(Minghui.org) La signora Lei Xiuxiang, residente nella provincia dello Jilin, sta scontando una pena detentiva di cinque anni per aver praticato il Falun Gong e viene torturata per non aver rinunciato alla sua fede.
Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è un'antica disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal 1999.
La sessantenne Lei aveva una personalità molto forte, ma è diventata più gentile e premurosa dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong. Tuttavia, per aver rifiutato di rinunciare alla sua fede, è stata ripetutamente perseguitata negli ultimi due decenni. Prima della sua ultima pena detentiva, è stata rinchiusa per tre volte nei campi di lavoro forzato e sottoposta ad alimentazione forzata, iniezione di farmaci tossici, scosse elettriche e stiramenti del corpo estremi.
L'ultimo arresto della praticante è avvenuto il 9 luglio 2015, dopo che un ufficiale in borghese l'ha ingannata con la scusa di controllare la sua tubatura dell'acqua che perdeva. Una volta uscita, è stata sequestrata dalla polizia, che le ha portato via anche le chiavi di casa.
Gli agenti hanno fatto irruzione nel suo appartamento e hanno confiscato i libri del Falun Gong e alcuni materiali correlati alla pratica, oltre alla ricevuta postale di una denuncia penale che Lei Xiuxiang aveva presentato contro Jiang Zemin, l'ex capo del regime comunista che ha ordinato la persecuzione del Falun Gong.
La polizia ha prima trattenuto la donna presso il centro di lavaggio del cervello di Songjiang e poi il 7 agosto 2015, l'ha trasferita al centro di detenzione di Jilin, dove le guardie l’hanno costretta a svolgere un lavoro non retribuito. Si è rifiutata di obbedire, così è stata trascinata dalle altre detenute nel bagno, dove l'hanno picchiata, pizzicato i capezzoli, tirata per il seno e colpita alle costole con un bastone di legno.
Per più di venti giorni, le altre detenute l'hanno privata del sonno, l'hanno costretta ad accovacciarsi in un angolo e non appena si addormentava, la svegliavano, non concedendole di fatto alcun momento di riposo.
L'hanno anche costretta ad indossare delle manette e delle catene in ogni momento. Una volta, una detenuta le ha messo la catena delle manette sui piedi e poi ci è salito sopra. L'hanno anche trascinata nel corridoio a causa del suo rifiuto ad eseguire i lavori forzati.
Il 22 marzo 2016 Lei Xiuxiang è stata processata dal tribunale distrettuale di Fengman. Secondo la sua famiglia, che ha partecipato all'udienza, la donna era emaciata dopo aver trascorso alcuni mesi in detenzione e durante l'udienza ha tenuto la testa bassa, senza pronunciare una parola.
Nel settembre 2016 quando la sua famiglia è andata al centro di detenzione per consegnarle dei vestiti, è stato detto loro che Lei non si trovava più lì. Dopo essersi informati, hanno scoperto che la donna era già stata condannata.
Quando la sua famiglia è andata alla prigione femminile dello Jilin per farle visita, la guardia di turno gli ha detto che Lei si rifiutava di incontrarli. I suoi famigliari sospettavano che la guardia avesse mentito per impedire loro di incontrarla.
Nell'aprile 2018 la prigione ha lanciato una campagna per costringere i praticanti a rinunciare al Falun Gong. Dato che Lei ha rifiutato di conformarsi, è stata costretta a sedersi per lunghe ore su un “piccolo sgabello”, ogni giorno per nove mesi.
Tra il 21 e il 25 febbraio 2019, la detenuta Wang Kuo ha torturato la praticante spingendole la testa in un secchio d'acqua o versandoglielo addosso, sapendo che non aveva vestiti per il ricambio. In seguito Wang ha ricevuto una riduzione della pena di nove mesi, che è la ricompensa più lunga possibile.
Nel luglio e agosto 2019, la prigione ha lanciato un'altra campagna per costringere i praticanti a rinunciare alla loro fede. Lei è stata costretta a sedersi su un “piccolo sgabello” alto solo sei pollici elargo sette pollici per nove. Le è stato ordinato di stare dritta e mantenere un angolo di 90 gradi tra la parte superiore del corpo e le gambe. Le detenute le hanno messo un pezzo di carta tra le gambe e l'hanno costretta a tenerle unite. Se la carta fosse caduta, l'avrebbero pizzicata o insultata verbalmente.
In seguito le detenute hanno costretto Lei a stare in piedi dalle 15 alle 16 ore al giorno e non le hanno permesso di comprare cibo extra o fare la doccia.
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