ha avuto un altro disturbo cardiaco. I funzionari del tribunale non le hanno fornito alcun trattamento medico e hanno semplicemente aggiornato l'udienza.

Il 5 novembre 2015 il giudice ha condannato la praticante a cinque anni di prigione, la quale ha presentato appello presso la Corte Intermedia di Langfang, che il 13 maggio 2016 ha confermato la sentenza originale.

Mentre scontava la pena nella prigione femminile nell’Hebei, Wen è stata costretta ogni giorno a guardare video di propaganda che attaccavano il Falun Gong, a volte per più di 10 ore al giorno, causandole un tremendo stress mentale.

Le guardie le hanno impedito di comprare cibo o beni quotidiani. L'hanno anche costretta a sottoporsi a due esami fisici e a farsi prelevare il sangue, presentandole poi il conto delle spese sanitarie di 600 yuan (77 euro) da pagare.

Il padre di Wen è deceduto durante la sua seconda prigionia.

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