(Minghui.org) Una residente di Pechino, ha presentato ricorso al Tribunale Intermedio n. 3 di Pechino contro l'ingiusta sentenza di tre anni e mezzo per la sua fede nel Falun Gong. La donna si trova tuttora in attesa del responso, nel Centro di detenzione di Chaoyang.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è un'antica disciplina spirituale e di meditazione perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Il 30 settembre dello scorso anno, la signora Su Huina, nativa di Dandong, provincia del Liaoning, che lavora a Pechino, è stata arrestata dopo essere stata sorpresa da una telecamera di sorveglianza ad affiggere manifesti del Falun Gong. La polizia ha perquisito la sua borsa e le ha sequestrato i poster rimasti. Gli agenti le hanno anche saccheggiato la casa e confiscato oltre quaranta libri del Falun Gong ed altro materiale.

I suoi familiari, hanno assunto un avvocato che le ha fatto visita due volte, rispettivamente nel mese di novembre ed il 4 dicembre 2019. Il 7 gennaio di quest'anno, quando l'avvocato è andato a trovarla per la terza volta, ha saputo dalla donna che il suo caso era stato presentato cinque giorni prima al procuratore locale. Non è chiaro se la polizia abbia fornito all'uomo aggiornamenti al riguardo.

Poiché l'avvocato ha accettato di presentare una dichiarazione di colpevolezza per la sua cliente, la donna lo ha licenziato intorno al 22 giugno.

Il 29 giugno, il pubblico ministero l'ha incriminata, ed ha trasmesso il suo caso alla Corte distrettuale di Chaoyang. La donna ha riferito alla corte che avrebbe agito come suo avvocato rifiutando di dichiararsi colpevole.

Su, è comparsa in tribunale il 6 novembre, dichiarandosi non colpevole ed ha esortato tutte le persone che si occupano del suo caso a prendere una decisione sulla base della propria coscienza e non della politica di persecuzione illegale del governo. Il giudice l'ha comunque condannata a tre anni e sei mesi.

La corte non ha informato i suoi familiari riguardo al verdetto, venendone a conoscenza solo il 3 dicembre, una volta contattato la corte. Un membro del personale del tribunale ha riferito loro che non erano più responsabili del suo caso ed era inutile appellarsi contro la sentenza. Quando i familiari hanno chiamato nuovamente il tribunale giorni dopo, non sono riusciti a parlare connessuno per ricevere informazioni riguardo alla condanna illegittima di Su.