(Minghui.org) Il 21 e 22 ottobre scorso, cinque residenti della città del Xintai, provincia dello Shandong, sono stati arrestati e altri sei sono stati molestati per la loro fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Sotto le istruzioni di Zhang Xinde dell'Ufficio 610 locale, Feng Dayong del dipartimento di polizia locale, ha condotto la campagna nazionale “zero-out”, lanciata all'inizio di quest'anno come sforzo coordinato per costringere ogni praticante del Falun Gong presente sulla lista nera del governo, a rinunciare alla propria fede.

Ai cinque praticanti del Falun Gong che sono stati arrestati, sono state saccheggiate le loro case. I loro nomi sono: la signora Xu Qingfeng, la signora Tian Lili, la signora Cui Jihua, il signor Shi Jinqing e sua moglie Dong Zhihua.

Nello stesso periodo, sono stati molestati anche altri sei praticanti: Il signor Yu Mingbao insieme a sua moglie Zhu Fengling, la signora Wang Yumei, la signora Yin Peiqin, il signor Kong Xiantong e sua moglie.

Riepilogo degli arresti e delle molestie

La mattina del 21 ottobre, le signore Xu Qingfeng e Tian Lili, entrambe di quarantotto anni, sono state arrestate nel loro luogo di lavoro, la scuola elementare centrale della città di Quangou.

La polizia per saccheggiare le loro abitazioni, ha portato entrambe le insegnanti a casa. Il lettore di e-book di Xu è stato confiscato e a Tian sono stati confiscati il cellulare e il computer di sua figlia. Entrambe sono state recluse per un giorno presso la stazione di polizia di Qingyun. Il pomeriggio successivo, prima di essere rilasciate, gli agenti le hanno costrette a firmare un documento per il rilascio su cauzione.

In seguito, il fratello minore di Tian è andato al dipartimento di polizia per chiedere la restituzione del computer di sua nipote. L'agente in servizio Feng Dayong, si è rifiutato di restituirlo, dicendogli anche di fornirgli la password e di firmare anche una dichiarazione di garanzia di rinuncia al Falun Gong.

Lo stesso giorno anche a Cui Jihua di settantatre anni è stata saccheggiata la casa confiscandole un libro del Falun Gong. La donna è stata arrestata, portata alla stazione di polizia di Quangou e detenuta per un giorno.

Nel pomeriggio, Feng e circa quattro agenti di polizia sono andati a casa di Shi Jinqing e di sua moglie, Dong Zhihua (entrambi settantenni), tentando di confiscargli i libri del Falun Gong. Dong ha protestato e Shi ha chiesto di non portargli via i libri. Gli ufficiali in quel momento hanno ceduto.

Quando Feng ha detto alla coppia che si dovevano recare con loro alla stazione di polizia, Dong si è rifiutata, ed è stata fatta entrare con la forza nel veicolo. Una settimana dopo l’accaduto, la sua mano sinistra, entrambe le braccia e le costole riportavano segni di contusione.

Per un giorno la coppia è stata detenuta presso la stazione di polizia di Qingyun, senza che gli sia stata data alcuna coperta, lasciandoli così congelare durante la notte.

La polizia ha ordinato a Shi di firmare il documento di rilascio su cauzione, ma la moglie ha rifiutato. Il loro figlio che era preoccupato per l’accaduto, per farli rilasciare ha dovuto pagare una cauzione. Il giorno successivo, quando sono tornati a casa, hanno visto che i loro libri del Falun Gong e un lettore musicale, erano stati confiscati.

Quel giorno oltre ad arrestare i praticanti, la polizia ha anche molestato Wang Yumei di settantuno anni. I dettagli delle molestie devono ancora essere analizzati.

Il 22 ottobre, il giorno successivo, quattro agenti di polizia hanno continuato a molestare i praticanti nel distretto del Wennan. Mentre stavano lavorando nei campi, la polizia è andata in giro a cercarli.

La polizia ha fatto irruzione nella casa di Kong Xiantong e di sua moglie, entrambi settantenni, e ha saccheggiato la loro abitazione. Se ne sono andati senza però trovare nulla.

Un altro gruppo di agenti di polizia è andato a casa di Yin Peiqin, settantadue anni, con il pretesto di farle visita (negli ultimi anni, la polizia aveva perquisito la sua casa già diverse volte e le aveva confiscato tutti i libri e i materiali del Falun Gong). Quando stavano per andarsene, Yin ha visto la porta del suo cortile aperta e voleva chiuderla a chiave. In quel momento, un ufficiale si è precipitato davanti a lei per impedirgli di farlo, ed ha aperto la porta per dare un'occhiata al cortile. Anche lui se n'è andato senza aver trovato nulla.

La polizia ha fatto irruzione nella casa di una coppia sposata con una scala a pioli

Il 21 ottobre, quando la polizia è andata a casa a trovare Yu Mingbao e sua moglie Zhu Fengling, non erano presenti nella loro abitazione. La polizia è tornata per i successivi tre giorni ma senza esito. I loro vicini, che vedevano la polizia andare continuamente a fargli visita, hanno avvertito la coppia dicendogli di nascondersi. Zhu si è rifiutata, dicendo che non c'era nulla da nascondere, perché non stavano facendo niente di sbagliato e che erano troppo occupati a raccogliere il loro raccolto.

Il terzo giorno, vedendo che la loro porta era ancora chiusa, la polizia ha preso in prestito una scala a pioli e ha fatto irruzione arrampicandosi dal tetto. Quando le loro azioni sono state individuate da un residente locale, la polizia ha agitato le mani, facendo cenno alla persona di non avvicinarsi.

Mentre gli agenti erano in casa della coppia, qualcuno ha spostato la scala, causando il panico quando si sono resi conto che la scala era sparita. Alla fine la polizia per risarcire il proprietario della scala sparita, ha dovuto acquistarne un’altra, da un negozio lontano.

La coppia in seguito è tornata a casa, scoprendo che le loro porte erano state aperte e la loro casa era in disordine. Mancavano un libro del Falun Gong e un lettore musicale.

I loro vicini gli hanno suggerito di fare causa alla stazione di polizia per le perdite subite, ma la signora Zhu non ha voluto, ed ha detto:

«Non ho perso nulla, tranne un libro del Falun Gong e un lettore musicale. Il valore del libro non può essere misurato con il denaro».

Resoconto personale della famiglia sulla persecuzione

Di seguito è riportato il racconto personale di Zhu sulla persecuzione che lei e la sua famiglia hanno subito:

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La nostra famiglia ha iniziato a praticare il Falun Gong nel gennaio 1999, quando nostro figlio di 10 mesi era sempre malato. Quando è nato, i medici ci hanno detto che non sarebbe stato in grado di camminare. È stato un fulmine a ciel sereno. Non potevamo sopportare di abbandonarlo e così lo abbiamo subito ricoverato per sottoporlo a dei trattamenti. In una decina di giorni abbiamo speso 4.000 yuan (circa 500 euro). Abbiamo speso tutti i nostri risparmi, ma nonostante ciò le sue condizioni non sono migliorate, rinunciando così al trattamento.

In seguito, ha iniziato tutte le notti a piangere da mezzanotte alle tre del mattino. Ho chiesto al mio vicino che praticava il Falun Gong, se la pratica poteva curare la sua malattia e mi è stato detto che avrebbe potuto guarire solamente se ci avessi creduto con tutto il cuore.

Così, mio marito ed io abbiamo portato nostro figlio al sito di pratica di gruppo e abbiamo iniziato a imparare la Falun Dafa. Miracolosamente, ha smesso di piangere di notte. Se non avessimo incontrato il Falun Gong in quel momento, avrei posto fine alla mia vita.

Dopo aver appreso la pratica, le condizioni di mio figlio sono gradualmente migliorate e anche le mie malattie e di mio marito, sono scomparse. Io soffrivo di gastriche e disturbi ginecologici, mentre mio marito aveva la rinite e l'onicomicosi. Tutte le sue unghie diventarono completamente bianche e spesse e si separarono dalla sua pelle. Alcuni avevano cercato di persuaderlo nel farsi curare, ma non potevamo permettercelo. Non molto tempo dopo che abbiamo iniziato a praticare il Falun Gong, gli sono cresciute delle unghie nuove.

Siamo anche diventati noi stessi dei figlimigliori. Ci prendevamo molta cura dei miei suoceri, ogni volta che venivano a stare a casa nostra, ed io mi prendevo cura di mio padre quando era ricoverato in ospedale.

Abbiamo anche avuto un rapporto armonioso con il fratello di mio marito e sua moglie. Quando stavamo dividendo l'eredità lasciata da mio suocero, mio cognato ha accusato la madre di favorirci. Così gli abbiamo detto di prendere tutto ciò che voleva da casa senza problemi. Nonostante ciò non era abbastanza e per costringere sua madre a dargli dei soldi, ha costretto la moglie a ritornare a casa sua, lasciando il loro bambino di quattro anni con sua madre. Noi lo abbiamo anche aiutato a prendersi cura del bambino. Più tardi, gli abitanti del villaggio hanno aiutato a convincere mia cognata a tornare a casa e dopo una riunione di famiglia, abbiamo avuto una relazione armoniosa.

Ho anche avuto un buon rapporto con i miei vicini, a tal punto che si fidavano molto di me e spesso mi lasciavano le chiavi di casa.

Non molto tempo dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong, il regime cinese ha lanciato una campagna nazionale contro di esso. Proprio quando mi sentivo triste, mio padre mi ha detto: «Perché nessuno di voi si fa avanti per dire qualcosa?».

Nel novembre del 2000, mio marito decise quindi di recarsi a Pechino per fare appello per il Falun Gong, e anch'io ci andai. Abbiamo preso in prestito 300 yuan (circa 40 euro) dal nostro vicino e abbiamo portato con noi nostro figlio di due anni. Dopo essere arrivati a Pechino, siamo stati separati. Mio figlio ed io siamo stati detenuti in una stazione di polizia, mentre mio marito era recluso in un altro centro di detenzione.

Quando la polizia mi ha interrogato e ha chiesto il mio nome e indirizzo, mi sono rifiutata di dirgli qualsiasi cosa. Tuttavia, ero ancora ingannata e gliel’ho detto in seguito. Mio marito si è rifiutato di dire qualsiasi cosa e la polizia lo ha minacciato di farlo torturare dai detenuti.

Mio figlio ed io siamo stati portati via su un veicolo, ed ho intravisto mio marito a bordo di un altro autobus. Stava per essere portato in una prigione per essere torturato. Lo abbiamo chiamato e quando è riuscito a scendere, siamo stati portati tutti insieme in un'altra stazione di polizia.

Durante la notte siamo stati arrestati, dove ci hanno costretti a sederci sul pavimento di cemento. Un agente di polizia ha minacciato di farmi impazzire e di far restare mio figlio senza mamma. Siamo stati rilasciati il giorno successivo.

Dopo il mio ritorno a casa, la polizia locale e il segretario del Partito Comunista del villaggio sono venuti a saccheggiare la nostra abitazione. Minacciavano di folgorarmi a morte se avessi continuato a praticare, aggiungendo che per le loro azioni non sarebbero stati puniti anche se mi avessero picchiato a morte o mi avessero gettato nel Fiume Giallo.

Il quarto giorno mio marito è stato convinto ad andare al comitato del villaggio. All'arrivo, il capo lo ha colpito alla testa e al viso per l'intera mattinata. Mentre lo faceva, ha urlato con rabbia dicendo: «A cosa ti serve praticare [il Falun Gong]? Puoi ricavarne denaro? Il tuo insegnante ti ha permesso di comprarti dei vestiti?».

In seguito, per un certo periodo di tempo, la polizia ci ha molestato ogni giorno e ha incaricato due membri del comitato del villaggio di controllarci.

Nel 2012 la polizia è tornata a farmi visita, chiedendomi se stavo ancora praticando il Falun Gong. Mio suocero beveva e ha mentito dicendo che avevo smesso da tempo. Tuttavia, la polizia non era convinta e me lo ha chiesto di nuovo. Ho detto loro che stavo praticando e non avrei mai dimenticato i principi di “Verità, Compassione, e Tolleranza”. Poco dopo sono andati via.

Per 16 anni, io e mio marito abbiamo subito pressioni tremende e nel nostro villaggio siamo stati discriminati. Mentre alcuni vicini ci sostenevano, altri credevano alle bugie del regime comunista e si tenevano lontani da noi, isolandoci dal resto del villaggio. Mio marito è andato a lavorare in una miniera di carbone, ma non gli sono state riconosciute le spese di viaggio, riconosciute invece per gli altri lavoratori. Mio nipote della mia famiglia materna, è stato implicato nella persecuzione e gli è stato proibito di arruolarsi nell'esercito, facendo litigare la mia famiglia con me. L’anno successivo, gli è stato finalmente permesso di arruolarsi nell'esercito, dopo aver scritto una dichiarazione che interrompeva la nostra relazione di parentela.

Parti coinvolte nella persecuzione nella città del Xintai: Feng Dayong (冯大勇), capitano del dipartimento di polizia della città del Xintai: + 86-13853813269 (cell), + 86-538-7103065 (ufficio)Zhang Xinde (张新德), capo dell'ufficio 610 locale: + 86-13583876288 (cell), + 86-538-7210287 (ufficio), + 86-538-7078288 (casa)

(Ulteriori informazioni di contatto dei partecipanti sono disponibili nell'articolo cinese originale.)