(Minghui.org) Nell’aprile del 2006 Liu Xiaolian, residente nella città di Chibi, della provincia dell’Hubei, è stata detenuta per la quarta volta per essere una praticante del Falun Gong. Invece di tenerla in un centro di detenzione, l'hanno portata direttamente all’ospedale psichiatrico locale di Pufang.

«Mi hanno iniettato farmaci sconosciuti per via endovenosa per ventiquattro ore. Tutto il mio corpo è diventato scuro e ho perso conoscenza per due giorni. Quando mi sono risvegliata, non riuscivo a parlare ... », ha scritto in un articolo inviato a Minghui.org.

Nel settembre del 2006 è stata arrestata per la quinta volta e portata all'ospedale psichiatrico, dove veniva spesso alimentata forzatamente, ustionata con bastoni elettrici e drogata con sostanze sconosciute. Questo è stato il peggior abuso che Liu abbia mai dovuto subire.

Non era la prima volta che il sangue fuoriusciva dai pori, per poi formare cicatrici, ma questa volta il suo intero corpo si era gonfiato e la sua pelle era diventata opaca. Quando è stata portata in ospedale per un'ecografia, il dottore era scioccato nel vedere che il suo cuore era così danneggiato che i ventricoli non erano in grado di chiudersi.

Liu è morta nel pomeriggio del 26 ottobre del 2008. Poco dopo, un agente dell'Ufficio 610 della città di Chibi ha fatto una telefonata ai funzionari locali, congratulandosi con loro per la sua morte.

L'Ufficio 610 è un'agenzia extralegale incaricata di sradicare il Falun Gong ed ha il potere di scavalcare le forze dell'ordine e il sistema giudiziario.

Durante gli ultimi vent’anni della brutale persecuzione del Falun Gong in Cina, un gran numero di praticanti sono stati arrestati, imprigionati e torturati per la loro fede nei principi di Verità, Compassione e Tolleranza. Oltre alla tortura fisica e al lavoro forzato, vengono anche ampiamente praticati abusi psicologici e prelievo forzato di organi.

Un recente rapporto pubblicato su Minghui.org ha documentato undici casi di praticanti di Pechino drogati a morte. Questo nuovo rapporto presenta un'altra raccolta di questi casi.

Un crimine orribile

Di seguito sono riportati venti casi in cui i praticanti del Falun Gong sono stati drogati intenzionalmente mentre erano sotto la custodia della polizia, e che sono successivamente morti. Le età di questi praticanti, tra cui tredici donne, vanno dai ventotto ai sessantotto anni, con una media di quarantadue anni. Questi casi si sono verificati tra giugno del 2000, quasi un anno dopo l'inizio della persecuzione, e aprile del 2016, che indica come questi crimini siano tutti avvenuti durante la repressione.

La cosa più sorprendente è il dove si sono verificate queste iniezioni. Cinque hanno avuto luogo in ospedali ordinari, e sei in ospedali psichiatrici, il che significa che queste strutture sanitarie sono state trasformate in edifici di morte.

Tra i rimanenti nove casi, quattro si sono verificati nei campi di lavoro, uno in una prigione, due negli ospedali della prigione, uno in un ospedale militare ed uno in un centro di lavaggio del cervello dell'ufficio 610. Ciò significa che l'avvelenamento intenzionale dei praticanti è ampiamente diffuso sia nel sistema giudiziario cinese, sia nel sistema extralegale, compresi i centri di lavaggio del cervello. Nonostante tutto, nessun funzionario è stato ritenuto responsabile in nessuno dei casi.

Ciò che rende il processo ancora più brutale è la disumanità, e spesso l'atteggiamento indifferente, con cui vengono effettuate queste torture.

* Quando Xu Decun è stata portata all'ospedale di Zaozhuang della provincia dello Shandong l’1 settembre del 2013, un medico ha subito annunciato: «La tratteremo con i farmaci per il Falun Gong!».

* Quando Gong Hui, della città di Tianjin, è stata trattenuta nel campo di lavoro femminile di Banqiao il 17 settembre del 2008, altre detenute hanno visto che l'acqua data ai praticanti del Falun Gong conteneva additivi. Questi farmaci che danneggiano i nervi hanno causato intorpidimento e crolli mentali.

* Dopo che Chang Yongfu ha subito abusi all’ospedale psichiatrico di Dongxing e a quello di Puning, il suo viso si è deformato e il suo naso era gonfio. Oltre all'insonnia e a un disturbo mentale, la sua vista si era indebolita rapidamente, fino a diventare completamente cieco prima di morire.

* Quando la trentottenne Zhang Fuzhen è stata portata in un centro di lavaggio del cervello dell'Ufficio 610, la polizia le ha tolto tutti i vestiti, le ha rasato i capelli e l'ha legata nuda a un letto con le gambe divaricate. Un agente le ha iniettato una sostanza sconosciuta. Ha lottato con estremo dolore ed è morta nel letto, mentre gli agenti dell'ufficio 610 osservavano la scena.

* Quando Cao Yuanru, trentacinquenne, si è ammalata in detenzione, è stata mandata all’ospedale psichiatrico di Baoding, dove un dottore ha detto: «Falun Gong? andate pure, sappiamo come occuparcene». Dopo essere stata avvelenata a morte, il giorno successivo tutto il suo corpo è diventato violaceo con segni di sanguinamento nasale e orale. Ha lasciato una figlia di quattro mesi.

* All'ospedale Mengyin, della provincia dello Shandong, Zhang Dezhen, trentottenne, è stata picchiata e alimentata forzatamente, oltre ad essere iniettata di sostanze sconosciute. Dopo la sua morte, avvenuta il 31 gennaio del 2003, un giorno prima del capodanno cinese, un agente di polizia ha detto: «Ecco che se ne va un altro».

Mentre questi casi evidenziano la gravità della persecuzione, sono solo la punta dell'iceberg paragonati alle dimensioni di questa massiccia persecuzione che dura da vent’anni.

Caso 1: morta dopo due giorni in ospedale psichiatrico

Rong Fengxian di trentadue anni, era una contadina della città di Baoding della provincia dell’Hebei. Nella sua comunità era modesta, gentile e rispettata.

Rong Fengxian

L'11 maggio del 2001 la praticante Rong è stata inviata al centro di lavaggio del cervello del distretto di Beishi. Per via della sua fede nel Falun Gong, e nei principi di Verità, Compassione e Tolleranza, è stata messa in isolamento. Nel pomeriggio del 17 maggio, si è indebolita ed è stata mandata all’ospedale psichiatrico di Baoding. I familiari volevano vederla, ma sono stati allontanati, e in seguito le sono stati iniettati farmaci sconosciuti. Il giorno dopo Rong è morta in ospedale.

I funzionari hanno detto che Rong è morta cadendo dal letto. Hanno pagato 7.000 yuan (circa 920 euro) alla sua famiglia come risarcimento.

Caso 2: iniezioni velenose per nove giorni

Su Gang, trentaduenne, era un ingegnere informatico presso la Sinopec Qilu, una società con sede nella città di Zibo, della provincia dello Shandong. Ha conseguito una laurea in informatica presso la Shandong University, la migliore università della provincia. Il 23 maggio del 2000, per via del suo credo nel Falun Gong, la polizia lo ha portato all'ospedale psichiatrico di Changle. Il personale medico gli ha iniettato una grande quantità di farmaci dannosi per i nervi.

Il 31 maggio alle ore 18:00 la polizia ha portato Su a suo padre, che sembrava pallido e si sentiva intorpidito. Era estremamente debole, aveva scarsi riflessi ed era rigido. Ế morto la mattina del 10 giugno.

Caso 3: Ha camminato per diciassette giorni per andare a Pechino per fare appello, ma è morta in un ospedale psichiatrico

Ma Yanfang un'impiegata della fabbrica di ceramiche di Zhucheng, nella provincia dello Shandong, aveva iniziato a praticare il Falun Gong nel 1998. Nell’aprile del 2000, dopo l'inizio della persecuzione, era andata a Pechino per fare appello per il Falun Gong con solo 10 yuan (circa 1,31 euro). Beveva acqua dai fiumi, mangiava panini freddi e di notte dormiva sul ciglio della strada. Quando ha finito i soldi, ha dovuto vendere i suoi capelli per 9 yuan (circa 1,18 euro). Alla fine, è arrivata a Pechino viaggiando a piedi per circa 644 chilometri in diciasette giorni.

Ma Yanfang

Dopo essere stata arrestata, Ma è stata riportata indietro e detenuta al suo posto di lavoro. Poiché ha protestato facendo uno sciopero della fame, i funzionari l'hanno mandata all'ospedale psichiatrico di Zhucheng. I medici le hanno somministrato psicofarmaci, che l’hanno portata alla morte dopo due mesi, nel settembre del 2000.

Caso 4: morta davanti agli agenti dell’ufficio 610 dopo l'iniezione letale

Zhang Fuzhen

Zhang Fuzhen, di trentotto anni, era una ex dipendente del Parco Xianhe nella città di Pingdu, della provincia dello Shandong. Nel novembre del 2000, dopo essere andata a Pechino per fare appello per il Falun Gong, è stata arrestata e riportata a Pingdu. Gli agenti di polizia le hanno tolto tutti i vestiti, le hanno rasato i capelli e l'hanno legata ad un letto, nuda con le gambe divaricate.

Dopo che un ufficiale le ha iniettato una sostanza sconosciuta, Zhang ha cominciato ad avere delle violente convulsioni. È morta subito dopo, di fronte a gli agenti di vari uffici 610 che assistevano alla scena.

Caso 5: paralizzato dopo essere stata drogata

Sun Hongyan di ventotto anni, era un'insegnante della Yutuo Town Middle

School della città di Shenyang, nella provincia del Liaoning. Dopo la repressione iniziata nel luglio 1999, è andata a Pechino due volte per fare appello per il Falun Gong. Ế stata arrestata e mandata al campo di lavoro di Longshan nella città di Shenyang.

Sun Hongyan

Successivamente Sun è stata trasferita all'ospedale della prima prigione di Shenyang, dove con la forza le sono stati iniettati dei farmaci. Non molto tempo dopo è rimasta paralizzata e incontinente. Nel marzo del 2001, mentre la donna era incosciente, i funzionari hanno impresso le sue impronte digitali su documenti che diffamavano il Falun Gong, utilizzandoli come una firma.

Quando la famiglia di Sun è andata a prenderla era già in punto di morte, con ferite infette su tutto il corpo. È deceduta circa dieci giorni dopo.

Caso 6: "Mi hanno iniettato farmaci!"

Ju Yajun, di trentatre anni, era un agricoltore nella città di Harbin, della provincia dell’Heilongjiang. Era conosciuto nella comunità per essere molto gentile. È andato a Pechino l'11 ottobre del 2000 per fare appello per il Falun Gong, ed è stato detenuto nel secondo centro di Acheng per oltre due mesi.

Ju Yajun

Dopo essere tornato a casa per un mese e due giorni, Ju è stato di nuovo portanto nello stesso centro di detenzione, dove l'hanno torturato con il metodo di "guidare un aereo". Le sue braccia erano tese dietro la schiena, mentre il torso era piegato a 90 gradi, parallela al suolo. Le guardie lo picchiavano ad ogni minimo movimento.

Il 5 luglio del 2001 è stato portato al campo di lavoro di Wanjia, per un periodo di un anno. Mentre era lì, è stato legato a una sedia di metallo per tre giorni e tre notti. Dopo Otto giorni, è stato trasferito nel campo di lavoro di Changlinzi nella città di Harbin.

Quando Ju ha fatto lo sciopero della fame, il pomeriggio del 21 ottobre del 2001 è stato portato nella clinica Changlinzi, dove è stato alimentato con la forza ediniettato con dei farmaci. Quando intorno alle 21:00 è tornato nella sua cella, aveva difficoltà a respirare.

Indicando il suo braccio, continuava a ripetere: «Mi hanno iniettato farmaci! Mi hanno iniettato farmaci!».

La sera del giorno dopo, Ju improvvisamente ha perso conoscenza e il suo collo si è irrigidito. Due giorni dopo, quattro ufficiali del campo di lavoro di Changlinzi a gli uffici del comune di Yuquan,costringendo la sua famiglia a firmare una liberatoria che sollevava il campo di lavoro da ogni responsabilità in caso di morte.

Il 26 ottobre del 2001, sebbene Ju fosse in condizioni critiche, gli ufficiali se ne sono andati subito dopo aver ottenuto le firme necessarie. La famiglia lo ha portato al secondo ospedale dell'Università di medicina di Harbin la notte stessa, ma era troppo tardi: Ju è morto poco dopo.

Caso 7: l'Ufficio 610 afferma che il praticante è morto per "suicidio"

Zhang Fangliang era ex vice capo della contea di Rongchang. Dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong nel 1998, la cirrosi e l'epatite B che lo avevano afflitto per ventitre anni sono state curate. Poiché seguiva i principi del Falun Gong, non ha mai accettato tangenti ed era noto a tutti coloro con cui lavorava come un onesto funzionario.

Zhang Fangliang, ex vice capo della contea di Rongchang

Zhang è stato arrestato nell’ottobre del 2001 per aver distribuito materiale del Falun Gong ad una conferenza nella contea di Tongliang, ed è stato trattenuto presso il centro di detenzione locale. Il 3 luglio del 2002 la sua famiglia è andata a fargli visita. A quel punto, i suoi quattro arti erano gonfi e non riusciva a stare in piedi. Sebbene doveva essere portato da quattro detenuti, riusciva a pensare chiaramente e a parlare in modo coerente.

La sua famiglia ha chiesto la cauzione a causa della sua salute precaria, ma Liu Anxue, vice segretario del Comitato Affari Politici e Legali di Tongliang (PLAC), ha negato la richiesta. L’8 luglio i funzionari hanno portato Zhang all'ospedale di Tongliang. Nonostante le sue deboli condizioni di salute, le guardie lo hanno ammanettato e gli hanno iniettato un farmaco sconosciuto.

Quando i suoi familiari l’hanno saputo, si sono precipitati in ospedale per vederlo. A quel punto Zhang era già semi-cosciente e non riconosceva nessuno, nemmeno sua moglie. Quando la famiglia ha chiesto ai funzionari cosa era successo, il segretario Liu non ha dato una risposta diretta. Nel frattempo un agente dell'ufficio 610 aveva bloccato un'infermiere che stava facendo un'iniezione a Zhang, ed ha sollecitato la sua famiglia a riportarlo a casa.

Al suo ritorno a casa, Zhang ha avuto un forte acufene e difficoltà a respirare. La sua famiglia lo ha portato di corsa all'ospedale di Rongchang, dove alle 6:00 del mattino del giorno dopo il suo cuore ha smesso di battere.

Dopo la sua morte, l'Ufficio 610 ha diffuso la voce che Zhang si era suicidato in casa.

Caso 8: Fingere che un praticante sia morto di infarto

Li Hongbin di quarantatre anni, era un praticante del Falun Gong nella città di Acheng, della provincia dell’Heilongjiang. Il 3 novembre del 2000 dopo essere andato a Pechino per fare appello per il Falun Gong, è stato arrestato e trattenuto nel centro di detenzione di Acheng per quindici giorni.

Gli agenti della stazione di polizia di Minzhu, lo hanno arrestato di nuovo il 19 dicembre del 2000 a casa sua, e lo hanno portato in un centro per il lavaggio del cervello. Successivamente ha scontato un anno di detenzione in un campo di lavoro.

Nel 2002 Li è stato mandato di nuovo nel campo di lavoro di Changlinzi nella città di Harbin. A causa della perseveranza nella sua fede, è stato brutalmente torturato ed è morto in due settimane.

Li Hongbin

Secondo i familiari Li è morto il 14 luglio del 2002. I suoi occhi erano spalancati alla sua morte. I praticanti detenuti con lui hanno raccontato che Li è stato messo in isolamento dopo aver fatto uno sciopero della fame. Dopo che il personale del campo lo ha nutrito con la forza, aveva avuto una diarrea persistente. Durante le sessioni di alimentazione forzata, nel suo cibo sono state mischiate dei farmaci sconosciuti.

Dopo l'ultima tortura è stato ammanettato nella cella di isolamento. Quando qualcuno è andato a controllarlo, era già morto.

Per coprire la morte dovuta al maltrattamento, i funzionari del campo di lavoro hanno inviato il corpo di Li in un ospedale e hanno ordinato al personale medico di predisporre un'iniezione endovenosa, per far sembrare che avevano cercato di salvarlo. Gli ufficiali hanno poi dichiarato che Li era morto di infarto.

Caso 9: Insegnante in pensione deceduta dopo l'iniezione di farmaci velenosi attraverso l'ano

Zhang Shuzhen, un'insegnante di scuola media in pensione

Zhang Shuzhen di cinquantuno anni, era un insegnante in pensione della scuola media di Yuanda a Pechino che avavea iniziato a praticare il Falun Gong nel 1992. Ế stata arrestata nel 2001 per aver distribuito materiale del Falun Gong, e inviata nel campo di lavoro di Qinghe.

All'interno del campo non le è stato permesso di dormire per diversi giorni di fila. Le guardie l’hanno ustionata con bastoni elettrici e le hanno ripetutamente sbattuto la testa contro un muro. L'hanno torturata nel tentativo di ottenere informazioni su altri praticanti, ma lei non ha rivelato nulla.

Le guardie le hanno anche iniettato una sostanza sconosciuta attraverso l'ano, causandole forti mal di stomaco, che si era gonfiato talmente tanto da raggiungere una dimensione maggiore di quella di una donna incinta.

Zhang è stata successivamente trasferita nel campo di lavoro di Tuanhe. Lungo il tragitto aveva forti dolori allo stomaco, allora, per evitare responsabilità, i funzionari hanno chiesto ai familiari di andarla a prendere. Il 9 ottobre del 2002 alle 19:00 Zhang è stata mandata all'ospedale di Haidian, dove è morta due ore dopo.

Caso 10: “Non posso parlarne. Non voglio essere ritenuto responsabile"

Hu Hongyue di 45 anni, era impiegata presso la Xindu Oil Pump Nozzle Factory di Xindu, della provincia dello Sichuan. Nel settembre del 2002 dopo il sedicesimo Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese (PCC), i dipartimenti di polizia della città di Chengdu sono stati incaricati di rispettare delle quote di arresti di praticanti del Falun Gong.

Il 28 settembre del 2002 Hong è scomparsa. A novembre la polizia ha dichiarato la sua morte, che sarebbe avvenuta sul posto di lavoro.

Hu Hongyue, ex dipendente della Xindu Oil Pump Nozzle Factory di Xindu, della provincia dello Sichuan

La polizia ha solo mostrato una foto di Hu ai membri della sua famiglia e ai datori di lavoro, affermando che era morta di fame. Né alla famiglia né al datore è stato permesso di vedere il suo corpo, che è stato cremato senza permesso il 19 novembre del 2002.

Il 23 novembre del 2002 un agente dell'ufficio del comandante generale del dipartimento di polizia di Chengdu ha commentato la morte di Hu, dicendo:

«Non posso parlare di questo. Non voglio essere ritenuto responsabile».

Un’altra praticante, che è stata inviata all'ospedale di Qingyang il 15 ottobre del 2002, ha scritto del suo incontro con Hu in un articolo inviato al sito web Minghui:

«Sei giorni dopo il mio arrivo, il 21 ottobre sono arrivati altri due praticanti. Erano Hu Hongyue e Zhang Yaling della fabbrica di Xindu. Anche se gli ufficiali non ci permettevano di parlare tra di noi, siamo riuscite a scambiare alcune parole».

«Entrambi sono state arrestate su un autobus, allora hanno iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la detenzione illegale. Hanno continuato per oltre trenta giorni, anche dopo essere arrivate lì. I medici le hanno sottoposte a iniezioni endovenose ogni giorno, il che aveva causato loro forti incontinenze. Le guardie, tuttavia, le tenevano incatenate, costringendole ad urinare a letto. Un'infermiera, influenzata dall'odiosa propaganda del PCC, le rimproverava severamente. Le guardie le hanno umiliate e picchiate. Con il passare del tempo, l'infermiera non sostituiva più le lenzuola una volta alla settimana come previsto, e le lasciavano in letti sporchi e bagnati. Nonostante questo maltrattamento disumano, entrambe erano ancora determinate a perseguire la loro fede e i principi di Verità, Compassione e Tolleranza».

All'inizio di novembre, non riuscivano a parlare normalmente e spesso chiedevano ripetutamente: Cosa sta succedendo? Perché siamo qui?. Stavano perdendo la memoria. Era evidente che avevano subito abusi psichiatrici.

Nonostante le loro condizioni, la polizia di Xindu non le ha rilasciate, al contrario, hanno ricevuto una condanna a diciotto mesi di detenzione in un campo di lavoro. Quando hanno mostrato loro l'avviso non riuscivano a leggerlo, né sapevano di cosa si trattasse.

Dopo oltre venti giorni in ospedale, Hu è morta la mattina del 12 novembre a causa dei farmaci, dopo aver lottato per tutta la notte. Quando il suo corpo è stato portato via, sul letto c'era una macchia di sangue con un diametro di oltre venti centimetri».

Caso 11: "Un altro è andato", ha sussurrato un agente di polizia

Zhang Dezhen di trentotto anni, è stata insegnante di biologia presso la sesta scuola media della contea di Mengyin della provincia dello Shandong. Le è stata diagnosticata l'epatite B durante un esame medico nel marzo del 1997. Non riusciva a curarla, nonostante le continue ricerche, fino a quando ha trovato il Falun Gong. La sua malattia è stata curata dopo aver iniziato a praticare, e lei era molto grata.

Zhang Dezhen, un'insegnante di biologia

Dopo l'inizio della persecuzione nel 1999, Zhang è andata a Pechino tre volte per fare appello per il Falun Gong. È stata arrestata due volte, e in seguito detenuta.

Gli agenti dell'ufficio di sicurezza interna della polizia di Mengyin hanno arrestato nuovamente Zhang il 19 settembre del 2002 e l'hanno trattenuta nel centro di detenzione. Bao Xitong e Tian Liegang, due agenti di polizia, l'hanno presa a calci e picchiata con manganelli di gomma. Quando Zhang ha fatto lo sciopero della fame per protestare, è stata alimentata forzatamente molte volte nell'ospedale di Mengyin.

Lei Yancheng direttore dell'ufficio 610 locale, ha discusso del trattamento di Zhang con Sun Kehai, direttore del centro di detenzione di Mengyin, e Guo Xingbao, presidente dell'ospedale di Mengyin. Seguendo le loro istruzioni, Wang Chunxiao, un medico del centro di detenzione, ha guidato una squadra di medici che ha iniettato sostanze sconosciute a Zhang, lasciandola in fin di vita.

Zhang è morta dopo l’ultima iniezione letale il 31 gennaio del 2003, giorno del Capodanno cinese.

«Un altro se n'è andato», ha sussurrato un agente di polizia.

Caso 12: "Non la libereremo nemmeno se muore qui", ha risposto l’ufficio 610

Meng Xiao di trentasette anni, è cresciuta nelle campagne della città di Nanchong, della provincia dello Sichuan. Dopo la laurea, ha lavorato presso l'acciaieria di Chengdu, successivamente rinominata Panzhihua Iron and Steel. Nel marzo del 1999, quando è stata ricoverata in ospedale a causa di una malattia che inizialmente sembrava incurabile, ha iniziato a praticare il Falun Gong, che l'ha guarita.

Meng Xiao (foto scattata durante il suo tirocinio a Pechino)

È stata arrestata e condannata a due anni di carcere il 17 novembre del 1999 dopo aver esposto uno striscione relativo al Falun Gong in Piazza Tiananmen. Durante la sua detenzione a Pechino, tra le varie forme di tortura, è stata picchiata, torturata con i manganelli elettrici e legata.

Il 12 aprile del 2000 Meng è stata mandata nella prigione femminile dello Sichuan nella città di Jianyang. È stata ripetutamente messa in isolamento, picchiata, trascinata su e giù per le scale e sottoposta a scariche con i bastoni elettrici. È stata anche ammanettata con le mani dietro la schiena molte volte, e l'hanno lasciata diversi giorni sotto una finestra aperta, d'inverno, lasciandole addosso vestiti leggeri.

Illustrazione della tortura: ammanettata dietro la schiena

Poiché Meng ha distribuito materiale del Falun Gong dopo il suo rilascio, gli agenti della stazione di polizia di Tuanjie l'hanno detenuta per quindici giorni. Il 21gennaio del 2002 dopo che il suo articolo che denunciava la persecuzione è stato pubblicato sul sito web Minghui, il ministero di polizia, attraverso l'amministrazione della provincia dello Sichuan, ha ordinato al suo datore di lavoro di monitorare da vicino Meng. Di conseguenza, è stata trattenuta nell'acciaieria di Chengdu per un periodo di tempo, senza poter tornare a casa la sera.

Il 24 aprile del 2002 Meng è stata mandata al Centro di lavaggio del cervello di Tangchang. Mentre si trovava lì, è stata picchiata e presa a calci in maniera così violenta da non poter più stare in piedi, a causa di lesioni alla colonna vertebrale e al coccige. È stata rimandata al suo posto di lavoro in condizioni critiche, dove le sono stati iniettati con la forza farmaci dannosi per i nervi.

Anche se quasi paralizzata, è stata in grado di leggere i libri del Falun Gong, e facendo gli esercizi è guarita senza l’uso di medicine. In seguito è stata costretta a fuggire da casa sua per evitare ulteriori persecuzioni.

Tuttavia, il 19 novembre del 2003 la polizia di Chengdu e di Jintang hanno arrestato di nuovo Meng. I funzionari del centro di detenzione di Jintang la portavano spesso all'Ospedale militare 201 per iniezioni di routine di farmaci velenosi e dannosi per i nervi, tra cui due dosi di diazepam e una dose di clorpromazina.

Dopo che Meng ha spiegato cosa fosse il Falun Gong ai medici, hanno smesso di somministrarle i farmaci, ma è stata portata al primo ospedale di Jintang per continuare le iniezioni forzate.

Illustrazione della tortura: iniezione forzata di droghe sconosciute

La famiglia di Meng ha chiesto la sua liberazione, ma un ufficiale dell'Ufficio 610 di Chengdu ha rifiutato la richiesta.

«Non la libereremo anche se muore qui», gli è stato riferito.

La morte di Meng è avvenuta in ospedale tra l'8 e il 12 gennaio del 2004. Il suo corpo ferito è stato immediatamente cremato dai funzionari senza che la famiglia ne fosse informata.

Caso 13: "Non voglio morire! Voglio andare a casa! ”, gridava piangendo la farmacista prima di morire

Zhang Hong, una farmacista che lavora in un laboratorio biochimico. È morta all'età di 31 anni.

Zhang Hong di trentuno anni, era una farmacista che lavorava al quarto ospedale di Harbin della provincia dell’Heilongjiang. L'8 maggio del 2004 gli agenti della stazione di polizia di Dongfeng l’hanno mandata al secondo centro di detenzione di Harbin. Il 22 luglio del 2004, è stata inviata all'unità di addestramento del campo di lavoro di Wanjia per un periodo di tre anni.

Poiché si è rifiutata di scrivere dichiarazioni che diffamavano il Falun Gong, Zhang è stata ammanettata al piano superiore di un letto a castello, costringendola a stare in piedi.

Il 23 luglio del 2004, le guardie l'hanno messa su un letto di legno, ammanettandole entrambe le braccia sopra la testa e legando entrambi i piedi con delle corde. A ciò ha fatto seguito un'iniezione di farmaci sconosciuti che le hanno causato l'incontinenza. Le guardie le hanno tolto tutti i vestiti tranne la canottiera e l'hanno lasciata nella corrente davanti a una finestra.

Il 24 luglio dopo che Zhang ha iniziato lo sciopero della fame per protestare, le guardie hanno ordinato alle detenute di alimentarla forzatamente con la sua zuppa di mais, alla quale avevano mescolato una grande quantità di sale. Non le è stata data acqua né il permesso di usare il bagno. I suoi piedi erano gonfi e violacei. Il 29 luglio, durante l'alimentazione forzata l'hanno ferita, e l'hanno fatta sanguinare talmente tanto da inzuppare un intero asciugamano.

Il 30 luglio, prima di farle un'iniezione, un supervisore soprannominato Yu ha diluito un farmaco sconosciuto con acqua fredda del rubinetto. Verso le 8:00 del mattino hanno sentito Zhang gridare: «Non voglio morire! Voglio andare a casa! Il mio indirizzo di casa è...».

Quel pomeriggio, era ammanettata dietro la schiena a una sedia di metallo, e la sua testa era ricoperta da pezze di nastro bianco.

Illustrazione della tortura: iniezione forzata di droghe sconosciute

Il 31 luglio del 2004, alle 13:00, due guardie mascherate hanno ordinato a quattro detenuti di portare Zhang all’ospedale militare 211. Dei testimoni hanno detto che in quel momento era già morta, mentre la sua famiglia era stata avvisata alle 15:20, ed informata che la morte della donna era avvenuta intorno alle 14:00.

Caso 14: Viso deformato con sangue da occhi, orecchie, naso e bocca

Chang Yongfu era un praticante del Falun Gong nella contea di Mulan, della provincia dell’Heilongjiang. Gli agenti della prima stazione di polizia di Mulan lo hanno arrestato a casa sua il 21 agosto del 2004 e l'hanno portato al campo di lavoro di Changlinzi. Lì guardie e detenuti lo hanno picchiato molte volte, lasciandolo semi-cosciente.

Per evitare la responsabilità dei maltrattamenti di Chang, il campo di lavoro lo ha riportato nella contea di Mulan. L'Ufficio 610 locale lo ha mandato segretamente all'ospedale psichiatrico di Dongxing e poi all'ospedale psichiatrico Puning, di Harbin, per ulteriori torture.

Chang Yongfu

Il corpo di Chang Yongfu

Nell’ottobre del 2006 i funzionari dell'ospedale hanno informato sua sorella maggiore di andare a prenderlo. A quel punto Chang era già stato reso mentalmente instabile. Aveva il naso gonfio, non riusciva a dormire né di giorno né di notte, e spesso urlava. La sua vista si era deteriorata fino a diventare completamente cieco. In momenti di lucidità, diceva che gli ospedali psichiatrici gli avevano somministrato farmaci sconosciuti che gli causavano dolore in tutto il corpo. Il suo naso, la testa e gli occhi erano particolarmente sensibili.

Chang è morto alle 5:00 del mattino del 18 gennaio del 2007. Aveva quarantaquattro anni. Al momento della sua morte c'era sangue nei suoi occhi, nelle orecchie, nel naso e nella bocca.

Caso 15: "Sappiamo come prendercene cura"

Cao Yuanru era una praticante del Falun Gong nella contea di Laiyuan, della provincia dell’Hebei. Un giorno del 2005 ha avuto i sintomi di una febbre. A causa dell'influenza della propaganda del PCC, la sua famiglia l'ha mandata all’ospedale psichiatrico di Baoding.

«Falun Gong?», ha detto il dottore alla famiglia, al momento del suo ricovero. «Andate pure. Sappiamo come prendercene cura».

Cao Yuanru

Il giorno seguente, Cao è morta a causa di una iniezione letale fatta in ospedale. Tutto il suo corpo era diventato violaceo, ed aveva del sangue quasi nero nel naso e nella bocca. I membri della sua famiglia si sono pentiti della loro decisione, ma era troppo tardi. Cao aveva trentacinque anni, ed ha lasciato lascia una figlia di quattro mesi.

Caso 16: "Se non muore ora, sarà come una bomba ad orologeria".

Liu Xiaolian viveva nel villaggio di Babaodao nella città di Chibi, della provincia dell’Hubei. Ha avuto molte malattie ed ha perso la vista dell'occhio destro nel 1958. Dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong nel 1995, tutte le sue malattie sono scomparse nel giro di due settimane, riacquisendo persino la vista dall'occhio destro. È sempre stata felice di condividere con gli altri la gioia e la bellezza che ha provato grazie alla pratica.

Liu Xiaolian

Prima detenzione: somministrazioni forzate

Nel dicembre del 2000, Liu è andata a Pechino per fare appello per il Falun Gong, ma una volta raggiunta Piazza Tiananmen è stata arrestata e picchiata. Tre giorni dopo, è stata mandata nella città di Haicheng, della provincia del Liaoning, dove l'hanno lasciata esposta al freddo e senza cibo.

Il 17 gennaio del 2001, gli agenti del dipartimento di polizia di Chibi l’hanno portata al secondo centro di detenzione della città. La polizia ha temporaneamente assunto un agente, Ye Jun, appositamente per torturare Liu. La picchiava ogni mattina, colpendola alla testa, agli occhi, al petto e all’addome. Successivamente, nel periodo del capodanno cinese è stata trasferita al primo centro di detenzione della città di Chibi.

Il 28 giugno del 2002 Deng Dingsheng e Qian Yulan, i due vicedirettori del centro di detenzione, l’hanno portata al primo ospedale di Chibi. Sono stati coinvolti anche la guardia Song Yuzhen e due detenuti. Senza esaminare Liu, i medici hanno preparato farmaci da iniettarle, e nel frattempo i funzionari le hanno ammanettato mani e piedi ai quattro angoli di un letto. In seguito l'hanno bendata, e con la forza le hanno iniettato farmaci sconosciuti.

Quella stessa notte Liu ha sanguinato dalla bocca, dal naso, dalle orecchie e dagli occhi. Le sue orecchie le facevano molto male. Ha anche vomitato, ha avuto la diarrea, ed ha urinato sangue e aveva coaguli di sangue nell'intestino. Cinque giorni dopo le sue feci erano scure, sanguinolente e avevano un odore particolarmente sgradevole.

Ogni volta che andava in bagno provava molto dolore, a livelli simili al parto. Non era in grado di mangiare e poteva bere solo piccole quantità d'acqua. Rendendosi conto che era in punto di morte, i funzionari del centro di detenzione l'hanno rilasciata dopo aver costretto la sua famiglia a pagare 3.000 yuan (circa 392 euro).

Liu era in condizioni critiche quando è tornata a casa, e la sua famiglia pensava che non avrebbe vissuto a lungo. Stavano cominciando a preparare i funerali, ma miracolosamente è riuscita a riprendersi. Sebbene fosse ancora debole, nei suoi giorni migliori usciva per parlare alla gente della persecuzione subita.

Seconda detenzione: tortura dei "Cinque cavalli che separano il corpo"

Sfortunatamente, dopo la sua seconda uscita la polizia locale è andata a casa sua, e l'ha portata via mentre era a letto. Il 17 ottobre del 2002 è stata trasferita al primo centro di detenzione della città di Chibi.

Il 6 dicembre del 2002, il vicedirettore Deng Dingsheng, con una dozzina di guardie e quattro detenuti, hanno torturato Liu. I quattro detenuti le hanno afferrato gli arti, mentre Deng le ha afferrato la testa e tiravano con forza. Questa tortura, che è stata soprannominata "cinque cavalli che separano il corpo", le ha causato la lacerazione dell'ano e la slogatura di molte articolazioni.

In seguito, altre guardie si sono unite alla tortura di Liu. Uno dopo l'altro l'hanno picchiata con pesanti catene. Le hanno rotto molte ossa durante la tortura, facendole anche perdere conoscenza. Dopo aver riacquisito conoscenza, le hanno piegato duramente il collo contro la sua spalla, ed è svenuta di nuovo. Più tardi è stata rinchiusa e incatenata per oltre una settimana, e non le è stata data acqua per due settimane.

Il 29 aprile del 2003, per costringere Liu a rinunciare al Falun Gong, Deng Dingsheng e diverse altre guardie l'hanno picchiata di nuovo. A quel punto, la sua testa sanguinava e le ossa delle braccia, delle gambe, delle mani, del petto e della regione lombare erano tutte rotte.

Le guardie pensavano che sarebbe morta, così l'hanno gettata vicino ad uno stagno nel giardino. Quando hanno visto che Liu non era morta, l’hanno presa a calci e calpestata. Le articolazioni delle sue braccia e delle gambe erano rotte al punto che alcune delle sue ossa erano sporgenti. In qualche modo era ancora viva, allora, il 29 maggio del 2004, poiché non era più in grado di prendersi cura di se stessa, i funzionari del centro di detenzione hanno chiamato la sua famiglia per portarla a casa.

Terza detenzione: "Il fiore di loto questa volta appassirà"

Nel dicembre del 2003 Minghui.org ha pubblicato l'articolo "Sopravvivere alla tortura estrema - Un fiore di loto che non appassisce mai" che descrive la crudeltà vissuta da Liu nel centro di detenzione.

Il 29 dicembre del 2003, per ritorsione, l'ufficio 610 della città di Chibi e l'Ufficio di sicurezza dello stato hanno cooperato con dei funzionari locali ed hanno nuovamente arrestato Liu. Il 10 gennaio del 2004, il personale dell'Ufficio 610 e della sicurezza nazionale della città hanno trasferito Liu al centro di detenzione della città. Prima di entrare nella cella, il direttore del centro, Deng Dingsheng, l'ha colpita in testa, dicendo: «Ti tireremo e ti squarteremo di nuovo!».

Zhou Xinhua, vice segretario del Partito della città di Chibi, ha parlato con il marito di Liu. «L'articolo di Minghui descrive Liu come un fiore di loto che non appassisce mai. Ma so che questa volta il fiore di loto appassirà. Se muore, quanti soldi vorrai da noi?», ha detto.

Il 19 febbraio del 2004 la tortura di Liu si è intensificata. Un giorno, mentre stava meditando nella sua cella, il vicedirettore del centro di detenzione, Qian Yulan, ha usato un pesante stivale per colpirla alla testa, facendole sanguinare gli occhi, le orecchie, e il naso, così tanto da ricoprire completamente il suo corpo ed un'intera coperta. Il 29 maggio, per evitare di prendersi la responsabilità, e visto che non riusciva a prendersi cura di sè, i funzionari l'hanno riportata a casa.

«Se non muore ora, sarà come una bomba ad orologeria», ha commentato un funzionario.

Quarta detenzione: Incapace di parlare dopo la somministrazione forzata di farmaci

Il 26 aprile del 2006 la polizia ha arrestato di nuovo Liu. Questa volta è stata mandata direttamente all'ospedale psichiatrico di Pufang nella città di Chibi, dove è stata perseguitata in modo così grave da renderla muta. Quanto segue è stato trascritto da una sua nota scritta a mano:

«Un medico, noto come il “direttore Zhang”, ha stretto un accordo con il governo della città di Chibi e la polizia per farmi subire abusi medici al prezzo di 6.000 yuan (circa 783 euro). Sotto la guida di Zhang e dei suoi complici, sono stata sottoposta a scosse elettriche ad alta tensione e sono stata ustionata con aghi elettrici per quattro ore. Ha anche ordinato a giovani pazienti psichiatrici maschi di insultarmi, maledirmi, picchiarmi e molestarmi sessualmente.

Mi hanno anche iniettato forzatamente farmaci dannosi. Nel giro di 24 ore mi hanno anche somministrato, per via endovenosa, undici litri di infusi velenosi. In seguito, la pelle mi è diventata scura in tutto il corpo, ed ho perso conoscenza per 48 ore. Quando sono rinvenuta non riuscivo più a parlare. Solo a quel punto il medico ha fermato la tortura».

Quinta detenzione: continue somministrazioni e morte

L’1 settembre del 2006, Liu è stata nuovamente inviata all'ospedale psichiatrico di Chibi Pufang e perseguitata. Ế stata alimentata forzatamente, le sono stati iniettati farmaci sconosciuti, ustionata con aghi elettrici e soffocata sotto le coperte per diverse ore. Era in punto di morte. Tra le persone responsabili della persecuzione c'erano la dottoressa Han Hai, il dottor Shen Zubo e il direttore Zhang Hongjing.

L'intero corpo di Liu era gonfio prima di morire.

Durante i successivi due anni di detenzione, Liu ha continuato a essere tormentata fisicamente e mentalmente. A settembre del 2008, il suo corpo era gonfio, aveva difficoltà a mangiare e non era in grado di urinare. Quando è stata rimandata a casa, un medico ha detto che aveva solo una ventina di giorni di vita.

Il 26 ottobre del 2008 dopo più di cinque anni e quattro mesi di atroci persecuzioni, Liu è deceduta. Quella stessa notte, sei poliziotti in borghese hanno sorvegliato la sua casa per cercare di catturare i praticanti del Falun Gong che avrebbero potuto farle visita.

Caso 17: "Essere responsabili nei suoi confronti"

Gong Hui di cinquantasette anni, era medico presso il giacimento petrolifero di Dagang a Tianjin. Ế dovuta andare in pensione anticipata a causa di numerose malattie. Nel 1997 tre mesi dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong, tutte le sue malattie sono scomparse. Era piena di energia e sembrava più giovane di almeno dieci anni.

Gong Hui, ex medico al giacimento petrolifero di Dagang

Il 13 agosto del 2008 Gong è stata arrestata nel nome del "mantenimento della sicurezza nazionale" prima delle Olimpiadi di Pechino, da agenti della polizia locale e della sicurezza interna. È stata trattenuta nel centro di detenzione del distretto di Nankai per trentacinque giorni e poi il 17 settembre è stata portata al campo di lavoro forzato Banqiao del distretto di Dagang.

Si sospetta che il campo di lavoro mettesse droghe nel suo cibo e acqua, il che ha lasciato Gong mentalmente squilibrata. Aveva uno sguardo perso nel vuoto e continui tremori. Inoltre, non riusciva a dormire normalmente e tremava in modo incontrollato quando camminava.

Mentre era in queste condizioni, nel campo di lavoro forzato le hanno fatto scrivere le tre dichiarazioni per denunciare il Falun Gong. Successivamente, l’hanno fatta lavorare nel laboratorio del campo e l’hanno portata in diversi ospedali per dei test.

Oltre ai farmaci neurotossici, i funzionari l’hanno anche costretta a prendere farmaci per la soppressione dei nervi, lasciandola ogni giorno in agonia e confusione.

«Siamo responsabili nei suoi confronti», ha dichiarato un ufficiale.

Nell'acqua che il campo di lavoro dava ad alcuni praticanti del Falun Gong, tra cui anche Gong, si poteva vedere una sostanza lucida e dall’aspetto fibroso. Dopo aver bevuto quest'acqua, la lingua della vittima diventava insensibile ed iniziava asanguinare, dando la sensazione che fosse avvolta da un filo metallico. Dopo un pò di tempo, la vittima si sentiva intorpidita, tutto il suo corpo tremava, entrava in confusione e perdeva il respiro, con conseguente difficoltà a controllarsi e a mantenere la calma.

Gong è stata rimandata a casa dieci mesi dopo essere diventata mentalmente squilibrata. Ventidue giorni dopo, il 4 dicembre del 2009 è deceduta.

Caso 18: «Trattala con i farmaci per il Falun Gong», ha detto un medico

Xu Decun di cinquantadue anni, era una praticante del Falun Gong nella città di Zaozhuang, della provincia dello Shandong. Il 27 aprile del 2002 dopo essere stata arrestata e inviata alla stazione di polizia di Jiefang North Road, è riuscita a fuggire il giorno dopo.

Ế stata costretta a stare lontana dalla sua famiglia per i successivi otto anni per evitare l'arresto. Il 30 aprile del 2010 è finalmente tornata a casa per occuparsi di suo figlio e della suocera anziana, ma è stata nuovamente arrestata il 2 maggio, e condannata a due anni di reclusione.

Nel 2012 dopo essere stata rilasciata, si sentiva esausta e affaticata, come se fosse sotto l'influenza di qualche sostanza.

Quando la sua salute ha continuato a peggiorare, la sua famiglia l'ha mandata all'ospedale municipale di Zaozhuang. Vedendola in condizioni di salute così precarie, i medici hanno rifiutato per la prima volta di accettarla.

Dopo aver sentito che Xu era una praticante del Falun Gong, tuttavia, un medico ha detto: «La cureremo con i farmaci per il Falun Gong».

Illustrazione della tortura: droghe forzate

Il 6 settembre del 2013 alle 5:00 del mattino Xu è stata portata all'unità di terapia intensiva. Durante il tragitto, ha gridato: «La Falun Dafa è grande! Verità, Compassione e Tolleranza sono grandiosi!».

Un minuto dopo essere entrata in terapia intensiva, un medico ha dichiarato la sua morte cerebrale.

Caso 19: Iniezioni chiaramente visibili

Luo Jiangping di cinquantuno anni, era residente nella città di Panzhihua, della provincia dello Sichuan. Dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong nel 1996, la sua salute fisica e il suo carattere sono migliorati in modo notevole. Ha seguito i principi di Verità, Compassione e Tolleranza, ed è sempre stato disposto a dare una mano ai suoi vicini.

In un’area in cui l'acqua era scarsa, i residenti locali spesso si contendevano l’acqua per l'irrigazione. Luo e altri praticanti del Falun Gong sono stati sempre premurosi e hanno aspettato che tutti gli altri finissero, prima di irrigare la loro terra. Questo gli ha fatto guadagnare un grande rispetto da parte dei residenti locali.

Luo Jiangping e la sua famiglia

All'inizio del 2002, Luo è stato portato nella prigione di Deyang per un periodo di cinque anni.

Il 6 gennaio del 2012, Luo si è recato nella contea di Nanhua della provincia dello Yunnan per distribuire materiale del Falun Gong, ma è stato arrestato da agenti della stazione di polizia di Longchuan. Nell'aprile del 2012, il tribunale di Nanhua lo ha condannato a una pena detentiva di quattro anni e sei mesi, e successivamente è stato portato nella prima prigione dello Yunnan l’1 giugno, per scontare la sua pena.

Per via della sua fede le guardie e i detenuti hanno ammanettato Luo, l'hanno picchiato e gli hanno iniettato droghe sconosciute. Inoltre, ha dovuto lavorare più di dieci ore al giorno. Se non terminava i suoi incarichi, veniva privato del sonno o messo in isolamento.

Durante ripetute sessioni di alimentazione forzata, i muscoli della sua bocca sono stati feriti e tutti i suoi denti inferiori fatti cadere. Rimanevano pochissimi dei suoi denti superiori, ed erano tutti traballanti.

Il 23 dicembre del 2013 Luo era in pericolo di vita, ed è stato rilasciato su cauzione, a causa della sua precaria salute. Al suo ritorno a casa nel Sichuan ha raccontato a sua madre, agli altri membri della famiglia e a degli amici delle iniezioni velenose che ha ricevuto mentre era in prigione.

I fori lasciati dagli aghi erano chiaramente visibili su entrambe le sue braccia. Ogni punto di iniezione aveva un livido di circa due centimetri di diametro che lo circondava. Il 28 dicembre, cinque giorni dopo il suo rilascio Luo è deceduto.

Caso 20: Organi rimossi e divieto per la famiglia di vedere il corpo

Gao Yixi di quarantacinque anni, era residente nella città di Mudanjiang, della provincia dell’Heilongjiang. Tutta la sua famiglia ha iniziato a praticare il Falun Gong, uno dopo l'altro, per curare le loro varie malattie. I benefici per la salute erano indiscutibili, poiché il cancro gastrico di sua sorella era guarito, il cancro alla lingua e la sepsi di sua madre erano scomparsi e il glaucoma di Gao era evaporato. Seguendo i principi di Verità, Compassione e Tolleranza, per essere cittadini migliori, l'intera famiglia viveva in armonia.

Gao Yixi

Gao e la sua famiglia hanno sofferto enormemente dopo l'inizio della repressione nel luglio del 1999. Sua sorella, Gao Xiurong, è stata detenuta numerose volte nei campi di lavoro e nelle carceri. Suo padre è morto a casua dell'estrema ansia, intimorito dal costante stress e dal terrore. Per evitare ulteriori persecuzioni, lo stesso Gao è stato costretto a stare lontano da casa sua per diversi anni.

Il 19 aprile del 2016, alle 22:00, Gao e sua moglie sono stati arrestati a casa loro. Gao è stato inviato al secondo centro di detenzione di Mudanjiang alle 5:00 del giorno successivo. Quando ha protestato contro il suo trattamento con uno sciopero della fame, le guardie lo hanno alimentato con la forza e hanno continuato a torturarlo.

Il 28 aprile è stato inviato all'ospedale di polizia di Mudanjiang, dove i medici gli hanno fatto un'iniezione. All'inizio era riuscito a rimuovere l'ago. Più tardi, le guardie l'hanno legato al letto, legandogli petto e gambe e mani.

L'iniezione è continuata nonostante le sue proteste.

La mattina del 29 aprile dopo aver sentito questa notizia, sua madre e sua figlia sono andati in ospedale per fargli visita, ma i funzionari gli hanno impedito di vederlo.

Alle 5:40 del giorno successivo, i funzionari hanno dichiarato che Gao era morto improvvisamente a causa di un infarto. I suoi occhi erano spalancati e lacrimanti.

La sua testa era piena di lividi e i pugni erano serrati, con le unghie che erano diventate viola. Sul polpaccio destro aveva tre grossi fori di ago. Alcuni organi erano stati rimossi dal suo corpo, infatti i funzionari si sono rifiutati di consentire ai familiari di Gao di vedere il suo corpo.

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