(Minghui.org) L'11 settembre 2020, una donna di 78 anni della città di Anshan, nella provincia dello Liaoning, è morta dopo aver subito per due decenni molestie, arresti e detenzioni, per via della sua forte fede nel Falun Gong. Il Falun Gong, chiamato anche Falun Dafa, è una pratica che coltiva mente e corpo che è perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
La defunta signora Yu Wenze
Arresto anticipato e confisca del documento di identità
Il calvario della signora Yu Wenze è iniziato quando si è recata a Pechino per fare appello per la tutela del diritto di praticare il Falun Gong, poco dopo l'inizio della persecuzione. In quell’occasione è stata arrestata e le hanno confiscato la carta d'identità.
Nel 2002, Yu si è recata alla stazione di polizia locale per chiedere la restituzione della sua carta d'identità. Tuttavia l'ufficiale in servizio, lo stesso che l'aveva arrestata nel 1999, ha rifiutato di dargliela, minacciandola di arrestarla di nuovo e di mandarla in prigione.
Quando Yu è tornata a casa ha raccontato a suo marito l’accaduto. L’uomo si è adirato e si è recato alla stazione di polizia per discutere con l'ufficiale che l’aveva minacciata. Durante la discussione, l'ufficiale ha continuato con il suo atteggiamento scortese e arrogante anche con lui, vantandosi di essere un fedele tutore del Partito Comunista Cinese.
In seguito, il marito di Yu è andato dal direttore della stazione di polizia, che era appena entrato in carica, il quale ha negato che il suo staff fosse responsabile di aver trattenuto il documento di identità di sua moglie, ma ha accettato di emetterne uno nuovo.
Nei mesi successivi, la polizia e la comunità hanno continuato a molestare frequentemente Yu e la sua famiglia. Nel luglio del 2002, a causa della forte pressione subita che gli impediva di condurre una vita tranquilla, Yu e i suoi familiari, si sono trasferiti in un altro quartiere della città.
Arrestata per aver distribuito materiale informativo
Il 2 gennaio 2014, dopo essere stata denunciata dal personale di sicurezza di un hotel, per aver distribuito materiale informativo sul Falun Gong nelle vicinanze, Yu è stata nuovamente arrestata dalla polizia. Anche la sua casa è stata saccheggiata e i suoi libri del Falun Gong con i relativi materiali, insieme a due lettori multimediali, sono stati confiscati. Il giorno successivo, dopo che il centro di detenzione ha rifiutato di accettarla a causa delle sue condizioni di salute, Yu è stata rilasciata su cauzione.
Tentativo di arresto
Il 21 luglio 2015, un gruppo di agenti è andato a casa di Yu, tentando di arrestarla. Quando suo marito ha chiesto alla polizia di mostrargli il mandato di arresto, un agente gli ha presentato un modulo che la elencava come fuggitiva; l’accusa era quella di essere fuggita dopo essere stata rilasciata su cauzione. Il modulo non aveva alcuna firma o timbro ufficiale.
Il marito di Yu era molto arrabbiato per quella accusa inventata, poiché sua moglie, dopo il suo rilascio nel 2014, era rimasta a casa. A quel punto ha fatto a pezzi il modulo, dicendo alla polizia che era illegale per loro entrare nella loro residenza privata.
La polizia è rimasta sorpresa dalla sua reazione. La maggior parte di loro è uscita rapidamente, lasciando due agenti a monitorare la coppia. Il marito di Yu ha chiesto i nomi, i numeri di telefono e i documenti dei due ufficiali rimasti, i quali si sono rifiutati di fornirgli informazioni. Gli altri cinque agenti che erano appena usciti, sono rimasti al piano di sotto nel condominio della coppia. Sono stati al telefono per ore prima di andarsene verso mezzogiorno con gli altri due ufficiali.
Dopo che la polizia se n'è andata, la famiglia di Yu ha rimesso insieme il modulo che la incriminava, scoprendo che era stato preparato il 22 dicembre 2014. A Yu era stato assegnato il numero di fuggitivo n°T2103022269992014120102. Gli ufficiali che hanno preparato questo documento sono Li Ning, vicedirettore della stazione di polizia di Xinxing, l'agente Wang Songnan e un terzo ufficiale soprannominato Xin.
Un altro arresto, l’inganno da parte del pubblico ministero e la condanna alla prigione
Nel 2017, la polizia ha installato segretamente una telecamera di sorveglianza fuori dalla casa di Yu. Il 16 ottobre 2017, dopo aver monitorato per alcuni mesi i suoi spostamenti quotidiani, l'hanno arrestata di nuovo. Gli agenti hanno preso con forza la sua borsa, dove c’erano le sue chiavi, rompendogli la cinghia. L'hanno anche picchiata, causandole gravi ferite alla schiena e al prolasso uterino.
Un'altra praticante, la signora Qi Ruimei, che aveva uno stretto rapporto con Yu, è stata arrestata due giorni dopo. Per confermare l'identità di Qi, la polizia ha ingannato il figlio di Yu mostrandogli un video delle due donne che parlavano alla gente del Falun Gong in una stazione degli autobus. La sua testimonianza è stata poi usata dalla polizia come prova a sostegno per arrestare Qi. Sebbene Qi sia stata rilasciata sei mesi dopo, la detenzione l’ha resa molto debole e inabile.
In seguito gli agenti si sono recati a casa di Yu con l’intento di entrare nell’abitazione con le chiavi che le avevano confiscato. Lì però hanno trovato suo marito che ha resistito fermamente, rifiutando di farli entrare. Dopo una dura situazione di stallo, la polizia se n'è andata.
Gli ufficiali hanno poi portato Yu in ospedale per un esame fisico. Dopo che un centro di detenzione si è rifiutato di accettarla a causa della sua pressione sanguigna pericolosamente alta, un altro centro di detenzione l'ha accettata.
Durante la sua detenzione, la sua pressione sanguigna ha continuato ad aumentare; nonostante ciò la polizia si è rifiutata di rilasciarla. Per protestare Yu ha iniziato uno sciopero della fame, ma la polizia l’ha minacciata di alimentarla forzatamente. La polizia in seguito l’ha mandata in ospedale per un controllo lasciandola ammanettata. Allora aveva 76 anni e alla sua famiglia non era permesso farle visita.
Il 24 ottobre 2017, l'arresto è stato convalidato dalla Procura del distretto di Tiedong. I procuratori Li Ni e Gao Xin si sono incontrati con lei al centro di detenzione femminile della città di Anshan. I procuratori hanno promesso di rilasciarla se avesse firmato i loro documenti. Yu si è fidata e ha firmato il foglio in bianco che le hanno dato.
Il 7 novembre 2017, i pubblici ministeri hanno incriminato Yu e inoltrato il suo caso al tribunale distrettuale di Tiedong. È apparsa in tribunale due volte, prima il 1° dicembre e poi il 18 dicembre 2017. Durante le udienze, è stata costretta a indossare le manette e le catene. Poiché era quasi sorda, Yu non riusciva a sentire chiaramente ciò che era stato detto durante l'udienza.
Dopo essere stata riportata al centro di detenzione, Yu pensava che sarebbe stata rilasciata presto, ma le è stato detto che era stata condannata a quattro anni e multata di 10.000 yuan (circa € 1290). Le autorità hanno minacciato la sua famiglia che se avessero denunciato l’accaduto sul sito Minghui.org gli avrebbero arrestati e negato a loro nipote di andare a scuola.
L'8 gennaio 2018, poiché durante la detenzione la condizione fisica di Yu era molto grave, è stata rilasciata per scontare un periodo fuori dalla prigione. Le autorità hanno continuato a molestarla ogni giorno, chiedendole di sottoporsi a un esame fisico annuale, altrimenti l'avrebbero rimandata in prigione. Anche suo figlio è stato minacciato.
Yu dopo il suo rilascio aveva un dolore alla schiena intenso e persistente e aveva grandi difficoltà a muoversi. Il 7 settembre 2020 è caduta in coma ed è morta quattro giorni dopo.
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