(Minghui.org) In occasione della prima tappa europea del ministro degli esteri cinese Wang Yi in Italia, il 25 agosto 2020 i praticanti del Falun Gong italiani si sono ritrovati a Roma nei pressi della Farnesina per sollecitare il Ministro degli Esteri italiano Di Maio a mettere al centro dei colloqui la fine della persecuzione e del prelievo forzato di organi ai praticanti del Falun Gong in Cina.

'图1~3:二零二零年八月二十五日,意大利法轮功学员在外交部至马达玛别墅(Villa Madama)沿途手举反迫害横幅,呼吁制止中共迫害法轮功,制止活摘器官。'

I praticanti si sono disposti lungo la strada che dal Ministero porta a Villa Madama, sede dell’incontro, sperando di far sentire forte il loro messaggio. Insieme alla pratica degli esercizi, i praticanti hanno mostrato striscioni con le scritte, in italiano e cinese: “Falun Dafa, Verità Compassione Tolleranza”, “Stop alla persecuzione del Falun Gong” e “Stop al prelievo forzato di organi in Cina”.

Anche i giornalisti accreditati per la Conferenza stampa congiunta tra i due ministri, sono passati con le navette davanti ai praticanti. Tra loro diversi giornalisti cinesi hanno avuto l’occasione di filmare e fotografare i messaggi dei praticanti.

Spesso anche le macchine dei passanti rallentavano per leggere gli striscioni. Qualcuno si è fermato per fotografare, qualcuno ha suonato il clacson o mostrato il pollice in alto per esprimere il suo sostegno.

Per l’occasione, l’associazione Italiana Falun Dafa ha inviato al Ministro degli Esteri Di Maio e al Primo Ministro Giuseppe Conte, una lettera per sollecitare un’azione concreta e mettere fine alla persecuzione in Cina. La lettera ricorda i passi fatti dalla comunità internazionale in occasione dell’anniversario dell’inizio della persecuzione, il 20 luglio scorso, nella speranza che anche il governo italiano voglia seguire lo stesso esempio:

“Poche settimane fa per il 21° anniversario della persecuzione, il 20 luglio, oltre 600 parlamentari in tutto il mondo, tra cui diversi parlamentari italiani, hanno firmato una dichiarazione congiunta che chiede la fine della brutale campagna di sradicamento che da 20 anni colpisce i praticanti della Falun Dafa. Recentemente il Dipartimento di Stato USA e la nuova Alleanza Interparlamentare sulla Cina (IPAC) si sono espressi chiedendo alla Cina la fine di questa persecuzione violenta e brutale che da 21 anni colpisce milioni di persone pacifiche per il loro credo spirituale.”

Dopo aver ricordato la sentenza del China Tribunal, che dichiara come i praticanti del Falun Gong in Cina sono la principale vittima del prelievo forzato di organi, definito come un “crimine contro l’umanità”, la lettera fa notare le implicazioni globali di questi crimini che non colpiscono solo innocenti credenti cinesi, ma l’intera comunità internazionale:

“Come dimostra l'attuale pandemia, la mancanza di una censura internazionale di questi orribili crimini non è costata solo la vita a innocenti cinesi, ma anche a molti occidentali. Uno dei principali investigatori sull'uccisione dei praticanti del Falun Gong per i loro organi attuato del PCC, l’avvocato dei diritti umani David Matas, ha affermato: «Se la Cina avesse affrontato la pressione globale tramite la trasparenza e la responsabilità del suo sistema sanitario quando si trattava degli abusi dei trapianti di organi, ora non avremmo questo coronavirus. Stiamo subendo le conseguenze per aver chiuso un occhio su questa atrocità».”

Nelle stesse ore hanno tenuto una conferenza stampa davanti alla Farnesina anche un gruppo di parlamentari che hanno invitato il dissidente di Hong Kong Nathan Law, venuto a Roma per fare appello al Ministro degli Esteri Di Maio in occasione della visita del Ministro cinese Wang Yi. Tra loro il senatore Lucio Malan, co-chair di IPAC, e l’Ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata, che nel suo intervento ha espresso «solidarietà a tutte le componenti e le minoranze etniche, religiose, culturali della Cina, in particolare in Tibet, in Xinjiang, e ai 100 milioni di membri del Falun Gong perseguitati dalla fine degli anni ‘90».

La lettera dell’Associazione Falun Dafa si conclude affermando: “La campagna di massa del PCC per diffamare e sradicare il Falun Gong e i suoi valori fondamentali di Verità, Compassione e Tolleranza, è anche un attacco alla coscienza dell’Umanità”, un auspicio affinché il governo italiano possa riconoscere la portata dei crimini del regime cinese e possa così chiedere con decisione la fine della persecuzione in Cina.