(Minghui.org) Il signor Zhu Zhihe, di ottantun anni, è morto due mesi dopo essere stato rilasciato dalla prigione dopo aver scontato una condanna per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

L'uomo, residente a Chongqing, è stato arrestato all'inizio di febbraio del 2018 dopo essere stato denunciato per aver distribuito del materiale informativo sul Falun Gong. Per questo motivo la polizia l'ha accusato di "causare danni evidenti alla società" ed ha presentato il suo caso alla Procura.

Dopo che sia la Procura di Jiangbei, che quella di Changshou hanno rigettato due volte il suo caso per prove insufficienti, la polizia ha fatto pressione sul procuratore del distretto di Jiangbei per farlo incriminare.

Zhu è stato processato dal tribunale di Jiangbei il 10 ottobre dello scorso anno. Al suo ritorno a casa si è ammalato ed è stato costretto a letto per diversi giorni. Il suo udito era peggiorato drasticamente ed i suoi discorsi erano confusi.

Due mesi dopo, il 7 dicembre, la polizia è tornata a casa sua e ha tentato di condurlo al tribunale di Jiangbei per un'altra udienza. L'uomo e la sua famiglia si sono rifiutati di obbedire e l'agente di polizia Che Yao l'ha minacciato: «Se ti opponi alla persecuzione, puoifarmi causa».

Tre giorni dopo, Che è tornato con altri tre ufficiali ed ha arrestato Zhu.

Il praticante è tornato a casa intorno alle 22:00 dello stesso giorno e ha detto alla sua famiglia di essere stato condannato ad un anno e mezzo di prigione e multato di 3.000 yuan (circa 375 euro). Il giudice gli ha concesso gli arresti domiciliari.

All'inizio di marzoZhu ha avuto un grave problema di salute ed è stato ricoverato in ospedale per due settimane, di cui una trascorsa presso il reparto di terapia intensiva.

Prima che si fosse completamente ripreso, il 7 maggio l'ufficiale Che l'ha condotto al tribunale di Jiangbei. Il giorno successivo la sua famiglia è venuta a conoscenza che il giudice aveva annullato la sua decisione e che aveva disposto che l’uomo scontasse la pena nella prigione di Yongchuan.

Quando è stato rilasciato il 6 settembre aveva perso la memoria, faceva gesti ripetitivi ed i suoi discorsi erano confusi e disorganizzati.

Nel frattempo le autorità hanno sospeso la sua pensione, citando una politica secondo la quale i praticanti del Falun Gong imprigionati per la loro fede non hanno diritto ad alcun sussidio pensionistico.

Nei due mesi successivi la polizia ed il personale del comitato residenziale hanno continuato a molestare Zhu. La pressione mentale ha causato un ulteriore deterioramento della sua salute e l'11 novembre è deceduto all'età di ottantun anni.