(Minghui.org) Un'insegnante di danza di29 anni è stata arrestata e reclusa per quasi un anno, per aver distribuito informazioni inerenti alla sua fede nel Falun Gong. La condanna gli è stata inflitta sei mesi fa ed ora è in attesa di processo.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è un'antica disciplina spirituale e di meditazione, perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Zhai Zihui, originaria della contea di Faku, provincia dello Liaoning, ha lavorato a Pechino dopo essersi diplomata al college ed ha iniziato a praticare nel 2019.

Nei primi giorni di agosto dell’anno scorso, dopo aver divulgato messaggi sul Falun Gong ad un amico tramite WeChat (una piattaforma di social media), è stata convocata alla stazione di polizia locale dove l’hanno ammonita di non farlo di nuovo.

La donna è stata nuovamente arrestata il 23 agosto, dopo essere stata denunciata per aver distribuito chiavette USB con informazioni sulla disciplina. La polizia ha perquisito la sua casa, confiscandole libri e materiali del Falun Gong, una stampante, un iPad ed un laptop.

I suoi nonni incapaci di contattarla per giorni, si sono preoccupati così tanto da ammalarsi entrambi. La madre, per cercarla, il giorno 11 settembre si è recata a Pechino dallo Liaoning. Dopo aver chiesto ad un fabbro di aprire la porta dell'appartamento della figlia, è rimasta sorpresa nel trovare la stanza in un tale disordine, con addirittura dei soldi sparsi sul letto. In quel momento ha pensato che fosse partita di corsa perchè doveva fare qualcosa, ma più tardi ha appreso dalla sua compagna di stanza che la polizia era venuta a perquisire l’appartamento prima che Zhai scomparisse.

Su suggerimento della coinquilina, la madre ha riferito della sua scomparsa alla polizia, che le ha detto di venire al comando. Arrivata sul posto, gli agenti le hanno fatto delle domande, costringendola a firmare un documento dell'interrogatorio. Solo allora è stata informata che sua figlia era reclusa nel centro di detenzione del distretto dello Chaoyang.

Secondo l'avvocato di Zhai, che l'ha visitata più tardi, l’hanno costretta ad indossare sia le manette che le catene, a differenza degli altri detenuti che erano solo ammanettati.

Il suo arresto è stato confermato il 26 settembre. Il procuratore però ha restituito il caso alla polizia il 4 novembre a causa di prove insufficienti. Gli agenti hanno allora fotografato il retro e il fronte dei suoi ottanta volantini del Falun Gong, contando ogni volantino due volte per produrre ulteriori prove per il suo arresto, oltre a conteggiare i suoi diari personali.

La polizia ha così ridiscusso nuovamente il suo caso nel mese di dicembre scorso, incriminandola l'11 febbraio dal pubblico ministero e inoltrando il suo caso al tribunale distrettuale dello Chaoyang.