(Minghui.org) Fin dal primo giorno il Partito Comunista Cinese (PCC) ha nascosto le informazioni sul coronavirus di Wuhan, inoltre ha diffuso disinformazione su WeChat e altre piattaforme nel tentativo di controllare l’opinione pubblica ed evitare di assumersi la colpa della pandemia che si era propagata in altri paesi.

WeChat è stata lanciata per la prima volta nel 2011 ed è diventata in breve tempo una delle più grandi App per smartphone, con oltre 1 miliardo di utenti attivi mensilmente.

L'App vanta dei facili strumenti di comunicazione come la condivisione di foto e video, nonché la funzione di pagamento mobile. WeChat si è evoluta in una super App su cui il popolo cinese fa molto affidamento nella vita quotidiana. Oltre alla comunicazione tra famiglie, amici e colleghi di lavoro, viene usata anche per shopping e pagamenti, inclusi cene, prendere taxi o persino acquistare cibo di strada.

La popolarità di WeChat in Cina continentale ha spinto anche altri cinesi all'estero ad iniziare ad usarlo per rimanere in contatto con le loro famiglie e amici in Cina.

Con un database di utenti in rapida crescita, WeChat è diventato anche uno strumento molto utile al PCC per monitorare gli utenti di quest'App, inviando false informazioni per controllare l'opinione pubblica su alcune questioni.

I cinesi d'oltremare che non leggono i media occidentali o non si preoccupano di capire la differenza tra una società libera e uno stato totalitario, tendono a cadere nella trappola del PCC, e subire un lavaggio del cervello.

Nelle ultime settimane diversi messaggi che circolano su WeChat riguardanti la pandemia di coronavirus offrono uno spaccato di quale sia la portata e la profonda influenza che il PCC ha sui cinesi d'oltremare.

Primo messaggio

Messaggi dello stesso tipo riguardanti l'epidemia di coronavirus sono circolati su WeChat in Giappone, Francia, Mongolia Interna e Stati Uniti

I messaggi riportati sopra sono stati visti nei gruppi WeChat in Giappone, Francia, Mongolia Interna e Stati Uniti; gli autori hanno usato lo stesso modello cambiando solo il nome del Paese (sottolineato in rosso).

Il messaggio dice: “L'epidemia in (nome del Paese) è attualmente fuori controllo. Ho sentito da un amico che lavora nell'ospedale di (nome del Paese) che arrivano innumerevoli persone, ma che non hanno tamponi e devono mandare i pazienti a casa. In (nome del Paese), la maggior parte della gente ha un’età avanzata. Innumerevoli persone sono morte nelle proprie case. Non possono essere inclusi nei casi confermati ufficialmente perché non sono mai stati sottoposti al test. Ecco perché (il nome del Paese) ha mantenuto un tasso di infezione così basso. È semplicemente troppo spaventoso. Ho prenotato il mio volo di ritorno per la Cina. Nei momenti critici, dobbiamo concentrare le nostre risorse sul fare grandi cose”.

Dopo aver visto questo messaggio molti cinesi si sono affrettati a tornare in Cina, anche quando il prezzo del biglietto di sola andata in alcuni casi era aumentato a 180.000 yuan (€ 22.000 circa).

Secondo Messaggio

Questi messaggi sono apparsi nei gruppi WeChat in Argentina, Corea, Turchia, Brasile, Belgio, Zimbabwe, Portogallo, Sudafrica e Cameron

I messaggi sopra riportati sono identici ad eccezione del Paese indicato. La stessa persona, soprannominata “Huang”, afferma di aver vissuto in dozzine di Paesi per quasi dieci anni, come Argentina, Corea, Turchia, Brasile, Belgio, Zimbabwe, Portogallo, Sudafrica e Cameron. Lo stesso “Huang” è tornato in Cina per una visita di due settimane alla famiglia.

Il 6 febbraio si presume che “Huang” sia volato in una dozzina di luoghi in Cina, tra cui Guangdong, Liaoning, Tianjin o Fujian, ed è poi giunto in diversi Paesi. “La sua famiglia” nelle diverse nazioni “lo ha ricevuto” negli aeroporti, e tutti indossavano mascherine di protezione. “Huang” ha dichiarato di non credere di avere il virus, ma di aver deciso di rimanere a casa per una quarantena volontaria, poiché era l'unico modo per impedire il contagio nei Paesi in cui veniva ospitato.

Per coloro che leggono tutti quei messaggi quasi identici, non è difficile capire che è impossibile che la stessa persona appaia in diversi Paesi contemporaneamente. Ma per chi ne vede solo uno questi messaggi possono essere ingannevoli.

La campagna cinese di propaganda per raffigurarsi come eroi

Geng Shuang, portavoce del ministero degli Esteri cinese, ha dichiarato: “Rafforzeremo la cooperazione con altri paesi in risposta alla sfida COVID-19 e costruiremo insieme una comunità con un futuro condiviso per l'umanità”.

Graeme Smith, un esperto cinese dell'Australian National University (ANU), ha riferito al media australiano ABC che: “Si dovrebbe reinterpretare la storia del regime; invece di essere stato la fonte e la causa dell'epidemia, la Cina diventa la protagonista dei temi su come controllare e salvare efficacemente il mondo da questa pandemia”.

Ha anche aggiunto che: “Si tratta di controllare la storia nazionale della Cina, piuttosto che la necessità di mostrare un altruismo globale”.

Denny Roy, un membro anziano dell'East-West Center con base alle Hawaii, ha ripetuto nello stesso articolo che: “la Cina potrebbe cercare di rafforzare la sua reputazione di ‘Paese responsabile’, in un momento in cui altre nazioni sembrano essere in difficoltà.”

Roy ha aggiunto: “Questo è il motivo per cui il regime cinese ha spinto così con forza la convinzione che la malattia in Cina sia contenuta, e che ha fatto un favore al resto del mondo agendo rapidamente ed efficacemente. Così ora è un importante benefattore internazionale che fornisce supporto medico ad altri paesi colpiti dal virus”.

Articolo correlato in cinese:

“病毒来自美国”-谁把谎言撒遍社区