(Minghui.org) La provincia del Qinghai, nella Cina occidentale, adiacente al Tibet e allo Xinjiang, è conosciuta per essere il luogo d'origine sia del fiume Yangtze che del Fiume Giallo. Come in altre province della Cina, anche nel Qinghai i praticanti del Falun Gong sono stati perseguitati da quando il Partito Comunista Cinese ha lanciato nel luglio 1999 una campagna nazionale contro la pratica.
Secondo le recenti informazioni ricevute dal sito web Minghui, Tang Fabang, un insegnante di inglese di Xining, capitale del Qinghai, è morto nella prigione di Menyuan tra il 2010 e il 2015. Il praticante era stato incarcerato per aver rifiutato di rinunciare alla sua fede nel Falun Gong.
Quando il praticante Wu (alias) era detenuto nel centro di detenzione di Minhe nel maggio 2014, l'agente Chen Jie, nel tentativo di minacciarlo, gli ha rivelato come Tang fosse stato maltrattato nel centro di detenzione.
Quando il praticante Gu (alias) è stato inviato nella prigione di Dongchuan nel settembre 2015, un ufficiale gli ha detto: «Tang Fabang è morto nella prigione di Menhyuan. Se non rinunci alla tua fede, anche tu morirai qui!».
Tang non è stato l'unico praticante di Xining che è morto a causa della persecuzione del Falun Gong.
Un precedente rapporto ha confermato i seguenti decessi:
Fan Lihong, di 27 anni, è morta nel gennaio 2002, dopo essere stata ricoverata più volte in un ospedale psichiatrico per essersi rifiutata di rinunciare al Falun Gong.
Tan Yingchun è morta in un campo di lavoro il 29 dicembre 2002, all'età di 46 anni.
Zhang Xuefeng è morta il 20 novembre 2003, neanche un anno dopo essere stata liberata da un campo di lavoro.
He Wanjie è morto il 28 maggio 2003, mentre stava scontando diciassette anni nella prigione di Menyuan e sua moglie Zhao Xiangzhong è morta il 22 febbraio 2004, poco dopo essere stata rilasciata.
Ping Chunfeng è morto nel 2005 dopo essere stato drogato in un campo di lavoro, tanto da avergli causato qualche disturbo mentale.
Huang Fengying, 65 anni, è morta nel 2006 dopo ripetute molestie da parte delle autorità.
Wei Haiming è morto nel luglio 2012, poco dopo aver finito di scontare cinque anni di carcere.
Zhang Youzhen, un praticante della contea di Huzhu nel Qinghai, è morto il 19 giugno 2003, dopo essere stato torturato in prigione.
Torturato durante la detenzione nel campo di lavoro
Tang insegnava inglese nella scuola elementare di Lejiawan. Dopo l'inizio della repressione nel 1999 è andato a Pechino per fare appello per il Falun Gong e per questa azione pacifica ha perso il lavoro.
Tang è stato detenuto tre volte per breve tempo, per un totale di 75 giorni. È stato anche mandato nei campi di lavoro tre volte, per un totale di 784 giorni. Inoltre la sua casa è stata saccheggiata due volte.
La pena nel campo di lavoro forzato di Duoba sarebbe dovuta scadere a febbraio 2001, ma poiché il praticante si è rifiutato di rinunciare al proprio credo, il termine della pena è stato prorogato. Tang è stato ammanettato con le mani dietro la schiena, insieme ad un altro praticante di nome Li Shengxi, dall'ufficiale Lu Xin. Sono stati costretti a correre per lungo tempo sotto il sole ardente e poi sono stati messi in cella d’isolamento. Sette giorni dopo Tang era in pericolo di vita ed è ritornato in una cella normale.
Dopo essere stato rilasciato dal campo di lavoro il 16 dicembre 2001, Tang è stato nuovamente arrestato per la sua fede il 28 dicembre di quell'anno ed inviato nello stesso campo di lavoro forzato nel 2002. Le guardie l'hanno picchiato e colpito con diversi bastoni elettrici da 100.000 volt per due ore, poi è stato ammanettato con le mani dietro la schiena e messo in isolamento per sette giorni. Per protestare contro i maltrattamenti, il praticante ha iniziato uno sciopero della fame nell'aprile 2002. Durante quei due anni trascorsi nel campo di lavoro forzato ha rischiato più volte di perdere la vita a causa delle torture.
Illustrazione della tortura: colpito con bastoni elettrici
Gli agenti dell'Ufficio 610 hanno molestato il suo datore di lavoro e i suoi parenti molte volte, e per questa continua pressione, la salute dei suoi genitori è peggiorata. Sua moglie non poteva lavorare tranquillamente e suo figlio era continuamente discriminato.
Dopo il rilascio, Tang è stato costretto a vivere lontano da casa per evitare le molestie. Il giorno in cui è ritornato a casa per vedere sua moglie e suo figlio, è stato arrestato dagli agenti della divisione di sicurezza interna di Xining e della polizia di Pengjiazai. È stato legato allo strumento di tortura chiamato panca della tigre con tutti e quattro gli arti immobilizzati, mentre veniva interrogato presso l'ufficio di sicurezza interna di Xining. La polizia, a turno, lo monitorava e non gli permetteva di dormire. Tuttavia, tre giorni dopo, Tang è stato in grado di fuggire dalla struttura.
Maltrattamenti in prigione
L'8 settembre 2009 gli agenti dell'ufficio di sicurezza interna di Xining hanno arrestato nuovamente Tang. L'hanno portato al centro di detenzione di Ershilipu e hanno presentato il suo caso al tribunale.
Il praticante è stato mandato nella prigione di Menyuan nel 2010 e collocato nel Primo Reparto. Ha rifiutato di rinunciare alla sua fede ed è stato tenuto in isolamento per diversi mesi. Ha fatto uno sciopero della fame in segno di protesta, così è stato alimentato con la forza.
Le guardie hanno riprodotto su un altoparlante, delle registrazioni audio che calunniavano il Falun Gong, il che ha messo sotto stress Tang, la cui salute stava peggiorando. Alla fine ha avuto un’insufficienza ad un organo vitale ed è morto all'ospedale della croce rossa di Qinghai, ma resta da scoprire qual è stato il giorno esatto.
Diversi ufficiali sono responsabili per le sofferenze e il decesso di Tang, tra cui Guo, vicedirettore politico del Primo Reparto della prigione e Chen Jie, direttore del dipartimento di psicologia del centro di riabilitazione Golmud Drug (un centro di lavaggio del cervello precedentemente noto come campo di lavoro Golmud). Chen è stato coinvolto nel lavaggio del cervello di molti praticanti nel Qinghai e ha partecipato all'arresto di Tang.
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