(Minghui.org) Il 18 luglio dello scorso anno Zhao Jun, sessantatreenne pensionata di una società edile di Xichang nello Sichuan, è stata arrestata per la sua fede nel Falun Gong. La polizia ha sequestrato il suo pc portatile, i libri del Falun Gong e oltre 2.000 yuan in contanti (circa 260 euro).

Sebbene il Procuratore della città di Xichang abbia respinto il suo arresto per insufficienza di prove ed il 21 agosto abbia ordinato la sua liberazione, il 16 ottobre la polizia ha nuovamente ripresentato il suo caso alla Procura.

Di seguito è riportata la dichiarazione di difesa di Zhao presentata al procuratore, in cui descrive dettagliatamente come il Falun Gong l'ha cambiata in una persona migliore.

Trovare il vero significato della mia vita

Ho sofferto di molti disturbi fin dall'infanzia, in particolare di un mal di testa che mi ha torturato per decenni. In seguito ho iniziato a soffrire anche di gastrite, faringite, insonnia e raffreddori che duravano tutto l'anno. A volte mi capitava di svenire improvvisamente.

A causa della mia cattiva salute ero depressa ed infelice. Una volta ho incontrato un indovino, il quale mi ha detto che non sarei vissuta oltre i cinquant’anni ed io gli ho creduto ciecamente.

Ricordo un giorno della seconda elementare in cui la nostra insegnante ci ha raccontato alcune storie di persone che avevano fatto delle buone azioni. Mi sono così commossa che ho iniziato a piangere. La maestra ha poi detto a mia madre: «Questa bambina ha qualcosa di speciale».

Diventata adulta, ho iniziato a notare quanto le persone della mia età tendano a venerare le star del cinema, mentre io ho sempre ammirato coloro che hanno elevati valori morali e un forte senso di giustizia. Spesso mi chiedevo se la vita di una persona proveniva davvero dal grembo materno, poiché trovavo questa spiegazione difficile da credere. Ho sempre pensato che ci dovesse essere qualcosa di più.

Provavo una sensazione di inquietudine quando sentivo dire dalle persone che con la morte tutto finisce e che dopo non rimane più nulla. Inoltre le persone che sostengono questa teoria hanno solitamente un atteggiamento molto sprezzante nei confronti della vita: «La vita è breve, goditela finché puoi», agendo così senza preoccuparsi delle conseguenze indipendentemente dal fatto che le azioni compiute siano buone o cattive.

Condizionata da questa mentalità, mi sono lasciata trascinare dalla corrente. Sebbene non mi considerassi una brava persona, non ho mai perso la speranza.

Nel 2006, dopo aver iniziato la pratica del Falun Gong con gli esercizi, le cose hanno iniziato a cambiare. Due settimane dopo tutti i miei problemi di salute erano scomparsi: per la prima volta dopo tanto tempo mi sono sentita in salute! Da allora, non ho più avuto bisogno di assumere farmaci e sono diventata molto forte. Ho anche capito che lo scopo della mia vita era diventare una persona altruista che mette sempre gli altri al primo posto.

Purtroppo tre mesi dopo sono stata denunciata e le guardie hanno cercato di costringermi a rinunciare alla pratica del Falun Gong. Mi sono chiesta «Cosa dovrei fare?». Il mio cuore soffriva al solo pensiero di ritornare alla vecchia vita.

Tuttavia la pressione era enorme e la persecuzione avrebbe coinvolto la mia famiglia. Mi domandavo dove fosse la giustizia. A nessuno importava di me quando ero malata ma, proprio quando ho iniziato a vedere la luce alla fine del tunnel, mi è stato detto di rinunciare al Falun Gong, la pratica che mi ha liberato dalla mia miseria. La realtà era così crudele.

Ho dovuto fare una scelta fra obbedire al Partito Comunista Cinese (PCC) o mantenere la mia fede. Il mio cuore mi diceva che il mio equilibrio era più importante che eseguire gli ordini del PCC: responsabile della mia mente e del mio corpo, ho scelto di continuare a praticare il Falun Gong, la disciplina che mi aveva mostrato la via per tornare al mio vero sé.

Trattare i detenuti con compassione e gentilezza

Il 29 aprile 2011 sono stata processata segretamente presso il tribunale della città di Xichanged il 2 settembre dello stesso anno sono stata condannata a tre anni. Quando i miei familiari si sono recati in tribunale per chiedere informazioni sul mio caso, il giudice si è rifiutato di comunicare loro il verdetto.

Il 28 dicembre dello stesso anno sono stata condotta alla prigione femminile di Sichuan. Le guardie hanno fatto in modo che una detenuta condannata per omicidio mi sorvegliasse, inoltre non mi è stato permesso di parlare con nessuno.

Tuttavia il mio pensiero è stato: «Non importa quanto crudelmente mi trattino, non me la prenderò con loro. Sarò gentile con tutti».

In carcere, alcune detenute sono state toccate dalla gentilezza delle praticanti del Falun Gong. Quando venivo torturata, per diversi giorni non mi veniva dato il permesso di lavarmi e di usare la carta igienica, tuttavia c’era sempre qualcuno che mi dava della carta igienica elasciava qualche caramella sul mio letto.

In seguito, le guardie mi hanno ordinato di fare del lavoro non retribuito. Una detenuta che lavorava nella fila successiva alla mia, mi ha detto: «Non ho bisogno di controllare il numero dei pezzi che mi passi perché voi praticanti del Falun Gong siete tutte brave persone. Mi fido di te».

Anche la detenuta che mi controllava sapeva che siamo brave persone. Quando ha iniziato a sorvegliarmi spesso mi poneva domande su come essere una persona buona ed era molto felice quando le parlavo delle mie comprensioni. Ha detto: «Voi praticanti del Falun Gong mettete davvero in pratica i principi di Verità, Compassione e Tolleranza».

Una volta, mentre ci trovavamo nella sala da pranzo, mi ha presentato ad una sua amica alla quale aveva detto che parlare con me le aveva fatto bene. Tuttavia, proprio in quel momento, una detenuta le ha urlato contro e un’altra le ha detto: «Non devi trattare Zhao Jun in questo modo, non si è ancora trasformata».

Poco dopo, la detenuta che mi sorvegliava è stata convocata nell'ufficio delle guardie. Ritornata in sala, si era trasformata in una persona completamente diversa. In seguito misegnalava spesso alle guardie.

Il giorno prima del mio rilascio mi ha comprato una coscia di pollo arrosto come gesto d'addio e mi ha detto: «Non volevo trattarti in quel modo, ma dovevo farlo, mi dispiace».

Riuscivo a comprendere la sua paura e la sua impotenza in quelle circostanze.

Vorrei dire di più sull'altra detenuta incaricata di sorvegliarmi condannata per omicidio. Una volta, per eseguire gli ordini delle guardie, non mi ha lasciato dormire per tre giorni di seguito. Ero costretta a stare assolutamente ferma. Ogni volta che muovevo i piedi anche solo un po', mi picchiava. Mi ha riempito la bocca di calzini sporchi e mi ha svestita completamente. Non importa quanto male mi trattasse, sono sempre stata gentile con lei e, quando me lo chiedeva, le lavavo persino gli abiti.

In inverno le mie mani erano sempre congelate. Una volta mi ha detto: «Le tue mani hanno un aspetto così orribile che vorrei tagliartele», poi mi ha ordinato di fare delle cose per lei, come lavare i suoi vestiti e, anche se mettere le mani nell’acqua era molto doloroso, l’ho fatto comunque. Quando voleva indossare i miei abiti caldi nel freddo dell’inverno, glielo lasciavo fare.

Un giorno, una guardia mi ha chiesto cosa pensassi di lei. Ho pensato che, essendo una praticante del Falun Gong, non avrei dovuto risentirmi con nessuno, così non mi sono lamentata di quanto fosse crudele e le ho parlato di alcuni dei suoi lati positivi. Non ho mai fatto parola con lei di ciò che ho detto alla guardia.

Per un po' di tempo non potevo andare in mensa, quindi dovevo mangiare con lei in cella e mangiavo ciò che a lei non piaceva. Una volta mi ha detto: «Non ho bisogno che tu ti prenda cura di me: ti disprezzo».

Sono rimasta impassibile e ho continuato a fare ciò che dovevo. Non importa quanto fossi gentile con lei, fintanto che le guardie le dicevano di torturarmi, non ha mai mostrato pietà nei miei confronti, tuttavia ho continuato a trattarla con gentilezza ed ero molto dispiaciuta per lei, perché era costretta a fare cose cattive.

Un giorno mi ha detto: «Smettila di essere gentile con me, altrimenti non sarò più in grado di essere crudele con te». Sono stata sorpresa nel sentire quelle parole, poiché era nota in tutto il carcere per essere una persona molto crudele e non ha mai mostrato pietà per nessuno.

In un'occasione mi ha anche difeso quando alcune detenute si sono approfittate di me. Voleva denunciare il loro capo alle guardie, ma l'ho fermata perché non volevo che quella persona fosse punita.

In seguito mi ha detto: «So che non hai mai detto niente di male su di me. Ora so che voi praticanti del Falun Gong siete veramente gentili e non chiedete mai nulla in cambio».

In seguito, ha smesso di controllarmi. Non molto tempo prima che mi rilasciassero, un’altra detenuta mi ha riferito un messaggio da parte sua. Mi ha detto che era molto dispiaciuta per quello che mi aveva fatto e che noi praticanti del Falun Gong siamo le persone migliori.Ha poi aggiunto che non avrebbe mai più preso parte alla persecuzione del Falun Gong.

Il giorno in cui sono stata rilasciata, molte detenute mi hanno visto andare via. Alcune coraggiosamente si sono avvicinate e mi hanno abbracciato. La donna che mi aveva sorvegliata aveva le lacrime agli occhi: era così commossa che non riusciva a guardarmi negli occhi e, quando mi è passata accanto lentamente, ho potuto vedere che era sinceramente dispiaciuta.

Non ho mai pianto quando mi picchiava e mi torturava, ma non sono riuscita a trattenere le lacrime quando, quel giorno, ho visto il cambiamento del suo cuore.

Prima di lasciare il carcere ho chiesto ad una detenuta di darle una mela. In quella prigione, dare una mela a qualcuno significa desiderare che quella persona possa salvarsi e stare bene.

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