(Minghui.org) Il Maestro Li (il fondatore della Falun Dafa) ci insegna a considerare sempre gli altri ogni volta che incontriamo un problema e che dovremmo guardare qualsiasi situazione dal punto di vista dell’altra persona.
Il Maestro ha detto:
“Per noi coltivatori, i conflitti sorgono all’improvviso. Che fare allora? Se manterrete sempre un cuore pieno di compassione e una mente serena e pacifica, potrete risolvere correttamente le difficoltà incontrate, poiché vi daranno un margine di manovra. Se sarete sempre compassionevoli e benevolenti con le persone, se vi preoccuperete sempre degli altri quando farete qualcosa, e ogni volta che avrete una questione con un’altra persona vi chiederete innanzitutto se potrà sopportarla o se invece ne soffrirà, allora non avrete problemi. Per questa ragione, in quanto praticanti, dovrete seguire uno standard elevato e persino più elevato ancora”. (Quarta lezione, Zhuan Falun)
Mai contrattare
Contrattare per ottenere un prezzo più basso è considerato un comportamento normale. Molti proprietari di negozi automaticamente scontano gli articoli togliendo dal prezzo una piccola percentuale, ancor prima che i clienti inizino a contrattare. Personalmente insisto sempre per pagare l’intero importo e dico loro che so quanto sia difficile guadagnare. Alcuni proprietari mi hanno detto che devono mantenere la percentuale di sconto, perché la gente non la vuole pagare. Gli acquirenti continuano a contrattare anche solo per pochi yuan. I negozianti pur di non perdere i loro clienti sono costretti a togliere la percentuale. Alcuni mi hanno detto: “Sei una brava persona. Paghi fino all’ultimo centesimo. Non abbiamo mai incontrato una persona come te disposta a pagare rinunciando allo sconto”. Ho risposto loro: “Sono una praticante della Falun Dafa. Non mi approfitterò di voi”.
Quando compro delle cose per la mia unità di lavoro, ricordo sempre alla cassiera di non scrivere sulla ricevuta più di quanto abbia pagato. Una volta sono andata in un centro commerciale per fare acquisti per l’azienda, e quando sono arrivata alla cassa ho chiesto di poter verificare l’importo scritto sulla ricevuta. La cassiera mi ha immediatamente risposto: “Non preoccuparti, ci sarà scritto qualcosa in più e non di meno”. Quando le ho detto che volevo verificare l'importo perché temevo che avesse scritto di più di quanto in realtà avevo pagato, mi ha risposto sorpresa: “Come può esserci una persona come te?”.
Non competere sul lavoro per la fama e l’interesse personale
Nel 1997 ho sostenuto l’esame per entrare nella pubblica amministrazione e un anno dopo mi è stato assegnato un incarico. Con il mio master, ero qualificata per ricoprire una posizione al livello di sottosezione. Tuttavia sono stata inserita nell’elenco dei dipendenti del personale, il che significava che il mio stipendio era di decine di yuan in meno al mese e che avevo meno benefici. Il capo dell’unità di lavoro ha pensato che potessi essere arrabbiata, così ha chiesto al direttore dell’ufficio di parlarmi. Ho detto al direttore: “Il Maestro ci ha insegnato a prendere alla leggera sia il guadagno che gli interessi personali e di considerare sempre prima gli altri. Per favore informa il capo del personale che sto bene così e di non preoccuparsi”. Il direttore è rimasto sorpreso, e molto contento le ha risposto: “Va bene! Va bene!”.
Nel 1998 nella nostra unità di lavoro si era presentata un’ultima possibilità di acquistare alcuni appartamenti, ne erano rimasti solo dodici e non erano sufficienti per più di 40 dipendenti. Mi sono ricordata di essere una praticante della Dafa, e che inoltre avevo già un appartamento. Sebbene fosse un po’ lontano dal lavoro, ho deciso di non competere per averne un altro.
Quando è arrivato il momento di promuovere le persone a un grado superiore del dipartimento, c’erano diversi dipendenti qualificati, ma i posti erano limitati. È stato richiesto di mettersi in lista e competere per queste posizioni. Nel mio gruppo ero l’unica con un master che mi permetteva di avere la precedenza sugli altri. Sapevo che non avrei dovuto competere, così non mi sono registrata e ho rinunciato a questa opportunità.
Un capo dell’unità di lavoro era stato segretamente segnalato al direttore. Durante l’indagine hanno chiesto a diverse persone del nostro gruppo di esprimere privatamente la propria opinione. Quando mi hanno interpellato ho detto loro: “Se non si fa nulla, non si commettono errori. Coloro che fanno di più, hanno più possibilità di sbagliare. Una persona dovrebbe essere giudicata obiettivamente. Intendeva fare del bene all’unità di lavoro?”. Qualche anno dopo, durante una riunione di valutazione del personale, quel capo ha detto che non avevo mai parlato male degli altri e che ero una brava persona.
Quando sono stata arrestata e detenuta per aver chiarito la verità, la polizia mi ha detto che gli ispettori della mia unità di lavoro mi avevano molto elogiata, ritenendomi una brava persona. Molti dei miei colleghi volevano venire a trovarmi nel centro di detenzione.
Trattare gentilmente gli altri durante la detenzione
Nel 2010 mi hanno arrestata e portata in un centro di detenzione. Lo spazio della cella era ristretto, in soli 20 metri quadrati erano detenute dalle 10 alle 20 persone. Era sporca, buia e umida. Durante il giorno dovevamo sederci sul pavimento e lavorare, di notte dormivamo per terra, fianco a fianco o schiena contro schiena. Spesso le persone litigavano tra loro per qualche centimetro in più.
Uno spazio così ristretto poteva essere molto stressante. Durante un interrogatorio alla stazione di polizia un poliziotto mi ha chiesto: “Perdere la libertà è scomodo, non è vero?”. Gli ho risposto: “Certo che è scomodo! Chi vuole perdere la libertà!”, ma mi sono ricordata di essere una praticante della Dafa e ho cercato di mantenere pensieri compassionevoli e pacifici. Continuavo a ricordarmi dell’insegnamento del Maestro, di essere una brava persona senza dare importanza a dove mi trovassi, di fare le cose per il bene degli altri e di essere gentile con tutti.
Una persona aveva bisogno di soldi per acquistare beni di prima necessità come stoviglie, dentifrici, spazzolini da denti, carta igienica, detersivo, shampoo, ecc... Alcune detenute non avevano soldi e quindi rubavano le cose. Avendo visto quello che facevano, acquistavo loro le necessità quotidiane, fino a quando i familiari non inviavano loro il denaro. Successivamente i furti sono cessati. Una detenuta che era muta, veniva spesso colta in flagrante e imprigionata per furto. Per diversi mesi aveva perso i contatti con la sua famiglia, così le compravo le cose di cui aveva bisogno.
Nella cella vicina era stata arrestata un’altra donna più giovane anche lei muta. La più anziana che avevo aiutato sentiva che ero una brava persona e mi ha chiesto di aiutare anche la più giovane. Quando le altre detenute nella cella lo hanno saputo, mi hanno consigliato di non aiutarla. Ho pensato quanto fosse difficile al giorno d’oggi essere una persona disabile. Il Maestro ci ha insegnato ad avere rispetto per gli altri, così ho acquistato anche per lei le cose necessarie.
Per calmare l’atmosfera tesa nella nostra piccola cella spesso raccontavo alle altre detenute i principi della Dafa. Dicevo loro che molte persone sentivano di essere state benedette e di aver risolto dei problemi dopo aver ricordato di ripetere sinceramente: “La Falun Dafa è buona! Verità, Compassione e Tolleranza sono buone!”. Presto tutte hanno saputo che la Falun Dafa è buona. A poco a poco ci sono stati meno litigi e l’atmosfera nella nostra cella è diventata armoniosa.
Una notte, quando tutte dormivano, la detenuta capo si è messa a litigare con un’altra reclusa che aveva dei legami con la polizia. Tutte si sono svegliate. Nessuno voleva intervenire per non offenderle. Ho ascoltato mentre litigavano ma non riuscivo a capire perché fossero così arrabbiate. Dato che tutte avevano bisogno di dormire perché durante il giorno lavoravano sodo, ho casualmente detto: “Fai un passo indietro e goditi la vastità del cielo e il mare aperto”. Inaspettatamente le due hanno smesso immediatamente di litigare e sono andate a letto.
I detenuti erano costretti ai lavori forzati. Per aumentare la produzione tra le celle c’era competizione. Ciò costringeva i detenuti a lavorare di più e le quote giornaliere aumentavano costantemente. Il bonus delle guardie era legato alla produzione. Coloro che non riuscivano a completare la quota, sarebbero stati picchiati la mattina successiva. I detenuti avevano paura e talvolta lavoravano tutta la notte per raggiungere la quota stabilita, rinunciando al sonno. Ho avvisato la guardia incaricata di non picchiare le persone. Ho sottolineato che malmenare gli altri fa perdere la virtù. Il potere della gentilezza è enorme. La forza non può cambiare il cuore ma la gentilezza può farlo. A poco a poco, la polizia ha smetto di dare botte a coloro che non completavano il lavoro assegnato. La nostra cella era la prima nella produzione.
La mia famiglia ritrova l’armonia
Nel 2007 a mio padre è stato diagnosticato un cancro in fase avanzata. I miei familiari lo hanno accompagnato in un grande ospedale di Shanghai per una conferma e per le cure mediche. Per accertamenti doveva sottoporsi a una completa fluoroscopia a tutto il corpo, dannosa secondo il medico. Ho detto agli altri parenti che lo avrei accompagnato a fare l'esame, in quanto praticante non mi avrebbe fatto male. Mio padre è rimasto ricoverato in ospedale per quasi un mese e la maggior parte delle spese mediche non erano coperte dall’assicurazione. Mi sono presa cura del conto che era di decine di migliaia di yuan. Quando mio padre è morto, ha lasciato circa 60.000 yuan. Mia madre mi ha chiesto come gestirli, e le ho risposto che non avrei preso nulla. Anche le mie due sorelle minori hanno rifiutato.
Nel 2016 mia madre mi ha detto che aveva due proprietà immobiliari di un certo valore. Voleva sistemare l’eredità mentre era ancora in vita, per evitare eventuali controversie dopo la sua morte. Le ho detto che volevo rinunciare alla mia parte dell’eredità e che poteva lasciare i soldi alle mie due sorelle più giovani. Per rassicurarla le ho rilasciato una dichiarazione scritta.
Mio marito ha un fratello maggiore e la sua famiglia non sta bene finanziariamente. I miei suoceri spesso li aiutano, hanno persino comprato loro un appartamento. Non mi sono mai lamentata e ho incoraggiato mio marito ad aiutare suo fratello. I miei suoceri ritenevano giusto darci del denaro per acquistare un appartamento ma abbiamo rifiutato. Quando ero perseguitata e detenuta, i miei cognati sono rimasti a casa mia e si sono presi cura di mio figlio, e ci hanno aiutato in quel difficile momento.
Mio cognato ed io abbiamo accompagnato mia suocera per tornare nella loro città in campagna, per rendere omaggio ai nostri antenati. Mia suocera ha preso molte banconote e comprato altre cose. Quella mattina ho chiesto a mio cognato di mettere tutto in macchina. Prima di partire non ho aperto il bagagliaio per controllare se lo aveva fatto. Quando ci siamo fermati all’ingresso del villaggio, mia suocera si è accorta che mancavano alcune cose. Mio cognato ha ammesso di aver dimenticato di metterle nel portabagagli. Mia suocera lo ha criticato di fronte a tutta la famiglia e lo ha messo in imbarazzo. Il Maestro ci ha insegnato a guardarci dentro ogni volta che incontriamo dei conflitti. Ho detto immediatamente che era colpa mia perché avrei dovuto controllare prima di partire. Gli altri hanno suggerito che potevamo acquistare quanto necessario nel negozio del villaggio. Così mia suocera si è calmata.
Dopo che gli animi si sono placati, una parente mi ha detto che le sue due nuore non avevano un buon rapporto con il resto della famiglia. Quando incontravano dei problemi incolpavano sempre gli altri. Sarebbe stato bello se si fossero comportate come me. Le ho detto che il Maestro ci ha insegnato a pensare sempre agli altri e a guardarci dentro quando incontriamo dei conflitti. Sii tollerante! Sii gentile con gli altri. Mi ha chiesto di parlare con sua nuora dei principi della Falun Dafa.
Dopo aver iniziato a praticare, ho usato i principi guida di Verità, Compassione e Tolleranza. Invece di chiedere sempre agli altri di essere gentili con me, sono stata gentile con loro. La mia famiglia ha assistito ai miei cambiamenti positivi ed era felice che praticassi la Falun Dafa. Quando sono stata perseguitata, mi hanno tutti aiutata e nessuno di loro aveva pensieri cattivi sulla Dafa.
Guardando indietro ai miei oltre 20 anni di coltivazione, apprezzo profondamente il Maestro e la Dafa. Sono passata da essere una persona egoista a una che mette sempre gli altri al primo posto.
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