(Minghui.org) Nonostante siano passati sei mesi da quando è stata torturata dalla polizia, Che Jinxia ha ancora gonfiore alla testa, il mignolo della mano sinistra rotto privo di mobilità, e le braccia le fanno ancora così male da non riuscire a vestirsi o spogliarsi.
La donna, cittadina di Jiamusi e residente nell'Heilongjiang, ha richiesto più volte delle cure mediche, ma ogni volta le guardie del centro di detenzione di Jiamusi hanno negato la sua richiesta perché hanno ricevuto l’ordine dalla polizia di non farla curare.
La signora Che, di cinquantatré anni, il 25 luglio dello scorso anno è stata arrestata per essere una praticante del Falun Gong, una disciplina spirituale che dal 1999 è perseguitata dal regime comunista cinese, e dopo il suo arresto è stata maltrattata dalla polizia per un giorno intero.
Gli agenti l'hanno costretta a mettersi a testa in giù e le hanno tirato le gambe. L'hanno anche aggredita sessualmente e torturata in altri modi, strappandole gran parte dei capelli e coprendola di lividi.
Nonostante il procuratore abbia rimandato il suo caso alla polizia il 27 novembre scorso per insufficienza di prove, la praticante è ancora detenuta e le vengono negate le cure mediche. La sua famiglia ha presentato denunce a diverse agenzie governative contro la brutalità della polizia nei confronti di Che.
Che Jinxia
Una spaventosa tortura
Che Jinxia lavorava in un'impresa di costruzioni, ed è stata arrestata mentre si recava a casa di un praticante locale per studiare insieme gli insegnamenti del Falun Gong.
Quando Che Jinxia si è accorta di essere seguita da due agenti in borghese, non è entrata nell’abitazione di quel praticante ed ha cambiato strada, ma i due agenti l'hanno comunque fermata e le hanno perquisito la borsa.
Senza dare spiegazioni, hanno trascinato Che Jinxia in una macchina della polizia e hanno cominciato a picchiarla. Un altro agente si è unito a loro e i tre uomini l'hanno colpita molto forte, soprattutto sul seno.
Che Jinxia è stata poi portata alla stazione di polizia di Changqing. Gli agenti l'hanno condotta in un posto senza telecamere di sorveglianza dove l’hanno afferrata per i capelli, sbattuto la testa contro il muro e calpestato il viso.
Un ufficiale, Wu Bin, le ha pizzicato fortemente i seni da dietro, le ha afferrato la testa e l’ha spinta per terra strappandole gran parte dei capelli.
Successivamente, Wu l'ha costretta a fare una verticale, e mentre era a testa in giù altri due ufficiali le allargavano le gambe spingendole verso il basso. Che Jinxia è quasi svenuta a causa del dolore e in seguito ha avuto una copiosa emorragia vaginale.
Rievocazione della tortura: verticale costretta
Quattro ufficiali le hanno tirato anche le braccia e le gambe, sollevandola in aria e gettandola poi a terra. Hanno ripetuto la tortura più volte e una volta Che Jinxia è atterrata sulla testa.
Durante la tortura, Wu Bin le ha nuovamente pizzicato i seni, oltre che l’interno coscia, le parti intime e la parte superiore delle braccia. La praticante urlava per il dolore.
Durante l'interrogatorio, gli agenti hanno costretto la praticante a sedersi su una sedia di metallo, prendendola a schiaffi e colpendole il collo con grossi libri. Che Jinxia ha sofferto terribilmente e non riusciva più a muoverlo.
Un altro ufficiale, Wu Chuang, ha fatto a pezzi l'immagine del fondatore del Falun Gong e gliel'ha messa sotto i piedi e in bocca mentre urlava a causa del dolore, dicendole gridando che aveva calpestato e morso il suo Maestro.
Quando la polizia si è stancata di picchiarla, le hanno ammanettato strettamente le mani dietro alla schiena. Le hanno inoltre legato un'estremità del laccio delle scarpe al collo e l'altra estremità alla sedia di metallo. Entrambe le braccia e le gambe si sono rapidamente gonfiate e sono diventate nere, oltre ad avere un forte dolore alle dita della mano destra.
In seguito gli agenti hanno costretto la donna a consegnare un campione di urina, ma siccome la praticante si era rifiutata di farlo, un ufficiale le ha tirato giù i pantaloni e due agenti, un maschio e una femmina, l'hanno portata in bagno per raccogliere l'urina, mentre l’ufficiale uomo la derideva. Gli agenti inoltre l'hanno bloccata su un letto per raccogliere con la forza un campione di sangue. Un ufficiale ha detto: «Bucatela con la forza necessaria, non ci importa se si fa male o no!»
Quando la mattina presto del 26 luglio gli agenti hanno interrotto la tortura, Che Jinxia aveva grossi lividi sulla fronte e sulle tempie, le guance erano così gonfie che non riusciva ad aprire la bocca e aveva un intenso bruciore ai seni, agli organi interni, alle costole, alle spalle e all'interno coscia.
Mentre la polizia non prestava attenzione, la donna ha raccolto da terra alcuni dei capelli che le avevano strappato.
I capelli di Che Jinxia strappati dalla polizia
Che Jinxia aveva inoltre il mignolo sinistro rotto con l'osso dislocato. Più tardi è diventato nero e pieno di pus, e poiché non ha mai ricevuto cure mediche, il dito è ora disabile e non può essere raddrizzato.
Che Jinxia ha subito anche lesioni al ginocchio e alla gamba destra, tanto da non riuscire ad accovacciarsi e soffre di dolori persistenti. A causa delle torture subite alle braccia, attualmente Che Jinxia non è ancora in grado di vestirsi o svestirsi in autonomia.
Oggetti di valore confiscati durante un'irruzione in casa
Il 26 luglio, il giorno dopo l'arresto di Che Jinxia, verso le quattro di pomeriggio, il vice capo della stazione di polizia di Jiaoqu, Li Aiguo, Wu Bin e altri agenti hanno portato un fabbro a casa del padre della praticante e hanno tentato di saccheggiare l’abitazione.
Non riuscendo a fare irruzione in casa del signor Che Weiqi, anche lui praticante del Falun Gong, la polizia ha trovato il marito della donna nelle vicinanze e gli hanno detto che volevano controllare che il suocero stesse bene, e che se fosse stato in cattive condizioni di salute avrebbero rilasciato la figlia.
Credendo alla polizia, il marito li ha portati a casa sua.
Appena il signor Che ha aperto la porta, la polizia ha fatto irruzione e ha perquisito il posto per due ore. Il suo computer, la stampante e molti altri effetti personali sono stati confiscati. Anche le banconote con numeri di serie speciali raccolte dal figlio minore, del valore di oltre 20.000 yuan (circa 2.650 euro) e 3.000 yuan (circa 400 euro) in contanti, sono state portate via dalla polizia.
Persecuzioni passate
Che Jinxia praticava il Falun Gong da tre anni quando nel 1999 il regime comunista ha iniziato la persecuzione. Avendo beneficiato della disciplina, si era recata a Pechino per parlare della sua fede.
A giugno del 2000, mentre srotolava uno striscione con scritto "La Falun Dafa è buona" in piazza Tienanmen, è stata arrestata e trattenuta per quarantuno giorni nel centro di detenzione di Jiamusi. Le autorità hanno estorto 2.600 yuan (circa 340 euro) a lei, e 3.000 yuan (circa 400 euro) ai datori di lavoro, costringendola anche a pagare 300 yuan (circa 40 euro) per il cibo.
Informazioni per contattare i responsabili:
Li Aiguo (李爱国), vice capo della stazione di polizia: +86-454-6166778, +86-18724232222
Wu Bin (吴彬), agente di polizia incaricato del suo caso, e che l'ha torturata: +86-13946472555
Li Qiang (李强), agente di polizia che l'ha torturata: +86-18945601989, +86-13359500109, +86-18104540277
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Categoria: Torture