(Minghui.org) Il muro di Berlino, simbolo di una chiara linea di demarcazione tra comunismo e mondo libero, è stato demolito nel novembre 1989. Insieme ad altri fattori, l’effetto domino ha portato infine alla dissoluzione dell’Unione Sovietica, due anni dopo.

Tuttavia la fine della Guerra Fredda non ha sradicato completamente il comunismo e il suo danno nei confronti dell’umanità. Dopo decenni di aspra brutalità, il Partito Comunista Cinese (PCC) ha continuato a espandere la sua influenza e con l’aiuto della società occidentale è cresciuto fino a diventare la seconda economia più grande del mondo.

Se il massacro di Piazza Tiananmen e la persecuzione ventennale del Falun Gong non hanno allarmato abbastanza il mondo, le insidie del PCC sull’epidemia di coronavirus e la recente attuazione della legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong, sono un altro avvertimento per il mondo di staccarsi dall’incubo secolare del comunismo.

Il muro di Berlino

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Germania è stata separata e divisa su diverse questioni. La rapida ricostruzione e riqualificazione della Germania occidentale e dell’Austria sono state sorprendenti, tanto da essere definite come il Miracolo sul Reno (Wirtschaftswunder). La Germania orientale ha adottato invece il comunismo accompagnato da repressione e fame sotto la guida di Walter Ulbricht, fedele seguace di Joseph Stalin.

Negli anni’50 è avvenuta una massiccia emigrazione verso ovest, con centinaia di migliaia di persone in fuga solo nei primi sei mesi del 1953, innescate dal timore di un incremento del processo di trasformazione sovietica. Come al solito, la Germania orientale comunista ha imposto rigide restrizioni nel tentativo di fermare l’esodo di lavoratori qualificati e persone istruite, un fenomeno chiamato Brain Drain.

Questa contraddizione è stata chiaramente vista a Berlino, dove non esisteva alcuna barriera fisica tra le due giurisdizioni. Quando il muro di Berlino è stato eretto, il 17 agosto 1961, circa 3,5 milioni di persone, ovvero il 20 per cento circa dell’intera popolazione della Germania orientale sono fuggite.

I Paesi occidentali come gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia, hanno continuato a sostenere la Germania occidentale, compresa Berlino Ovest, che era circondata dal territorio della Germania orientale. L’allora presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan, durante il suo discorso a Berlino Ovest del 12 giugno 1987, ha invitato Mikhail Gorbachev, l’allora segretario generale del Partito comunista dell’Unione Sovietica, a demolire il muro.

Mentre, il 9 novembre 1989, migliaia di tedeschi dell’Est si radunavano sotto il muro di Berlino per chiedere alle guardie di aprire i cancelli, agli ufficiali è stato ordinato per la prima volta di revocare la loro cittadinanza. Tuttavia era abbastanza chiaro che nessun funzionario della Germania dell’Est era disposto ad assumersi la responsabilità personale di emettere ordini forzati. I cancelli sono stati aperti e gli abitanti di entrambe le parti si sono velocemente uniti per celebrare una pace e una riunione attese a lungo.

La situazione di Hong Kong

In una certa misura Hong Kong assomiglia a Berlino Ovest, circondata da un regime tirannico e che funge da simbolo del mondo libero.

Invece di aprire gli accessi e consentire ai cittadini di cercare la libertà, la legge sulla sicurezza nazionale promossa dal PCC trasforma essenzialmente Hong Kong in un territorio comunista, cosa che non era mai avvenuta a Berlino Ovest.

Come la Germania occidentale, Hong Kong è cresciuta rapidamente dagli anni ‘50 ed è diventata la prima delle quattro economie delle Tigri asiatiche, nonché uno dei principali centri finanziari del mondo. Sebbene nel 1984 sia stata firmata una dichiarazione congiunta tra Regno Unito e Cina nella quale si garantiva che i sistemi economici e politici di Hong Kong rimanessero invariati per 50 anni a partire dal 1997, oltre mezzo milione di persone, temendo variazioni, sono emigrate tra il 1987 e il 1996.

E nonostante sia trascorsa meno della metà del periodo stabilito di 50 anni, il PCC ha già fatto diversi tentativi di minare la libertà di Hong Kong: nel 2003 una fallimentare legge sulla sicurezza nazionale, seguita da una rovinosa legge di estradizione nel 2019 e la più recente proposta di legge sulla sicurezza nazionale del 21 maggio 2020.

Il terrore del comunismo

Oltre alle misure legislative, il PCC ha anche molestato le persone. Lam Wing-kee, proprietario di una libreria di Hong Kong, è stato segretamente detenuto nell’ottobre 2015 e trasferito in Cina continentale, per la vendita di libri vietati in Cina. Dopo aver riacquistato la libertà nel 2016, si è quindi trasferito a Taiwan a causa dell’incidente con l’estradizione di Hong Kong, dove ha aperto una libreria.

Il 19 novembre 2019, l’ufficio di Hong Kong di Epoch Times, media indipendente che espone le violazioni dei diritti umani del PCC, è stato danneggiato e dato alle fiamme da quattro teppisti.

La dura decisione del PCC, tuttavia, non ha sconfitto i residenti di Hong Kong. Il 24 maggio 2020, migliaia di persone hanno partecipato a una marcia pacifica. “Combatterò fino a quando potrò farlo”, ha dichiarato Jimmy Lai, fondatore dell’Apple Daily. “Se siamo timorosi, allora non c’è modo di fare nulla… non è il momento di essere cauti, è il momento di essere coraggiosi”.

I Nove Commentari sul Partito Comunista Cinese, pubblicati da Epoch Times nel novembre 2004, hanno aiutato molti cinesi a comprendere la brutalità e la natura del regime del PCC. Alla fine di giugno 2020, quasi 360 milioni di persone si sono dimesse dalle organizzazioni del PCC, che includono anche le sue organizzazioni della Lega giovanile e dei Giovani pionieri.