(Minghui.org) Il 1° dicembre dell’anno scorso una donna di settantun’anni è stata processata per la sua fede nel Falun Gong. La signora Wu Junping ha raccontato di come la polizia abbia abusato di lei durante la detenzione ed ha sostenuto di non aver violato alcuna legge nel praticare la sua fede.
Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è un'antica disciplina spirituale e di meditazione che è perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
Il 6 giugno dell’anno scorso Wu, della città di Baoding, provincia dell’Hebei, è stata arrestata in casa mentre cucinava. Un gruppo di agenti ha fatto irruzione ed ha messo a soqquadro la sua abitazione senza un mandato di perquisizione. Le sono stati confiscati i libri del Falun Gong, gli opuscoli ed una stampante.
Alla stazione di polizia gli agenti le hanno ordinato di dormire su una stuoia sporca sul pavimento di cemento, mantenendo l'aria condizionata a 16°C senza darle alcuna coperta. Il giorno dopo la sua pressione sanguigna si è alzata a livelli altissimi, pericolosi per la vita, ed è svenuta mentre gli agenti tentavano con forza di farle imprimere le impronte digitali su un documento. In seguito la polizia si è inventata una sua cartella clinica ed ha costretto il centro di detenzione di Baoding ad accettarla.
Il 7 luglio, quando il suo avvocato le ha fatto visita al centro di detenzione, lei gli ha detto che ogni giorno si sentiva stordita e che non le avevano dato alcun trattamento. Le guardie durante il giorno l'hanno costretta a rimanere seduta, senza permetterle di sdraiarsi per riposare.
Il 1° dicembre Wu è stata processata dal tribunale della contea di Gaoyang in una base di polizia vicino al centro di detenzione.
Ha raccontato di come la polizia abbia abusato di lei inventando la sua cartella clinica per poterla trattenere e di come le abbiaconfiscato quasi 30.000 yuan (circa 3.850 euro) in contanti mentre saccheggiava l’abitazione, però ha poi desistito dopo che lei ha detto che si sarebbe riservata il diritto di citarli in giudizio.
Il suo avvocato ha dichiarato la sua innocenza, dicendo che è stato illegale da parte della polizia perquisire l’appartamento della sua cliente, confiscando i suoi oggetti personali senza fornirne una lista. Ha anche sottolineato che nessuno dei verbali dei quattro interrogatori riportava la firma di Wu come richiesto dalla legge, e che la polizia le aveva fatto pressione per indurla a confessare.
L'avvocato ha anche detto che le prove dell'accusa che sono state "autenticate" dalla polizia per l'arresto della donna in realtà non possono essere approvate, in quanto la stessa polizia non è una parte indipendente autorizzata in grado di convalidare le prove forensi.
Anche la figlia ha difeso la sua innocenza in tribunale. Ha chiesto che il giudice leggesse ad alta voce i libretti del Falun Gong confiscati, per decidere se avessero "minato le forze dell'ordine", un pretesto standard per incriminare i praticanti del Falun Gong, come indicato nell'atto d'accusa. Il presidente del tribunale Li Zhiyong ha affermato che c'erano troppe prove, e che non aveva portato quei libretti alla corte.
Il procuratore Wang Dongfang ha accusato Wu di essere una criminale recidiva, poiché nel 2000 era stata condannata ad un periodo di lavori forzati per aver praticato il Falun Gong. Tuttavia la figlia ha messo in evidenza che, sull'avviso di detenzione del 29 settembre del 2000 di sua madre, si diceva che la distribuzione di materiale del Falun Gong stava "turbando l'ordine pubblico". Dopo vent’anni, le è stata attribuita un'altra accusa, di "minare l'applicazione della legge".
«Non ho intenzione di parlare di come il sistema del lavoro forzato sia illegale ma, sulla base delle due diverse accuse penali contro mia madre per aver fatto la stessa cosa, si può vedere che praticare il Falun Gong non viola la legge, ma piuttosto che la legge è diventata uno strumento delle autorità per perseguitare i praticanti del Falun Gong a volontà", ha dichiarato sua figlia.
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