(Minghui.org) Una residente di Sanmenxia, nello Henan, madre di Chen Xiaomin, deceduto il 10 marzo di quest’anno, ha subìto l’ennesimo duro colpo quando ha scoperto la morte del suo ultimo figlio, avvenuta meno di due mesi dopo essere stato rilasciato dal carcere dov’era imprigionato per aver praticato il Falun Gong.
In precedenza aveva già perso il marito e i due figli più grandi a causa della persecuzione per la loro condivisa fede nel Falun Gong. La donna e il suo terzo figlio, l’unico sopravvissuto e non praticante del Falun Gong, cercano faticosamente di reagire alla tragica perdita di quattro loro cari, subìta nell’arco di diciannove anni.
Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è un'antica disciplina spirituale che è perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
Chen Xiaomin, e due dei suoi tre fratelli, sono stati ripetutamente arrestati, detenuti e torturati per aver sostenuto la propria fede dopo che il regime comunista aveva ordinato la persecuzione.
Il padre è mancato nel 2001 per un forte stress emotivo avuto dopo aver cercato di ottenere la liberazione dei suoi figli, che erano stati arrestati a Pechino per aver fatto appello per il diritto di praticare la loro fede.
Il fratello maggiore dei Chen, Yuemin, è morto il 26 aprile 2011. Mentre stava scontando una pena di cinque anni nella prigione di Xinmi per la sua fede, è stato torturato duramente e gli sono stati iniettati dei farmaci sconosciuti. Quando è stato rilasciato, era paralizzato e accusava dei forti dolori alla schiena. Nonostante le sue condizioni di salute, la polizia ha continuato a molestarlo fino ai suoi ultimi giorni di vita. Aveva 48 anni quando è deceduto.
Chen Xiaomin e il suo secondo fratello, Chen Shaomin, sono stati arrestati il 6 e 7 giugno 2016, nei rispettivi posti di lavoro. Sono stati tenuti in isolamento per più di un anno nel centro di detenzione di Sanmenxia.
A luglio 2017 le autorità hanno condannato segretamente il fratello al carcere. La durata dei termini rimane da indagare. Sono stati condotti entrambi nella prigione di Xinmi.
Secondo un praticante del Falun Gong che stava scontato la sua pena nella stessa prigione, i fratelli sono stati crudelmente torturati per non aver rinunciato al Falun Gong.
Nel 2018 Chen Shaomin è stato rilasciato a causa delle sue precarie condizioni di salute. Il quadro clinico generale era gravemente compromesso, i polmoni erano completamente danneggiati e non riusciva più a prendersi cura di sé stesso. È deceduto il 14 maggio scorso.
Chen Xiaomin è stato rilasciato il 18 gennaio di quest’anno, in condizioni critiche, era emaciato e incapace di nutrirsi autonomamente. Il 10 marzo è deceduto, aveva 51 anni.
Prima della sua ultima pena detentiva, Chen Xiaomin è stato anche trattenuto, per un periodo di tempo sconosciuto, nel campo di lavoro forzato n. 3 dello Henan, dove spesso le guardie gli legavano le mani dietro la schiena con una corda e la tiravano forte fino al collo. Il laccio era così stretto che gli lacerava profondamente i polsi. Lo tenevano legato in questa posizione per più di mezz'ora, poi ogni tanto, allentavano la corda per un po’, per poi tirarla nuovamente.
Sempre tenendolo legato, a volte gli ustionavano il viso e anche il resto del corpo, con i manganelli elettrici. Dopo la tortura le sue braccia sono rimaste paralizzate per molto tempo.
Rievocazione della tortura: legato con le mani dietro la schiena
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