(Minghui.org) Dopo la diffusione del virus in quasi duecento Paesi, la pandemia di coronavirus ha provocato oltre novantaquattro milioni di casi di infezione in tutto il mondo con un bilancio delle vittime di oltre due milioni di persone.

Con le nuove varianti del virus che sono emerse a dicembre che si diffondono nei continenti, la situazione è diventata più grave di prima. Il 31 dicembre scorso nella Cina nord-orientale, le autorità della città di Shenyang, nella provincia del Liaoning, hanno emesso l’ordine alla popolazione di tutta la città di restare al proprio domicilio. Il rigoroso blocco è stato imposto anche in una parte della città dove nessuno era autorizzato ad uscire. In rete circolava il file audio di un medico che descriveva la grave situazione dicendo: «Devo uscire quattro o cinque volte per curare i pazienti, la nuova variante del virus è altamente contagiosa e complicata».

La scarsa qualità dei kit di test rende le cose più difficili. Un ufficiale di Dalian, nella provincia del Liaoning, ha detto che per confermare un caso infetto è stato necessario ripetere undici volte il test. I funzionari della Mongolia interna hanno anche annunciato di recente la costruzione di quarantatré ospedali improvvisati “Fangcang” per uso urgente. Ciò indica che probabilmente nella regione si è verificato un gran numero di nuovi casi.

Quando si guardano le aree più colpite, si può scoprire che quasi tutte sono associate a gravi violazioni dei diritti umani, in particolare alla persecuzione del Falun Gong. Ciò implica che, come dice un detto cinese: «il bene è ricompensato con il bene ed il male con il male».

Province con casi in ripresa

Le autorità cinesi hanno affermato che, entro il 1° giugno dello scorso anno la pandemia era sostanzialmente scomparsa in Cina e dopo sono emersi solo casi sporadici. Sulla base delle notizie, tuttavia, diversi luoghi hanno mostrato modelli diversi, tra cui tre province nord-orientali (Heilongjiang, Jilin, Liaoning), Pechino, la provincia dello Shandong e la provincia del Sichuan.

Ad esempio, di seguito è riportato quello che è successo nelle tre province nord-orientali:

20 maggio 2020: dopo che nella città di Shulan i nuovi casi sono stati identificati nella provincia dello Jilin, la città è stata messa sotto sorveglianza rispecchiando lo stile di Wuhan.

23 luglio 2020: la città di Dalian, nella provincia del Liaoning, è entrata in modalità di guerra e densi impianti pubblici interni sono stati chiusi per ridurre le infezioni a grappolo.

13 dicembre 2020: la città di Suifenhe, nell’Heilongjiang, è stata dichiarata zona a medio rischio.

29 dicembre 2020: nella città di Heihe, nella provincia dell’Heilongjiang vengono inasprite le restrizioni.

30 dicembre 2020: peggiora la situazione nella provincia del Liaoning dove sono state dichiarate a medio rischio ventuno regioni.

31 dicembre 2020: nella città di Dalian in provincia del Liaoning, le condizioni sono peggiorate, con sedici aree a medio rischio dichiarate nella sola città. Alcune zone residenziali sono state chiuse ed i residenti presenti all’interno, gridavano al buio: «Abbiamo bisogno di cibo e provviste!».

Di seguito sono riportati incidenti da altre aree:

Pechino: Il 15 giugno 2020 tre distretti di Pechino (Fengtai, Mentougou e Daxing) sono entrati in modalità di guerra, dopo che si sono verificate infezioni a grappolo nel mercato all'ingrosso di Xinfadi. Inoltre alcune aree in altri tre distretti di Pechino (Shunyi, Chaoyang e Xicheng) hanno rafforzato le restrizioni. Queste restrizioni derivavano da un ordine urgente dato ai funzionari che doveva essere mantenuto riservato.

Provincia dell’Hebei: Il 3 gennaio 2021 la città di Shijiazhuang è entrata in modalità di guerra.

Provincia dello Shandong: il 16 ottobre altre infezioni a grappolo si sono verificate nella città di Qingdao, dove è stato identificato un numero a due cifre di nuovi casi.

Provincia del Sichuan: il 9 dicembre 2020, a causa dell'aumento del numero di casi, la provincia del Sichuan è entrata in modalità di guerra.

Secondo le autorità cinesi, al 1° gennaio 2021, sono state dichiarate trentaquattro aree a medio rischio in tutto il Paese. La maggior parte di esse è concentrata nelle tre province del nordest, Shandong e Pechino, con casi isolati in regioni remote come Yunnan e Xinjiang.

Persecuzione brutale in queste aree

Iniziata nel 1999 la persecuzione contro il Falun Gong dura ormai da ventuno anni e un gran numero di casi è stato riportato sul sito Web Minghui. Quando il dipartimento di stato americano ha informato i gruppi religiosi di presentare gli elenchi dei violatori dei diritti umani, un funzionario ha incoraggiato i praticanti del Falun Gong a fornire gli elenchi di coloro che hanno perseguitato il Falun Gong. Il funzionario ha sottolineato che Minghui.org è affidabile e le sue informazioni possono essere citate come fonte attendibile.

Le statistiche disponibili hanno mostrato che numerose agenzie di stampa ed i principali media, hanno citato informazioni prese dal sito web di Minghui, come: AFP (40 notizie), AP (24), CNA (20), World Journal (16), Reuters (14) e RFA (13).

Tortura e uccisione

Nel 2013 Minghui.org ha compilato un rapporto intitolato ”Un rapporto investigativo sulla tortura e l'uccisione dei praticanti del Falun Gong da parte del PCC” (Nota: è disponibile solo la versione cinese). Questo rapporto ha raccolto 3.653 casi di morte con 3,3 milioni di parole di materiali originali. Le informazioni sono state organizzate e raccolte in un database per un'analisi dettagliata. Tutti i dati provenivano dal sito Minghui.org.

Lo studio ha mostrato che tra il 1999 e il 2013 le seguenti province o città a livello di provincia, hanno subito la peggiore persecuzione del Falun Gong come indicato dall'Ufficio 610. Elenco province: Heilongjiang, Hebei, Liaoning, Jilin, Shandong, Sichuan, Hubei, Hunan, Henan e Pechino. A seguito della persecuzione la maggior parte delle morti dei praticanti del Falun Gong si è verificata nella provincia dell’Heilongjiang, seguita dalla provincia dell’Hebei e poi dalla provincia del Liaoning.

Inoltre, i casi di morte si sono verificati in 273 città di tutto il Paese. Le dodici città peggiori includevano Harbin (provincia dell’Heilongjiang), Changchun (provincia dello Jilin), Weifang (provincia dello Shandong), Pechino, Jilin (provincia dello Jilin), Chongqing, Shenyang (provincia del Liaoning), Chengdu (provincia del Sichuan), Shijiazhuang (provincia dell’Hebei), Dalian (provincia dello Liaoning), Baoding (provincia dell’Hebei) e Yantai (provincia dello Shandong). Le tre città con il maggior numero di morti sono state Harbin, Changchun e Weifang.

Questi casi hanno coinvolto 122 carceri della Cina. La prigione femminile del Liaoning è stata associata al maggior numero di morti di praticanti donne, mentre la seconda prigione dello Liaoning è stata associata al maggior numero di morti di praticanti maschi.

Lo stesso studio ha anche riferito che le tre province nord-orientali (Heilongjiang, Liaoning, Jilin), così come Hebei, Shandong e Sichuan, erano anch’esse associate al maggior numero di casi di persecuzione. Secondo le informazioni ricevute da Minghui.org, negli ultimi due decenni, almeno 499 praticanti del Falun Gong nella sola provincia dello Jilinsono morti a causa della persecuzione per la loro fede.

Durante la pandemia di coronavirus, sono queste le province ad avere la situazione peggiore rispetto agli altri luoghi della Cina. Questo potrebbe essere un indizio che ovunque la persecuzione dei praticanti innocenti del Falun Gong sia dilagante, potrebbero esserci conseguenze disastrose come una pandemia o altre disgrazie.

Tragedie orribili

Nel rapporto di cui sopra sono stati documentati circa cento tipi di metodi di tortura tra cui lo shock con i bastoni elettrici, il fuoco ardente, l’annegamento simulato, il congelamento, ammanettamento, stare seduti (immobili per lungo tempo), soffrire la fame, stiramento degli arti, percosse, abuso sessuale, abuso psichiatrico, aborto forzato, prelievo di organi e abuso fisico attraverso l’uso di animali.

Durante la repressione dei praticanti del Falun Gong, sono stati applicati circa cento tipi di torture

Nel luglio 2003, ad esempio, la signora Gao Rongrong, una dipendente dell'Accademia di Belle Arti Lu Xun di Shenyang, nella provincia del Liaoning, è stata percossa dalla polizia con manganelli elettrici per sei ore, all’interno del campo di lavoro di Longshan. Il 16 giugno 2005 Gao è stata sfigurata ed è morta miseramente all’età di 37 anni.

Il volto della signora Gao Rongrong prima (a sinistra) e dopo (a destra) la scossa elettrica

La signora Wang Yunjie, una praticante della provincia del Liaoning, è stata colpita dalla polizia al seno con due bastoni elettrici contemporaneamente per diverse ore, questo è accaduto all’interno del campo di lavoro di Masanjia. Il suo seno destro era completamente suppurante. È morta nel luglio 2006.

La signora Song Huilan è una praticante della fattoria Xinhua della città di Hegang, nella provincia dell’Heilongjiang. La polizia del dipartimento della contea di Huashan l'ha arrestata nel dicembre 2010 e trattenuta nel carcere di Tangyuan. Le guardie le hanno iniettato droghe sconosciute, facendo diventare la sua gamba inferiore destra, i piedi e le dita dei piedi, tutti neri per la necrosi. Il 25 maggio, il suo piede destro è caduto completamente.

Dopo l'iniezione di droghe sconosciute la gamba destra e il piede della signora Song Huilan sono diventati neri a causa dell’infezione

Il piede destro della signora Song alla fine è caduto ed è rimasta disabile

Nel giugno 2003, la signora Zhu Xia della città di Chengdu, nella provincia del Sichuan, è stata portata nel campo di lavoro femminile di Nanmusi. Dopo di ciò, è stata costretta a subire tre sessioni di lavaggio del cervello, durante le quali le guardie l'hanno violentata molte volte. Il 2 aprile 2004, dopo essere tornata a casa, Zhu soffriva di un disturbo mentale. Non poteva prendersi cura di se stessa, né controllare le proprie emozioni.

La signora Zhu Xia (a sinistra) è stata violentata molte volte in tre campi di lavoro forzato e in seguito ha sofferto di un disturbo mentale (a destra)

La signora Liu Zhimei è cresciuta in una famiglia povera nella città di Laiyang, nella provincia dello Shandong. Con un'eccellenza accademica è stata ammessa nel 1997 all’università Tsinghua, conosciuta come MIT cinese. La gente la chiamava una ”fenice dorata che volava fuori dal villaggio di montagna”. Nel novembre 2002 è stata condannata a dodici anni di reclusione e detenuta nella prigione femminile dello Shandong. Qui ha subito abusi psichiatrici inimmaginabili, oltre a diversi abusi sessuali. Dopo il suo ritorno a casa presentava un disturbo mentale ed è morta miseramente nel febbraio 2015.

La signora Liu Zhimei, una giovane studentessa universitaria promettente (a sinistra). Dopo aver sofferto di un disturbo mentale dovuto ad abusi psichiatrici e sessuali subiti, evitava anche le persone (a destra)

La signora Song Yanqun era un'ex insegnante di inglese sulla quarantina, proveniente dalla città di Shulan, nella provincia dello Jilin. Nel 2012, Song è stata alimentata forzatamente con droghe sconosciute. Il 20 gennaio 2014, quando è tornata a casa, era inpericolo di vita, pesava solamente o 52 libbre (circa 23,5 chili).

La signora Song Yanqun (a sinistra) era emaciata (a destra) a causa di droghe sconosciute che le sono state somministrate durante l'alimentazione forzata

Il 25 febbraio 2011 la signora Zhao Ye, una praticante della città di Tangshan nella provincia dell’Hebei, è stata arrestata dagli agenti della stazione di polizia stradale di Huoju e inviata al campo di lavoro femminile dell’Hebei. La tortura che le è stata inflitta ha distrutto la sua salute rendendola emaciata. È morta a quarant’anni alle ore 24:00 del 15 dicembre 2012.

Prima (a sinistra) e dopo (a destra) la signora Zhao Ye è stata perseguitata per la sua fede nel Falun Gong

Sotto la massiccia repressione a livello nazionale subita dal Falun Gong negli ultimi ventun anni, i casi sopra descritti sono solo la punta dell'iceberg. Centinaia di migliaia di praticanti sono stati molestati, arrestati e detenuti,sottoposti a tortura tra cui il lavaggio del cervello. A causa della censura e dello stretto controllo delle informazioni un gran numero di persone non conosce le atrocità subite dai praticanti del Falun Gong. Molte persone influenzate dalla propaganda d'odio, hanno anche discriminato i praticanti e li hanno persino denunciati ai funzionari di polizia.

Persecuzione religiosa e conseguenze

Guardando indietro nella storia, ciò che accade in Cina non è la prima persecuzione su larga scala contro le credenze spirituali. Ad esempio, nell'antico impero romano, Nerone era uno dei più famosi imperatori che soppresse i cristiani. Simile al PCC che calunnia il Falun Gong con l'autoimmolazione inscenata, Nerone ha istituito il Grande Incendio di Roma nel 64 d.c. incolpando i cristiani. Molti di loro furono uccisi, dati in pasto agli animali o bruciati a morte. L'anno successivo all’incendio nel Paese scoppiò una pestilenza che uccise circa 30.000 persone.

Ma i seguenti imperatori non credevano in una tale causa ed effetto e continuarono la brutale persecuzione. Marco Aurelio Antonino (nel regno 161-180 d.c), ad esempio, iniziò la quarta fase della persecuzione. L’Imperatore ha deciso di sradicare i cristiani, emettendo una legge che consegnava i beni delle famiglie dei cristiani alle spie. Anche la tortura, l'uccisione e la lacerazione da parte di animali nel Colossero costituivano la norma.

Foxe's Book of Martyrs ha scritto: «Alcuni martiri furono obbligati a passare, con i loro piedi già feriti, sopra spine, chiodi, conchiglie affilate, ecc. Altri furono flagellati fino a quando i loro tendini e le loro vene rimassero scoperti, e dopo aver subito le torture più atroci mai concepite, sono stati finiti subendo le morti più terribili».

Le conseguenze che seguirono non molto tempo dopo furono: la peste antonina, durata tra il 165 e il 180 d.c., che ha causato la morte di circa cinque milioni di persone. La malattia in alcune aree ha spazzato via fino a un terzo della popolazione e ha indebolito in modo significativo l'esercito romano. Rispetto alla peste del 65 d.C., questa malattia era più devastante e talvolta uccideva le persone mentre camminavano. Persino Marco e Lucio Vero, un altro imperatore romano, morirono di peste.

Giovanni di Efeso, vescovo e storico, fu testimone della peste di Giustiniano e la descrisse nella Parte 2 della Cronaca:

- postazioni di scena sulle strade piene di oscurità e solitudine che riempiono di paura tutticoloro che entrano ed escono;

- bovini abbandonati e vaganti sparsi per le montagne senza nessuno che li raccolga;

- greggi di pecore, capre, buoi e maiali che erano diventati come animali selvatici, avendo dimenticato la vita in una terra coltivata e la voce umana che li guidava;

-Aree coltivate e piene di tutti i tipi di frutti che erano diventati troppo maturi e caduti per mancanza di qualcuno che li raccogliesse.

Dalle antiche pestilenze ai disastri dei giorni nostri c'è un tema comune: rimanere fedeli ai nostri valori ed alla nostra fede tradizionale porterà benedizioni salute e sicurezza. La storia si ripete spesso e si spera che impareremo le nostre lezioni prima che sia troppo tardi.

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