(Minghui.org) Dall'8 aprile 2020 la pandemia del virus del PCC (o virus di Wuhan o Covid-19) ha infettato oltre 1,5 milioni di persone in oltre duecento Paesi con un bilancio di quasi 90 mila vittime.

Dai governi ai singoli cittadini, molti Paesi tra cui il Regno Unito, gli Stati Uniti, l'Australia e altri hanno preso provvedimenti per chiedere giustizia contro il Partito Comunista Cinese (PCC) per i suoi insabbiamenti e disinformazioni che hanno permesso al virus di devastare il mondo.

Parlamentare britannico: piegarsi alla Cina comunista comporta un prezzo elevato

“Questi macelli pubblici sono stati alla base dello scoppio della Sars nel 2002 e ora hanno prodotto il Covid-19. Eppure il governo di Pechino non ha fatto nulla per abolire questi mercati [del pesce, ndr] che minacciano così tanto l'umanità”, ha scritto il 4 aprile sul Daily Mail Tom Tugendhat, membro del Parlamento britannico. “Alla fine non sappiamo quanti milioni di persone saranno colpite dal coronavirus, ma sappiamo che l'epidemia era stata prevista, e che stiamo tutti pagando il prezzo per la decisione di Pechino di ignorare la scienza, dare la priorità al commercio e mettere a rischio il resto della salute mondiale”.

Tugendhat ha detto che è ora di fare un cambiamento: “Come tutti i regimi autoritari, il governo cinese è essenzialmente debole”, ha aggiunto. “Si basa su un miscuglio tossico di bugie e paure per mantenere il potere e il controllo sulla sua gente e per questo ha nascosto la verità sin dal giorno in cui il virus ha colpito per la prima volta”.

Tugendhat considera la pandemia un campanello d'allarme: “La nostra dipendenza economica dalla Cina e il fatto di inchinarsi al suo governo comportano un prezzo molto alto”.

“È colpa del PCC”

“Le cause globali contro la Cina per violazioni dei brevetti del Regolamento sanitario internazionale sulla sua gestione di Covid-19 potrebbero ammontare ad almeno 3,2 trilioni di sterline dalle sole nazioni del G7” , secondo un rapporto recentemente pubblicato dalla Henry Jackson Society (Hjs). “La gestione precoce della malattia e la mancata comunicazione adeguata delle informazioni all'Organizzazione Mondiale della Sanità hanno violato gli articoli 6 e 7 del Regolamento sanitario internazionale, un trattato di cui la Cina è firmataria e legalmente obbligata a mantenere. Queste violazioni hanno permesso all'epidemia di diffondersi rapidamente fuori Wuhan, il suo luogo di origine”.

Inoltre il PCC “non è riuscito a vietare i vettori letali di infezione virale zoonotica (di origine animale), promuovendo invece attivamente la proliferazione massiccia di pericolosi virus ospitati in specie animali ingerite dall'uomo, in violazione dell'articolo 12 del Patto internazionale sull'economia, la società e i diritti culturali”.

Matthew Henderson e altri autori dell'articolo hanno sottolineato che “questo rapporto non dà alcuna colpa al popolo cinese per quello che è successo. Sono vittime innocenti, come tutti noi. La colpa è del PCC”.

Risoluzioni del Congresso degli Stati Uniti e cause legali

Secondo un comunicato stampa del Congresso degli Stati Uniti del 24 marzo 2020, la deputata Elise Stefanik, repubblicana di New York, sta introducendo una risoluzione alla Camera che sollecita un'indagine sull'insabbiamento del Partito Comunista Cinese in merito alla diffusione precoce della pandemia. “La risoluzione invita la Cina a rimborsare tutte le nazioni colpite a causa dell'intenzionale e precoce insabbiamento del virus mortale”, si legge nel comunicato stampa.

Stefanik ha osservato che “il governo comunista cinese ha nascosto deliberatamente le informazioni essenziali necessarie per combattere la diffusione del Covid-19 nato in Cina e fino ad oggi continua a diffondere bugie e disinformazione sull'origine del virus mortale. La presente risoluzione chiede alla Cina di fornire un risarcimento per i danni e le perdite che la loro arroganza ha causato al resto del mondo. In poche parole la Cina deve essere ritenuta responsabile”.

Il senatore Josh Hawley, repubblicano del Missouri, ha introdotto la legislazione di accompagnamento in Senato: “Sin dal primo giorno il Partito Comunista Cinese ha mentito intenzionalmente al mondo sull'origine di questa pandemia. Il PCC era consapevole della realtà del virus già da dicembre, ma ha ordinato ai laboratori di distruggere i campioni e costretto i dottori a tacere. È tempo di compiere un'indagine internazionale sul ruolo svolto dalla loro copertura d'informazione nella diffusione di questa devastante pandemia. Il PCC deve rendere conto dell'attuale sofferenza nel mondo”.

Numerosi studi legali hanno presentato cause contro il PCC. Un esempio è l'avvocato Larry Klayman e il suo gruppo, Freedom Watch, che ha presentato una denuncia presso il tribunale federale del Texas per almeno venti trilioni di dollari al governo cinese, a causa della sua “indifferenza insensibile e spericolata e per atti malvagi”.

Allo stesso modo il Berman Law Group ha intentato una causa federale contro la Repubblica popolare cinese e diverse altre entità governative cinesi per aver gestito male lo scoppio del virus di Wuhan.

“I massimi livelli del governo cinesi sono colpevoli per aver travisato la natura del coronavirus dinanzi all'Organizzazione Mondiale della Sanità”, ha scritto recentemente Chris Smith, membro del Congresso degli Stati Uniti, il quale ha suggerito di ritenere responsabile il PCC in base al Global Magnitsky Act e alla sua deplorevole storia in tema di diritti umani.

“Quando questa crisi di coronavirus sarà passata sarà necessaria una resa dei conti”, ha scritto Smith. “Il che non significa puntare il dito fazioso [contro qualcuno, ndr], ma farlo verso chi ha la responsabilità maggiore della pandemia, il governo della Repubblica Popolare Cinese”.

Parlamentare australiano: “I comunisti mentono, la gente muore”

Malcolm Roberts, senatore australiano, il 31 marzo ha pubblicato su Twitter una richiesta di risarcimento nei confronti del del PCC per il danno globale causato dal Covid-19, tweet che è piaciuto ad oltre 117 mila persone. Il primo aprile ne ha pubblicato un altro: “ I comunisti hanno mentito, la gente muore”.

Il senatore dell'Australia meridionale, Alex Antic, ha affermato che il PCC debba essere ritenuto responsabile della pandemia di coronavirus che devasta il globo causando migliaia di morti e un diffuso danno economico. “Sappiamo tutti che questo virus è emerso da Wuhan in Cina”, ha dichiarato Antic a Sky News il 2 aprile, “nel 2003 l'epidemia di SARS era emersa in modo molto simile”.

Andrew Hastie e Anthony Byrne, presidente e vicepresidente della Commissione parlamentare paritetica per l'intelligence e la sicurezza, hanno affermato che i parlamentari eletti discuteranno di come l'Australia stia lavorando con la Cina in seguito allo scoppio del virus.

“Il popolo australiano non si fa prendere in giro. Sanno come è iniziato Covid-19 e come il PCC abbia mentito”, ha dichiarato Hastie al Daily Telegraph. “C'è stato un impatto significativo sulla catena di approvvigionamento globale e la responsabilità del PCC deve essere affrontata”.

Un articolo del Daily Mail pubblicato il 4 aprile citava il liberale Dave Sharma del Nuovo galles del sud, un ex diplomatico. Sharma dichiarava che si dovesse avere dubbi su come la Cina abbia affrontato il virus e su come abbia informato il resto del mondo. Ritiene inoltre che dovrebbe essere avviata un'indagine sulla provenienza del virus, su come ha lasciato la Cina e se la Cina ha messo in atto le misure di sicurezza corrette.

Lo stesso articolo citava anche molti altri politici, tra cui il liberale vittoriano Tim Wilson: “Nessuno è stato ingannato” dalla disinformazione del Partito Comunista all'inizio dello scoppio, sottolineando come il regime dovrebbe affrontare gravi conseguenze per il “dolore inflitto al mondo”.

Il senatore liberale Victoria James Paterson ha dichiarato che “sappiamo da dove proviene il virus e non lo dimenticheremo”. Julian Hill, parlamentare del Partito del lavoro vittoriano, ha considerato il disastro simile a quello di Chernobyl. “La pretesa della Cina di essere leader mondiale responsabile non può essere accettata quando si nascondono queste cose”, ha aggiunto Amanda Stoker, membro liberale del Senato australiano.

Il senatore laburista Kimberley Kitching ha dichiarato a Sky News che è una “sventura” che la Cina abbia nascosto i casi del nuovo coronavirus quando i primi dati di Wuhan avevano indicato che la malattia era probabilmente nota alle autorità cinesi già nell'ottobre 2019.

Per l'ex senatore Cory Bernardi “stiamo tutti pagando il prezzo” degli insabbiamenti del Partito Comunista Cinese, aggiungendo che il messaggio del regime non abbia alcuna base di verità.

Il deputato vittoriano Bernie Finn ha dichiarato che il PCC è “direttamente responsabile” degli australiani morti, invitando il suo popolo a prendere una “posizione ferma e di principio”.

Degenerazione morale e caos

Il deputato australiano George Christensen, presidente del Comitato permanente congiunto per il commercio e la crescita degli investimenti, ha chiesto alla Cina di pagare i risarcimenti della diffusione globale del coronavirus e ha richiesto delle indagini sull'origine del Covid-19 da un laboratorio di Wuhan. Il 31 marzo Christensen ha riferito al Daily mail che la South China University of Technology aveva pubblicato a febbraio un rapporto in cui affermava che il virus potrebbe aver avuto origine in una struttura di ricerca a meno di trecento metri dal mercato all'ingrosso di frutti di mare di Huanan a Wuhan. Durante una recente intervista con Minghui.org ha chiesto l'istituzione di una Commissione d'inchiesta per evitare che una simile tragedia si ripeta.

Uno studio dell'Università di Southampton nel Regno Unito ha esaminato gli interventi non farmaceutici in risposta al coronavirus. Lo studio mostra che sono necessarie una serie di misure precoci, coordinate e mirate per contribuire a ridurne significativamente la diffusione. “Se gli interventi nel Paese fossero stati condotti una, due o tre settimane prima, i casi potevano essere ridotti rispettivamente del 66, 86 e 95 per cento, limitando in modo significativo la diffusione geografica della malattia”, secondo quanto pubblicato l'11 marzo dal rapporto sul sito web dell'università.

Il primo ministro australiano Scott Morrison ha preso parte a un gruppo di preghiera online del coronavirus dal suo ufficio parlamentare. Morrison ha chiesto alla gente di pregare affinché il Paese rimanga “forte e unito”. Durante il gruppo di preghiera trasmesso in streaming Morrison ha pregato affinché nelle strade dell'Australia vi siano nuovamente le persone. “La mia fede mi dà un enorme incoraggiamento nel prendere decisioni e farlo nel miglior modo possibile”, ha dichiarato, secondo un articolo del Guardian.

Christensen concorda con l'importanza della preghiera, dicendo che sia un modo per connettersi con il potere superiore. Le cose accadono per una ragione e gran parte del caos nel mondo di oggi può provenire dalla degenerazione morale delle persone. Christensen ritiene che cercare sinceramente l'aiuto del Creatore porterà benedizioni.

Risposta internazionale

Deluso dallo schieramento dell'Organizzazione Mondiale della Sanità con il PCC, che ha aggravato la pandemia di coronavirus, il Parlamento britannico ha proposto nuove misure per rispondere più efficacemente alla prossima pandemia.

Tom Tugendhat, presidente della Commissione per gli affari esteri con i suoi colleghi, hanno pubblicato un articolo in cui si chiedeva un “G20 per la sanità pubblica per garantire che la cooperazione tra ricercatori esperti in tutto il mondo possa prosperare, anche in assenza di una leadership politica unita. Tale quadro dovrebbe essere guidato dalla scienza, con una partecipazione subordinata alla leale cooperazione nella condivisione aperta e trasparente dei dati sulla sanità pubblica”.

Il comitato ha incolpato la Cina per aver ostacolato la risposta al virus. “L'unico modo in cui possiamo superare una crisi globale da coronavirus è collaborare come comunità globale”, ha affermato Tugendhat. “Le nostre migliori armi contro questo virus sono la scienza, le prove e la cooperazione. Questo può sembrare ovvio, ma invece di condividere le informazioni necessarie per aiutare a combattere la pandemia, alcuni dei Paesi più potenti del mondo hanno attivamente cercato di reprimerla e manipolarla”.

“Mi guardo intorno e vedo le persone in preda al panico e che vivono nella paura, il nemico è arrivato alla nostra porta di casa e ciò che è ancora peggio è che è invisibile. Le vite di tutti sono state colpite, compresa la mia”, ha scritto il giornalista freelance canadese Will Acri il 4 aprile a Bradford Today. Acri ha detto che l'ultima volta che era successo qualcosa del genere era stato durante la Seconda guerra mondiale, quando la gente era andata in Gran Bretagna per aiutare il mondo libero e le fabbriche automobilistiche si erano adattate a combattere il male. “Quando la guerra è finita i nazisti sopravvissuti sono stati processati e condannati come assassini e criminali. Solo nel 1946, dopo il processo di Norimberga, le persone che avevano perso i propri cari hanno avuto giustizia”.

“Era una voce unificata di giustizia che risuonava in tutto il mondo libero e io chiedo: dov'è quella voce ora? La gente vuole sopravvivere ma non sembra pensare in quale direzione andrà il mondo e come lo stanno lasciando ai loro figli”. Acri ha affermato che il PCC è stato la fonte di tre virus negli ultimi vent'anni di cui questo coronavirus è il più letale. Il regime “non è solo colpevole di aver diffuso questo virus, ma è anche di aver tentato di nasconderlo”. Per Acri il PCC deve essere ritenuto responsabile “per impedire che cose come il Covid-19 si possano ripetere”.

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