(Minghui.org) Secondo un articolo pubblicato il 14 aprile dal The Globe and Mail intitolato “Former Liberal justice minister urges sanctions against Chinese officials who covered up early COVID-19 outbreak” (Ex ministro liberale della Giustizia richiede sanzioni contro i funzionari cinesi che all’inizio hanno insabbiato l’epidemia di COVID-19), il signor Irwin Cotler, ex ministro della Giustizia del Canada chiede urgentemente al governo canadese di “imporre delle sanzioni in stile Magnitsky Act nei confronti dei funzionari cinesi che hanno maltrattato o zittito gli informatori, incluso il personale medico e i cittadini, nei primi giorni della pandemia”.

Il signor Irwin Cotler

L'ex ministro Cotler ha detto di credere che la diffusione del coronavirus potrebbe essere stata drasticamente ridotta e che il mondo sarebbe stato preparato molto meglio ad affrontarla se il Partito Comunista Cinese (PCC) non avesse nascosto le informazioni nelle prime fasi della pandemia.

Ha citato uno studio di ricercatori dell‘Università di Southampton, che ha suggerito che il 95 per cento delle trasmissioni poteva essere evitato se il PCC avesse agito tre settimane prima.

Il signor Cotler ha detto al The Globe and Mail: “Il Partito Comunista Cinese deve essere additato al pubblico ludibrio, accusato di atti illeciti nei tribunali internazionali e sanzionato in stile Magnitsky Act”.

Ha detto di aspettarsi che le nazioni come il Canada chiedano un risarcimento al PCC attraverso le vie legali.

L’articolo citava anche un estratto del commento che il signor Cotler ha scritto con Judith Abitan, direttrice esecutiva del Centro per i Diritti Umani Raoul Wallenberg che ha sede a Montreal: “Per 40 giorni, il Partito Comunista Cinese ha nascosto, distrutto, falsificato e fabbricato informazioni sulla incontrollata diffusione del COVID-19 attuando una massiccia sorveglianza dello Stato e la soppressione dei dati; travisando le informazioni; mettendo a tacere e criminalizzando i dissidenti; e facendo scomparire gli informatori.

John McKay, il parlamentare liberale che presiede il Comitato permanente per la sicurezza pubblica e la sicurezza nazionale della Camera dei comuni canadese, ha fatto eco all'ex ministro Cotler in un articolo del The Globe and Mail, esprimendo la sua intenzione di indagare sulla condotta del PCC nei primi giorni della pandemia.

Ha affermato: “Penso che la definizione di sicurezza sia molto più vasta di quello che abbiamo precedentemente pensato... Adesso dobbiamo pensare in termini di sicurezza da una pandemia globale. Il fallimento da parte di una nazione nel rendere pubblici i suoi dati sulla pandemia e sul suo reale impatto diventa un problema di sicurezza per tutti noi”.