(Minghui.org) Sono un praticante tra le decine di milioni di praticanti che sono stati presi di mira per la propria fede nel Falun Gong, conosciuta anche come Falun Dafa, una pratica per il miglioramento personale basata sui principi di Verità, Compassione e Tolleranza. Molti di noi hanno subito arresti, incarcerazioni, torture e altre forme di violazione dei diritti umani, comprese restrizioni alla libertà personale, discriminazione sociale e persecuzione finanziaria.

Una nuova forma di persecuzione finanziaria, messa in atto contro i praticanti del Falun Gong, consiste nel chiedere la restituzione della pensione percepita durante il periodo in cui sono stati detenuti per la loro fede. Anch’io sono stato condannato a rimborsare tali indennità pensionistiche dopo essere stato rilasciato dalla prigione ma mi sono rifiutato di collaborare, così l’ente di previdenza sociale (SSA) ha trattenuto la mia pensione come rimborso.

Ho intentato una causa contro la SSA e il tribunale locale ha ordinato all’amministrazione locale di revocare la sua decisione che mi imponeva di restituire l’indennità pensionistica percepita durante la mia prigionia.

La SSA non ha rispettato l’ordine del tribunale, quindi, ho intentato una seconda causa. Ma alcuni giorni prima dell’udienza, la SSA ha revocato la sua decisione. Poi ho lasciato cadere la causa.

La persecuzione del Falun Gong da parte del Partito Comunista Cinese (PCC) non ha mai avuto alcun fondamento legale e penso che, in qualità di praticanti, non dovremmo esitare a tutelare i nostri diritti legali e chiedere giustizia.

La prima causa

Diversi mesi dopo essere stato rilasciato di prigione, ho ricevuto un avviso dalla SSA locale, nel quale esigeva la restituzione dell’indennità pensionistica percepita mentre ero in prigione. Dato che l’importo era basso, ho pensato di accettare. Inoltre, il costo per assumere un avvocato sarebbe stato superiore alla mia pensione.

Più tardi, riflettendo, ho compreso che quella comprensione non era corretta. Ho capito che avevo l’attaccamento alla preoccupazione di spendere troppo e turbare la mia famiglia, intentando una causa. Sono venuto a sapere che questo problema non riguardava solo me, ma anche molti altri praticanti che erano stati detenuti. Questa richiesta illegale della SSA è solo uno dei modi con cui il PCC perseguita finanziariamente i praticanti del Falun Gong. Mi sono illuminato sul fatto che non possiamo permettere al PCC di continuare a perseguitarci in questo modo.

Con l’aiuto di un altro praticante, ho presentato una richiesta alla SSA perché riconsiderasse la sua decisione. Nella mia richiesta, ho incluso una copia del mio appello alla corte d’appello locale, di quando ho cercato di far revocare la decisione del tribunale locale di condannarmi al carcere. Anche se il mio appello era stato respinto, nella lettera avevo illustrato in dettaglio il perché la persecuzione e l’incarcerazione dei praticanti sono illegali. Due mesi dopo, la SSA mi ha comunicato che non avevano accettato la mia richiesta.

Quindi, ho intentato una causa amministrativa contro la SSA presso il tribunale locale ed anche altri praticanti mi hanno appoggiato in questo. In effetti, quasi tutti i praticanti anziani incarcerati nella mia regione hanno dovuto affrontare lo stesso problema con le loro pensioni. Abbiamo tutti ritenuto che fosse importante far capire ai responsabili di questa decisione che era illegale privare i pensionati delle loro pensioni, legittimamente guadagnate. Pertanto, abbiamo trascritto diversi articoli su questo argomento che abbiamo trovato su Minghui.org e li abbiamo inviati alla SSA, al tribunale, all’Ufficio 610 e al Comitato per gli Affari Politici e Legali (PLAC). Le ultime due sono agenzie extragiudiziali, incaricate di perseguitare il Falun Gong.

Assumere un avvocato

Ho contattato quattro avvocati della zona ma, causa della persecuzione ancora in corso, non sembravano avere il coraggio di prendere le difese di un praticante del Falun Gong. Inoltre non avevano molta familiarità con i dettagli legali della questione pensionistica.

Un praticante locale mi ha consigliato un avvocato della capitale della provincia, ma dopo aver assistito a un processo in cui difendeva un agricoltore la cui terra era stata sequestrata da funzionari governativi, ho dubitato dell’onestà e della competenza legale di questo avvocato.

Con l’incoraggiamento e il sostegno finanziario di un altro praticante, ho assunto un avvocato di Pechino, che chiedeva il doppio rispetto alla parcella di quelli della capitale di provincia. Sono cresciuto in una famiglia povera e sono sempre stato attento ai risparmi. Ma in questo caso, non stavo lottando solo per la mia giustizia, quindi sapevo che avrei speso quei soldi per una causa molto più importante.

Prima della data dell’udienza, consideravo importante far capire al giudice e ai suoi assistenti cosa fosse veramente il Falun Gong, in modo che non seguissero semplicemente la propaganda di odio del PCC e le regole contro i praticanti come me. Tuttavia, ho avuto difficoltà a mettermi in contatto con loro, perché erano sempre occupati. Ho passato tre giorni cercando di scrivere una lettera di chiarimento della verità, ma non ero soddisfatto di nessuna delle versioni.

Dopo l’udienza sono trascorsi altri tre giorni prima che finissi di scrivere la lettera. In seguito sono diventato insicuro e mi chiedevo come o quando presentare la lettera.

Mi sono seduto a studiare la Fa e ho letto quanto segue:

“Vi dirò, per anni ho sempre detto che le capacità dei discepoli della Dafa sono molto grandi, ma molti non ci credono proprio, poiché non vi è consentito vederle. Sotto l’effetto dei vostri pensieri retti, tutto intorno a voi, così come voi stessi, subisce dei cambiamenti. Eppure non avete mai pensato di provarci.”
( “Insegnamento della Fa al 20° anniversario”, Insegnamento della Fa nelle conferenze XI)

Mi sono detto che dovevo fare un tentativo, perché chiarire la verità ai giudici era una cosa giusta da fare. Dopotutto, coltivare significa lasciare andare il proprio ego; dovevo lasciare andare il mio attaccamento alla paura di essere perseguitato nuovamente per aver chiarito la verità. La mia lettera aveva lo scopo di aiutare i giudici coinvolti in questa questione a prendere la decisione giusta. Così, il giorno dopo, ho spedito la lettera. Anche altri praticanti locali hanno spedito ai giudici lettere per chiarire la verità e questo ha aiutato a vincere la causa.

Raccontare la realtà dei fatti alle persone

Jiang Zemin, l’ex leader del PCC che ha lanciato la persecuzione del Falun Gong, ha ordinato di “diffamare la loro reputazione [dei praticanti del Falun Gong], mandarli in bancarotta finanziariamente e distruggerli fisicamente”. Mentre cercavo di tutelare il mio diritto alla pensione, percepivo la malvagità della persecuzione finanziaria verso i praticanti.

Alla fine del 2019, il tribunale ha deciso di abrogare la decisione della SSA, che mi imponeva di rimborsare l’indennità pensionistica che avevo ricevuto durante la detenzione. Ma la SSA ha rifiutato di eseguire l’ordine del tribunale ed ha anche continuato a trattenere la mia pensione. Ho chiesto all’agenzia perché si fossero opposti al verdetto del tribunale, ma mi hanno ignorato.

Non mi sono scoraggiato e ho deciso di andare nuovamente a parlare con il direttore della SSA. Prima della sentenza l’avevo incontrato due volte. La prima volta sembrava molto arrogante, mi ha detto: “Dato che hai già avviato la causa, aspettiamo il verdetto”. Poi mi ha fatto cenno di allontanarmi e non ho potuto parlargli.

Anche la seconda volta ho cercato di chiarirgli la verità ma si è rifiutato di ascoltarmi. La terza volta che l’ho incontrato, il tribunale aveva già pronunciato la sentenza, ma il direttore non ha voluto parlare con me e mi ha detto di sbrigarmela con i suoi collaboratori. Gli ho detto che non hanno avuto il coraggio di prendere la decisione, senza la sua approvazione e gli ho spiegato: “Sai che noi praticanti del Falun Gong vogliamo solo essere dei buoni cittadini”, ma lui è rimasto in silenzio.

Dopo due giorni, sono ritornato. Il direttore non c’era e sono stato ricevuto da un capo sezione. Mi ha chiesto di firmare l’avviso della SSA che mi imponeva di rimborsare l’indennità pensionistica ricevuta durante la mia reclusione, anche se il tribunale aveva deciso di annullarne il pagamento. Mi sono rifiutato di firmare e, in seguito, hanno approvato la mia richiesta di ripristinare l’erogazione della mia pensione.

Dato che, il capo della sezione non aveva approvato la mia richiesta di revocare l’avviso iniziale della SSA, dopo pochi giorni, sono ritornato. Ho mostrato al direttore alcuni documenti legali tra cui l’Annuncio 50 del 2011 del Dipartimento governativo della Stampa e delle Pubblicazioni che revocava il divieto di pubblicazione dei libri del Falun Gong. Ha rifiutato i documenti e ha convocato il capo della sezione, che è venuto con l’avviso della SSA. Mi sono nuovamente rifiutato di firmare, poiché il tribunale lo aveva invalidato. Il direttore ha quindi chiesto a un funzionario di scattarmi una foto, ma dopo aver detto loro che li avrei citati in giudizio per aver violato i miei diritti legali, l’hanno cancellata. Sono giunto alla comprensione che i pensieri e le azioni rette dei praticanti della Dafa, possono correggere i comportamenti ingiusti.

Sono tornato di nuovo alla SSA e il direttore mi ha indirizzato a un vicedirettore, che non era presente. Ho incontrato un funzionario nell’ufficio del vicedirettore che è stato ad ascoltarmi parlare del Falun Gong e della persecuzione del PCC negli ultimi due decenni.

Nel febbraio 2020, ho cercato di parlare nuovamente con il direttore, ma non sono riuscito a trovare né lui né il vicedirettore. Ho quindi chiarito la verità a chiunque incontravo. Nel maggio 2020 sono finalmente riuscito a contattare il vicedirettore. L’ho esortato a revocare l’avviso della SSA come sentenziato dal tribunale. Ha rifiutato la mia richiesta, dicendo che stava seguendo la linea politica della SSA.

In seguito, ho intentato una nuova causa contro la SSA.

Seconda causa

Dopo pochi mesi, ho ricevuto la comunicazione dell’udienza in tribunale. Non ero più preoccupato di dover spendere migliaia di yuan in spese legali, ciò che realmente mi preoccupava era la possibilità di perdere la causa. Sapevo che dovevo farlo per aiutare a fermare la persecuzione e per impedire ai funzionari della SSA di commettere azioni sbagliate contro praticanti innocenti.

Diversi giorni prima dell’udienza, un funzionario del comitato di quartiere è venuto da me per dirmi che una persona (il cui nome non mi è stato rivelato) gli ha chiesto di riferirmi che, questa persona, si è offerta di coprire la metà di quanto richiesto dalla SSA in cambio del ritiro della causa. Ho risposto di no e il funzionario ha telefonato alla persona, che poi si è offerta di pagare l’intero importo alla SSA, per conto mio.

Gli ho detto che avrei valutato l’offerta. Ho riflettuto per circa 20 minuti, nei quali ho potuto notare che avevo ancora un attaccamento al denaro e all’interesse personale. L’offerta di quella persona mi avrebbe assicurato che non avrei dovuto pagare nulla, ma l’avviso della SSA sarebbe rimasto indiscusso. Ho richiamato la persona per dirgli che, accettare la sua offerta, sarebbe equivalso a riconoscere la persecuzione finanziaria della SSA nei miei confronti e che l’unico modo per archiviare la mia causa era che la SSA seguisse il verdetto del tribunale, cioè di revocare la sua richiesta. Ha detto che avrebbe fatto sapere la mia posizione alla corte.

Quel pomeriggio, la SSA mi ha comunicato di aver revocato il suo avviso nei miei confronti. Ho quindi notificato al tribunale il ritiro della mia causa e, subito dopo, ho ricevuto la conferma.

Osservazioni conclusive

Sono un contadino e ho terminato solo la scuola media. È stato il Maestro che mi ha dato la saggezza per chiarire efficacemente la verità all’avvocato, alla SSA e al tribunale. Credo di aver negato con successo la persecuzione finanziaria dei praticanti del Falun Gong.

Devo anche ringraziare i praticanti locali e quelli al di fuori della Cina che mi hanno aiutato lungo questo sentiero, con il loro persistere nel chiarire la verità agli organi competenti.