(Minghui.org) Un residente della contea di Qishan, provincia dello Shaanxi, è stato recentemente condannato a sette anni di prigione per la sua fede nel Falun Gong, un'antica disciplina spirituale e di meditazione perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Shen Hongqi, proprietario di un negozio di riparazione di elettrodomestici, è stato arrestato il 22 luglio 2019. La polizia ha saccheggiato le sue due residenze e confiscato molti dei suoi effetti personali. È stato interrogato in un hotel per quattro giorni mentre era legato su una sedia di ferro. In seguito, è stato mandato al centro di detenzione della contea di Qishan, dove da allora è stato detenuto e gli sono state negate le visite dei familiari.

La madre di Shen è rimasta talmente traumatizzata dall'arresto che ha avuto un ictus ed è diventata disabile. Ha chiesto più volte di rivedere suo figlio per l’ultima volta nei suoi ultimi giorni di vita, ma le autorità non gliel’hanno mai concesso. Per non aggiungere stress a Shen ancora detenuto, la sua famiglia non l’ha informato della morte della madre.

La polizia ha unito il suo caso a quello di altri dieci praticanti, arrestati il 10 luglio per aver studiato insieme gli insegnamenti del Falun Gong. Fra i dieci praticanti uno di loro è stato successivamente prosciolto dall'accusa, mentre la situazione di un altro non è chiara.

Shen si è presentato presso il tribunale della contea di Qishan il 18 agosto scorso con otto dei dieci praticanti. Il tribunale ha inizialmente organizzato un processo in videoconferenza, ma l'ha trasformata in un'udienza in presenza su richiesta delle famiglie e degli avvocati.

La sua famiglia ha assunto due avvocati in sua difesa. Mentre l’avvocato della provincia dello Shandong è stato costretto a ritirarsi dal caso dopo aver subito pressioni dalle autorità, l’avvocato di Pechino ha partecipato all'udienza ed ha presentato una dichiarazione di non colpevolezza per Shen.

Il legale ha sottolineato che la polizia ha violato la procedura legale nella gestione del caso dell’uomo, incluso l’ufficiale che ha perquisito la sua casa come testimone della lista degli oggetti confiscati, e nell’identificazione dei materiali del Falun Gong di Shen come prove dell'accusa contro di lui, nonostante il fatto che non avessero il potere giudiziario per farlo.

Ha anche sostenuto che la libertà di credo e di espressione di Shen e la libertà di praticare il Falun Gong e di parlarne alla gente. Nessuna prova indica che abbia minato l’applicazione della legge praticando la sua fede e nessuna legge ha criminalizzato il Falun Gong in Cina.

L'avvocato ha aggiunto che le prove dell'accusa contro Shen, compreso il suo computer, la stampante, i dischi nuovi e la carta per fotocopie, non erano nemmeno collegate al Falun Gong, e tanto meno all'accusa di "minare l’applicazione della legge", che è un pretesto standard per criminalizzare il Falun Gong da parte dei tribunali cinesi.

Infine l'avvocato ha sottolineato una citazione di Francis Bacon: «Una sentenza data in malafede nuoce più che non molti altri esempi di slealtà, poiché mentre questi inquinano solo i ruscelli, quello addirittura la sorgente». Ha esortato infine il giudice a prendere la decisione sulla base della legge e non in base alle pressioni politiche.

Shen ha voluto testimoniare in sua difesa sostenendo la mancanza di basi legali per la persecuzione. Ha anche accennato al fatto che l'ufficio cinese delle pubblicazioni ha revocato il divieto delle scritture del Falun Gong nel 2011.

Il giudice l’ha recentemente condannato a sette anni con una multa di 14.000 yuan (circa 1760 euro). Ha presentato ricorso in appello contro il verdetto.

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