(Minghui.org) Lo scorso 24 aprile,Zhu Dazhen, settantaduenne di Chongqing, si trovava nella propria abitazione quando è stata arrestata per aver praticato il Falun Gong. È stata accusata di "aver minato le forze dell'ordine con un'organizzazione di culto", un pretesto standard usato per condannare il Falun Gong.
Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è un'antica disciplina spirituale e di meditazione perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
Quel giorno verso le 13:00, un gruppo di ufficiali ha fatto irruzione e le ha saccheggiato l’abitazione, confiscandole il computer, i libri e molto altro materiale del Falun Gong. Sono stati portati via anche 5.000 yuan (circa 620 euro) in banconote, con stampate informazioni sul Falun Gong. (A causa della severa censura dell'informazione in Cina, molti praticanti del Falun Gong usano modi creativi per diffondere informazioni sulla loro fede, compreso scrivere messaggi sulle banconote).
Nessuno degli agenti che hanno arrestato e saccheggiato casa di Zhu si è identificato. Alla stazione di polizia di Wenfeng, inoltre, un giovane poliziotto ha abusato di lei verbalmente.
Un agente ha portato la donna in ospedale per un controllo fisico e le ha ordinato di pagare la parcella dell'esame medico.
A causa delle non ottimali condizioni di salute, Zhu è stata rilasciata su cauzione e la polizia ha ordinato al figlio minore di pagare 5.000 yuan per la libertà della madre.
Persecuzioni passate
Zhu ha iniziato a praticare il Falun Gong nel 1998. Negli ultimi vent’anni, dall’inizio della persecuzione, è stata ripetutamente arrestata e tre volte è stata condannata al carcere, per un totale di sette anni, solo perché ha sostenuto la sua fede.
Primo biennio nel campo di lavoro
Il 22 maggio 2001 Zhu è stata arrestata per la prima volta e la sua casa è stata saccheggiata. Dopo tre mesi di detenzione, le sono stati concessi due anni al campo di lavoro femminile di Maojiashan.
Le guardie del campo di lavoro la costringevano a guardare ogni giorno video di calunnia sul Falun Gong e a scrivere rapporti settimanali, in più due detenute erano state incaricate di controllarla 24 ore su 24. Zhu è stata spesso torturata perché si rifiutava di collaborare al lavaggio del cervello. Una volta, ad esempio, è stata costretta a fare più di novecento squat in un giorno. Tra le altre forme di tortura c'erano la seduta su un piccolo sgabello per periodi prolungati, stare per lunghe ore in piedi, un intenso allenamento fisico e l'essere costretta a camminare in posizione accovacciata con le mani dietro la schiena.
Le guardie hanno tentato di costringere Zhu a calpestare la foto del fondatore del Falun Gong e quando si è rifiutata di obbedire, l'hanno mandata in isolamento.
Secondo biennio nel campo di lavoro
Zhu è stata nuovamente arrestata il 22 ottobre 2006. Dopo venti giorni di detenzione è stata condannata a due anni nel campo di lavoro forzato femminile di Zoumahe. Lì, poiché si rifiutava di rinunciare alla sua fede, è stata costretta a stare in piedi o seduta su un piccolo sgabello per lunghe ore, detenuta in isolamento e le è stato proibito di farsi la doccia o fare il bucato.
Tre anni di reclusione
Il 1° maggio 2013 Zhu è stata arrestata dopo essere stata denunciata per aver distribuito materiale informativo sul Falun Gong. Alla stazione di polizia di Jiulong, la polizia le ha piazzato una lampadina da 1.000 watt davanti al viso: l’intenso calore e la luce le facevano venire le vertigini e sentiva che la testa stava per esplodere. Successivamente Zhu ha raccontato che gli agenti avevano tentato di usare questa tortura per farla cedere durante l'interrogatorio.
Più tardi, quel giorno, la polizia le ha saccheggiato casa, confiscandole i libri del Falun Gong, il computer e altri effetti personali.
In seguito è stata condannata a tre anni nel carcere femminile della città di Zouma. È stata privata del sonno, costretta a sedersi su un piccolo sgabello fino a quando le sue natiche non hanno sviluppato delle piaghe aperte, ed è stata costretta a fare un intenso allenamento fisico. Incapace di sopportare la tortura, contro la sua volontà, ha scritto una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong.
In seguito, le guardie l'hanno spostata in un altro reparto per svolgere quotidianamente un lavoro non retribuito ed è stata ancora costretta a partecipare alle sessioni settimanali di lavaggio del cervello e a scrivere su un quaderno i suoi pensieri. Le guardie inoltre l’hanno obbligata a leggere ciò che aveva scritto e a cantare le lodi del regime comunista di fronte ad altri detenuti, e l’hanno filmata. Tali registrazioni sono state poi usate per fare il lavaggio del cervello ad altri praticanti e detenuti.
La polizia ha continuato a molestare Zhu e la sua famiglia anche dopo il suo rilascio.
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