(Minghui.org) Nel suo recente libro “The end of Democracy?” (La fine della democrazia?), pubblicato l’8 ottobre, lo stratega politico Douglas E. Schoen si concentra sulla minaccia del Partito Comunista Cinese ai valori occidentali.
Scrive: “È ora chiaro che il Covid-19 avrà un posto nella storia del mondo, un evento sismico del ventunesimo secolo i cui effetti saranno pienamente compresi solo tra molti anni, o perfino decenni. Quello che appare chiaro è anche che il rapporto Stati Uniti-Cina cambierà, anzi, deve cambiare. La domanda da porsi è: Come? E in che modo?”
In quanto collaboratore regolare del Wall Street Journal, del Washington Post e di Fox News, da più di 40 anni, Schoen è anche un rinomato consulente della campagna democratica. I suoi clienti includono ex presidenti degli Stati Uniti, ex sindaci di New York e capi di Stato di oltre 15 Paesi.
“Il Partito Comunista Cinese rappresenta una minaccia al potere e alla stabilità americana e deve essere trattato come tale”, ha osservato Schoen in una recente intervista a Newsmax.
Ha anche elogiato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per aver lanciato una guerra commerciale contro la Cina. “Ha iniziato la battaglia e per questo merita le mie lodi”, ha spiegato. “Trump ha dato risalto a una verità fondamentale: contrariamente alla credenza popolare, la Cina non è nostra amica”.
Schoen ha precisato che si tratta di un progresso rispetto alle politiche delle passate amministrazioni. “L’unico linguaggio che i comunisti cinesi comprendono veramente e rispettano, è quello del potere e della forza”, ha aggiunto.
La comunità internazionale ci ha impiegato tanto tempo per comprenderlo. “Tutti hanno avuto paura di sfidare la Cina, quindi nessuno si permette a farlo. Abbiamo bisogno di una politica sistematica di confronto verso di loro”, ha sottolineato.
Più specificamente, Schoen ha sottolineato che gli Stati Uniti dovrebbero sostenere i gruppi dissidenti cinesi come il Falun Gong e i giovani insoddisfatti che disprezzano il regime comunista oppressivo.
Ha indicato che l’amministrazione Trump ha intrapreso una serie di azioni. Ad esempio, sono stati tagliati i legami di investimento tra i fondi pensione federali statunitensi e le azioni cinesi, che riguardavano circa 4 miliardi di dollari di attività. “Nel frattempo i legislatori statunitensi insieme con le controparti canadesi e gli avvocati indiani, stanno perseguendo varie azioni legali, comprese le richieste di risarcimento contro la Cina per aver causato la pandemia di coronavirus, portando alla morte di centinaia di migliaia di persone con centinaia di miliardi, se non trilioni, di danni economici”, ha scritto Schoen nel suo libro.
Oltre alle principali minacce commerciali poste dalla Cina, come quelle relative a Huawei e al furto di proprietà intellettuale, Schoen nel suo libro ha anche discusso dei diritti umani.
“A giugno, il presidente Trump ha firmato una legge che impone sanzioni ai funzionari cinesi responsabili dei campi di lavoro forzato che Pechino ha istituito per i musulmani uiguri”, ha scritto, citando una nuova legge di Trump che “ritiene responsabili gli autori di violazioni e abusi dei diritti umani, come l’uso sistematico dei campi di indottrinamento, lavoro forzato e sorveglianza intrusiva per sradicare l’identità etnica e le fedi religiose degli uiguri e di altre minoranze in Cina”.
A luglio, la Camera dei rappresentanti ha anche approvato un disegno di legge che impone sanzioni alle banche che intrattengono rapporti d’affari con funzionari cinesi coinvolti nella repressione in corso da parte di Pechino contro il movimento per la democrazia di Hong Kong. Questo vale in particolare per quei funzionari che hanno contribuito ad attuare la nuova legge sulla sicurezza nazionale che è progettata per sopprimere i dissidenti.
Schoen ha aggiunto: “Ad agosto, il presidente Trump ha imposto le prime sanzioni statunitensi contro funzionari di Cina e Hong Kong per la repressione delle proteste a favore della democrazia e del dissenso nel territorio, cercando di punire la Cina per la sua repressione verso Hong Kong”.
Il libro discute su come il coronavirus abbia cambiato il mondo in molti modi. “Il danno che ha fatto non dovrebbe venir minimizzato o negato”, afferma Schoen. “Ma potrebbe ancora rivelarsi una triste benedizione se fungerà, finalmente, come campanello d’allarme per gli Stati Uniti, un mortale ma prezioso promemoria di verità specifico da non dimenticare mai”.
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