(Minghui.org) Ho iniziato a praticare la Falun Dafa nel 1996. Grazie a una salda fede nel Maestro Li e nella Fa, ho progredito costantemente sul sentiero di coltivazione della rettifica della Fa.
Denunciare la persecuzione
Nel 2003, dopo che Minghui ha pubblicato l'articolo “Denunciare gli accadimentilocali del male alle persone del luogo (con il commento del Maestro)”, ho elencato tutti gli episodi di persecuzione che ho subito al centro di lavaggio del cervello, nel centro di detenzione e nel campo di lavoro forzato, poi ho scritto una lettera aperta e l'ho diffusa ampiamente nella mia zona. Ha colpito profondamente coloro che mi perseguitavano e ha commosso e risvegliato le coscienze di molte persone.
Ho lavorato insieme ad altri praticanti per raccogliere i resoconti sulle persecuzioni dei coltivatori locali che successivamente, a partire dal 2005, sono stati pubblicati sul sito web Minghui. Inoltre, abbiamo stilato un elenco delle somme di denaro e dei beni personali confiscati ai nostri praticanti dalle sezioni locali di sicurezza interna, centri di lavaggio del cervello, aziende e funzionari delle municipalità della zona. Successivamente queste informazioni le abbiamo diffuse ampiamente in Internet.
Ci sono voluti alcuni anni per raccogliere tutte le informazioni. Poco dopo su Minghui è stato pubblicato un articolo dove si incoraggiavano i praticanti a documentare con quali modalità il Partito Comunista Cinese (PCC) abusasse di loro finanziariamente.Questo ha davvero attirato l'attenzione dei malfattori. In seguito, quando alcuni praticanti sono stati arrestati, gli agenti dell'ufficio di sicurezza interna non hanno estorto denaro alle famiglie dei praticanti. Alcuni hanno persino restituito il denaro che avevano confiscato in precedenza.
Distribuzione su larga scala di materiali per il chiarimento della verità
Dal luglio 1999, studio la Fa una o due volte alla settimana insieme a molti praticanti del mio stesso villaggio. Lavoravo fuori e di solito, al rientro, andavo direttamente a studiare la Fa col gruppo. Nei fine settimana, la notte, distribuivamo il materiale per il chiarimento della verità. Distribuivamo tutti gli opuscoli che il sito di produzione del materiale poteva fornirci. I praticanti incaricati alla stampa non dovevano preoccuparsi degli opuscoli in eccesso.
Alcuni praticanti del villaggio erano agricoltori ed erano molto impegnati col lavoro, spesso li aiutavo in modo che avessero più tempo per studiare gli insegnamenti. Nel tempo, abbiamo distribuito opuscoli per chiarire la verità in tutti i villaggi circostanti la nostra zona.
Una notte, mentre ci preparavamo per la distribuzione, il praticante che doveva venire con noi era ancora impegnato alla fattoria. Così ho chiamato mio figlio e qualche altro giovane per andare ad aiutarlo a sbucciare le pannocchie di mais nel suo cortile. Un'altra notte, un praticante ha bucato una gomma della bicicletta mentre distribuiva gli opuscoli. Abbiamo chiesto aiuto al Maestro, siamo rientrati in bicicletta fino a casa e la mattina successiva, quando abbiamo provato a gonfiarla abbiamo scoperto che era tutto a posto. Il Maestro ci aiuta sempre!
Coltivare durante la produzione di materiali per chiarire la verità
Nel 2005 c'erano pochissimi posti per la stampa del materiale informativo. Dovevo stampare gli opuscoli da solo, il lavoro era pesante e dovevo spegnere la stampante laser ogni cinque minuti per evitare di surriscaldarla, durante la pausa studiavo la Fa e rilegavo le brochure. Il praticante che collaborava con me le distribuiva ogni giorno nei paesi lontani, eravamo ben coordinati.
In seguito abbiamo comprato una stampante più grande e ho iniziato a stampare I Nove Commentari del Partito Comunista per i paesi e le città vicine. Il processo di rilegatura era molto noioso e dovevamo prestare molta attenzione. Tuttavia, non mi sono mai lamentato, visto che si trattava di un lavoro connesso alla Dafa.
Una volta mentre stampavo la copertina di un libro, improvvisamente la stampante ha difettato e il praticante che sapeva come aggiustarla era fuori città. Sapevamo che, quando capitava qualcosa alla stampante, avremmo dovuto come prima cosa, guardarci dentro. L’ho fatto e mi sono reso conto che spesso ero impaziente quando sbrigavo le faccende. Mi sono calmato e ho detto alla stampante: “Sono stato impaziente. Puoi riposare un po' e dopo collaborare di nuovo per aiutarci a salvare gli esseri senzienti”.
Dopo un po', lo stampante ha ripreso a funzionare, le prime due pagine non erano chiare ma dalla terza erano nitide; peraltro era più veloce di prima.
Abbiamo dovuto comprare anche della carta speciale in città e ci sono andato da solo. Durante il tragitto, talvolta mi sono innervosito e preoccupato di eventuali pericoli, ma con saldi pensieri retti e fiducia nel Maestro, ho proseguito senza intralci.
Buon coordinamento dei progetti
Non ci sono modelli da seguire per quello che i praticanti della Dafa devono fare. Dobbiamo studiare bene la Fa ed essere risoluti per poter camminare rettamente sul nostro sentiero.
Dopo aver raccolto i casi di persecuzione, mi son fatto un’idea approssimativa delle realtà dei praticanti locali e delle loro capacità. In sei mesi, abbiamo allestito una decina di punti per la stampa del materiale informativo per chiarire la verità permettendo a molti più praticanti di distribuire gli opuscoli.
Molti di loro erano ancora impacciati, timidi e non in grado di distribuire il materiale della Dafa. I nostri coordinatori, in seguito, hanno formato un gruppo di studio della Fa per condividere le esperienze e abbiamo anche affiancato i praticanti nella distribuzione, raggiungendo così dei buoni risultati, hanno superato la loro paura e sono diventati attivi negli sforzi per chiarire la verità.
Un altro modo per contattare le persone è stato quello delle telefonate, in questo modo abbiamo potuto parlare con le istituzioni governative e l'esercito, che altrimenti sarebbero stati difficili da contattare. Alcuni di noi hanno condotto la formazione, altri hanno cercato i numeri telefonici e altri ancora hanno finanziato il progetto. I risultati sono stati buoni.
Due praticanti sono stati arrestati, allora abbiamo chiamato il capo del dipartimento della polizia locale, il quale, senza riattaccare, ha ascoltato tutto quel che avevamo da dirgli e poco dopo i praticanti sono stati rilasciati.
Essere coordinatore non è proprio facile, non dormo mai più di quattro ore al giorno. Una volta, per un progetto, ho dormito solo un'ora e mezza al giorno per oltre due mesi. Di notte studiavo la Fa, facevo gli esercizi, inviavo i pensieri retti e durante il giorno lavoravo sui progetti della Dafa. Mangiavo in macchina o fuori dal supermercato, raramente a casa dei praticanti, per non interrompere i loro programmi.
Cerco sempre di proteggere i miei amici praticanti dai pericoli. Una volta sospettavamo che un sito per le stampe fosse in pericolo, due praticanti mi hanno accompagnato in auto nei pressi, ho detto loro di aspettare per mezz'ora e di andarsene se non fossi tornato. Quando ho bussato alla porta, ho scoperto che i praticanti stavano bene, era un falso allarme; ci avevano fornito informazioni imprecise.
Arrestato e torturato
La persecuzione ha raggiunto il suo apice nel 2001. Sono stato arrestato e detenuto in un campo di lavoro forzato. Per tre volte le guardie mi hanno ordinato di abbandonare il mio credo, sono stato torturato in tutti i modi, mi hanno privato anche del sonno, ammanettato, picchiato e mi davano la scossa con i manganelli elettrici.
Hanno ingaggiato molte persone con una comprensione deviata della Fa per farmi il lavaggio del cervello ogni giorno, ho ragionato con loro e alcuni hanno capito che avevano deviato dalla Fa. Una volta le guardie hanno portato un ex praticante per parlarmi, gli ho fatto capire che aveva deviato dalla Fa; in seguito ha pubblicato una dichiarazione solenne di ritorno alla Dafa e non ha più collaborato con le autorità carcerarie. La polizia mi interrogava spesso, anche fino alle 4 del mattino e assegnava ad altri prigionieri, il compito di sorvegliarmi e impedirmi di dormire. Questa tribolazione è proseguita per tre mesi.
Una volta mi sono rifiutato di guardare un video che diffamava la Dafa. Le guardie mi hanno trascinato in ufficio e mi hanno legato mani e piedi a una sedia di ferro, non potevo andare in bagno e mi costringevano ad accovacciarmi anche di notte. Non ho collaborato con loro, anzi sono rimasto saldo. Mi davano continuamente calci sulle ginocchia, cosa che mi ha causato una leggera invalidità. Le guardie usavano anche dei manganelli elettrici per darmi la scossa.
Una notte, una guardia e tre detenuti sono venuti nella mia cella. La guardia mi ha dato un fortissimo calcio all'addome, poi mi hanno preso per i capelli e sbattuto la testa contro il muro. Sono stato preso a pugni in faccia e schiaffeggiato per diverse ore. Il pestaggio mi ha causato un’abbondante emorragia dalla bocca e dal naso, la mascella rotta, i denti smossi, il viso tumefatto e dolori alla testa. Il pavimento era coperto dal sangue e dai miei capelli. Il capitano, per paura che potessi morire, ha dato ordine di tenermi sotto sorveglianza per tutta la notte.
Durante una sessione di lavaggio del cervello, un capo guardia diffamava il Maestro e contava del denaro. “Lo Zhuan Falun si vende per soli 8 yuan (circa 1 euro), ma gli agenti della sicurezza interna ogni volta che effettuano l’arresto di un praticante racimolano migliaia e decine di migliaia di yuan. Chi si tiene davvero i soldi che raccolgono?”
Il capitano ha rifiutato di rispondere ma tutta l'aula è insorta, così se n'è andato. In seguito, per punirmi, hanno prolungato la mia detenzione di altri 10 giorni.
Un giornalista di una stazione televisiva locale ha intervistato diversi praticanti del Falun Gong detenuti, compresi quelli che avevano deviato dalla Fa. È stata intervistata anche una donna capo guardia, a lei ho raccontato la verità sull'auto-immolazione di Piazza Tiananmen, le ho parlato della notorietà della Dafa nel mondo, sul perché Jiang Zemin avesse ordinato la persecuzione e anche del perché il PCC ha perseguitato il popolo cinese durante le sue numerose campagne politiche. La capo guardia non è stata capace di controbattere ciò che le ho detto e siccome anche il giornalista aveva ascoltato i fatti, gli ho detto: “Spero che questo lo riportiate integralmente”.
Nel campo di lavoro forzato recitavo la Fa e inviavo pensieri retti fino alle 2 del mattino, ogni giorno. Quando eravamo costretti a lavorare come schiavi, noi praticanti recitavamo la Fa a turno. Sopportavo le tribolazioni con una salda fede nel Maestro e nella Fa.
Gli attaccamenti hanno causato l'arresto
Da quando gli attaccamenti a zelo, impazienza, al mettersi in mostra e alla competizione sono emersi, sono stato usato dalle vecchie forze e alcuni praticanti di fuori città sono stati arrestati. Avevano il mio numero di telefono e quello di molti altri praticanti della mia zona, siamo stati arrestati tutti.
Invece di aver paura, ho chiarito la verità ad ogni agente che incontravo, alcuni in privato, approvavano. Un vice capo dipartimento di polizia si è commosso e ha pianto dopo aver saputo la verità. Mi ha detto che, sebbene fosse incaricato di perseguitare il Falun Gong, non gli era stato detto nulla della pratica. Un funzionario di polizia del nord-est della Cina mi ha cercato appositamente per conoscere i fatti.
Dopo che sono stato trasferito in prigione, le guardie hanno continuato a maltrattarmi, persistevano nel costringermi a rinunciare al mio credo. Per tre volte, cinque prigionieri si sono aggregati per picchiarmi, un'ora e mezza ogni turno. Un altro prigioniero ha preso dal bagno uno straccio sporco e me l’ha infilato in bocca.
Alcuni di noi sono stati obbligati a sedersi davanti ai bagni, perché si rifiutavano di lavorare. Ho denunciato alle autorità carcerarie i pestaggi e la tortura con le scosse elettriche. Il vice-direttore della prigione mi ha dato una scossa con un manganello elettrico, ininterrottamente per 40 minuti, causandomi lesioni al viso e al collo.
Sono stato maltrattato in questo modo per 19 mesi, dentro una cella di quattro metri quadrati, senza riscaldamento né ventilazione. Una volta mi hanno privato del sonno per 18 giorni. La guardia non mi lasciava nemmeno battere le ciglia. Ogni volta che chiudevo gli occhi, mi spruzzavano dell’acqua gelida sul viso e mi scuotevano. Quando i funzionari provinciali sono venuti in carcere, ho chiarito loro la verità e raccontato tutti i dettagli di quello che avevo sofferto.
Ho ancora molti attaccamenti di cui liberarmi. Ma giuro di rimanere saldo nella mia fede e di fare bene le tre cose.
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