(Minghui.org) Il 20 settembre l'Istituto di ricerca strategica della scuola militare francese (IRSEM), un'organizzazione sotto il Ministero della Difesa francese, ha pubblicato un rapporto intitolato “Les operations d'influence chinoises” (Operazioni di influenza cinese). Disponibile sul sito web dell'organizzazione, questo rapporto di 646 pagine illustra come il Partito Comunista Cinese (PCC) influenza e si infiltra in altri governi attraverso l'organizzazione del Partito, il governo cinese, l'esercito cinese e imprese statali e private. Citando informazioni tratte da articoli, video e social media, il rapporto svela un quadro completo del “Fronte Unito” del PCC per controllare gli altri attraverso i cinesi d'oltremare, i media, la diplomazia, l'economia, la politica, l'istruzione, i gruppi di riflessione, la cultura e altro ancora. Da un lato il PCC induce gli altri a “proiettare un'immagine positiva di sé nel mondo e a suscitare ammirazione”; dall'altro, “Pechino ha intensificato l'infiltrazione e la coercizione: le sue operazioni di influenza si sono notevolmente rafforzate negli ultimi anni” per far accettare l'agenda comunista. In questo rapporto ci sono settantanove punti che coprono la persecuzione del Falun Gong da parte del PCC, una disciplina di coltivazione spirituale basata sui principi di Verità, Compassione e Tolleranza. Inoltre, all'inizio del rapporto si sottolinea che viene preso di mira il PCC, non la Cina o cinesi, aggiungendo che tra i due c'è una grossa differenza.

Il rapporto pubblicato dall'Istituto di ricerca strategica della scuola militare francese (IRSEM) il 20 settembre

Questo rapporto include anche esempi concreti di come il PCC ha comprato il silenzio dei media cinesi d'oltremare e delle organizzazioni cinesi per diffondere informazioni false che demonizzano il Falun Gong e incitare all'odio. Inoltre, il PCC minaccia e intimidisce i praticanti del Falun Gong attraverso la Chinese Students and Scholars Association (CSSA, una organizzazione sotto le ambasciate e i consolati cinesi in tutti i Paesi), singoli studenti cinesi che studiano all'estero e membri dell'Esercito dei 50 centesimi (così chiamati perché pagati 50 centesimi per pubblicare post che glorificano il PCC). Il rapporto ha raccolto ampie informazioni con un'analisi approfondita del regime del PCC, cosa rara nei documenti ufficiali del governo francese. In questo articolo vorremmo citare alcuni contenuti relativi alla repressione del Falun Gong.

L'Ufficio 610

Secondo il rapporto, il Falun Gong è una disciplina di coltivazione spirituale che migliora sia la mente che il corpo. Quando è diventato popolare in Cina, con decine di milioni di seguaci, il massimo leader del Partito Jiang Zemin ha visto la pratica come una minaccia, in quanto il PCC non consente l'esistenza di alcuna entità al di fuori del suo controllo. Di conseguenza è stato istituito l'Ufficio 610. Con agenti sia all'interno che all'esterno della Cina, questa agenzia extralegale ha intrapreso azioni a livello globale nel tentativo di sradicare il Falun Gong.

Pubblicazione a pagamento per calunniare il Falun Gong

Il rapporto indica che il PCC paga i media di altri Paesi per pubblicare articoli che diffamano il Falun Gong. In tal modo vengono rese più “credibili” tali opinioni negative sul Falun Gong in quanto provenienti da una “terza parte”. Ad esempio, nell'aprile dello scorso announ agente ha pagato 20.000 pesos (circa 200 euro) ai direttori di numerosi media argentini per pubblicare un articolo contro il Falun Gong scritto in “pessimo spagnolo”. I media presi di mira includevano El Cronista Comercial, Diario Popular e la piattaforma online Infobae. Questo articolo conteneva una grande quantità di false informazioni sul Falun Gong e aveva lo scopo di distruggere la sua reputazione. Includeva anche il frasario che il PCC usa spesso per diffamare e demonizzare la pratica spirituale. In altre parole, ha diffuso un messaggio del PCC attraverso i media esteri. Questo fatto è stato denunciato perché un editore contattato dall'agente ha ritenuto di dover a sua volta contattare un collega, praticante del Falun Gong, per riferirgli l'accaduto. Di conseguenza sia il Centro informazioni della Falun Dafa che Epoch Times hanno ottenuto una copia di questo articolo e infine questo agente ha ammesso di aver lavorato in favore del governo cinese a tale proposito.

Invio di e-mail con identità false

Per incastrare ulteriormente il Falun Gong, alcuni “attaccanti” hanno inviato e-mail umilianti, a nome dei praticanti del Falun Gong, a ministri e parlamenti del Canada e di altri Paesi. Un membro dell'Associazione della Falun Dafa canadese ha affermato che ci sono prove che gli agenti del PCC hanno inviato “sistematicamente” e “ripetutamente” tali e-mail a funzionari di ogni livello di tutti i Paesi per minare il Falun Gong. Gli indirizzi IP di alcune di queste e-mail provengono dalla Cina.

Il ruolo della CSSA

Molti studenti cinesi all'estero sono sotto pressione da parte della CSSA, che spesso ha ordinato loro di fare certe cose e di non farne altre. Ad esempio, uno studente dell'Università di Ottawa ha ricevuto una e-mail minatoria su cui era scritto: “Sulla base delle testimonianze di altri studenti e delle indagini dei funzionari della CSSA, sei ancora un praticante del Falun Gong di conseguenza faresti meglio a guardarti le spalle”. Una situazione simile si è verificata anche nell'Università di Calgary. Alcuni membri della CSSA hanno ricevuto e-mail da qualcuno che sosteneva di essere un agente del PCC. La lettera con frasi minacciose come “altrimenti il tuo nome e la tua foto saranno segnalati al governo centrale (PCC)”, ha scoraggiato loro dal partecipare a un film proiettato dall'associazione Amici del Falun Gong nel campus. Il linguaggio usato dalla CSSA nelle comunicazioni ha indicato che questa organizzazione è una portavoce del PCC. Nel 2004 la CSSA dell'Università di Toronto ha fatto pressioni sulla città per ritirare il riconoscimento della “Giornata della Falun Dafa”. L'anno successivo la CSSA dell'Università di Ottawa ha interferito con la domanda di NTD per una stazione televisiva locale. Le frasi che la lettera conteneva erano esattamente le stesse usate dagli ambasciatori del PCC all'estero. Quattro anni fa il presidente della CSSA dell'Australian National University di Canberra ha visto che nella farmacia del campus si distribuiva gratuitamente il giornale Epoch Times e ha chiesto chi avesse dato l'autorizzazione. Il presidente ha insistito fino a quando la farmacia non ha smesso di tenere i giornali. Ci sono molti esempi di questo tipo. Alcuni studenti cinesi all'estero sembrano ritenere di possedere tutti i privilegi del campus. Consapevoli che le scuole fanno affidamento su di loro finanziariamente, l'hanno usato come pretesto per esercitare la loro influenza. I loro comportamenti sono supportati e incoraggiati anche dalle autorità cinesi.

La più grande repressione transnazionale

Il rapporto afferma che il primo obiettivo del PCC è mettere a tacere i cinesi d'oltremare, compresi i dissidenti con opinioni diverse e coloro che sono cresciuti nel mondo libero. Gli obiettivi principali sono le minoranze e alcuni gruppi religiosi, tra cui tibetani, uiguri, mongoli e praticanti del Falun Gong. Nel mirino ci sono anche dissidenti a Taiwan e sostenitori della democrazia (come i residenti di Hong Kong dal 2019), difensori dei diritti umani, giornalisti per i diritti umani ed ex funzionari ricercati dal PCC per “corruzione”. Questa estesa campagna del PCC è stata definita dalle organizzazioni per i diritti umani come la repressione globale più sofisticata, vasta e completa. In termini di attuazione del suo obiettivo, il PCC monitora queste organizzazioni e individui indipendentemente dalla loro nazionalità – fintanto che sono discendenti cinesi. Le svariate tattiche sono: raccolta di informazioni, infiltrazione, repressione, minaccia, intimidazione, molestia e persino violenza diretta. Occasionalmente, costringe i governi locali ad arrestare ed estradare individui. Questi ultimi casi si sono verificati in India, Thailandia, Serbia, Malesia, Egitto, Kazakistan, Emirati Arabi Uniti, Turchia, Nepal e altri Paesi ancora.

Censura e controllo dei media cinesi all'estero

È risaputo che Pechino controlla i media cinesi a livello globale, compresi quelli in Nord America. In effetti quasi tutti i media cinesi in Canada sono controllati dal PCC. Le uniche eccezioni sono Epoch Times e NTD Television, due popolari media indipendenti. Quando, nel 2005, i loro giornalisti hanno pianificato di andare in Cina per riferire sul viaggio del primo ministro canadese, i loro visti sono stati prima rilasciati e poi revocati. Oltre alle autorità cinesi, anche i funzionari canadesi a volte limitano questi due media per evitare ritorsioni da parte di Pechino. Ad esempio, quando l'ex presidente cinese Hu Jintao ha visitato Ottawa nel 2005, questi due media non hanno potuto ricevere i permessi per coprire gli eventi correlati. La stessa cosa è successa quando Hu ha visitato di nuovo Ottawa nel 2010. Per domare i media cinesi d'oltremare, i due strumenti principali del PCC sono la carota (incoraggiare l'autocensura dei media in cambio di benefici finanziari) e il bastone (minaccia e molestie ai parenti in Cina dei giornalisti). Inoltre, il PCC ha cercato di regolamentare e addestrare questi giornalisti con le sue narrazioni. Ad esempio, sotto l'organizzazione del Fronte unito locale del PCC, nel 2014 è stata lanciata a Vancouver l'Organizzazione internazionale per la cooperazione sui nuovi media con l'intento di unire tutti i media cinesi pro-PCC in Nord America.

Infiltrazione attraverso l'Istituto Confucio

Un'altra leva finanziaria del PCC è l'Istituto Confucio. Salvatore Babones, professore associato dell'Università di Sydney, afferma che l'impatto dell'Istituto Confucio non si limita alla sua propaganda, ma include anche l'influenza sull'amministrazione dell'università. Più specificamente, Pechino ha la chiave per aprire la porta – finanziamenti, insegnanti, stipendi e attrezzature; potrebbe persino offrirsi di costruire un edificio o un centro linguistico per un ateneo in difficoltà finanziarie. Molti istituti hanno difficoltà a rifiutare tali offerte; e a loro volta diventano dipendenti da Pechino, rapporto che in seguito si trasforma in un rapporto di obbedienza. Da quel momento in poi Pechino va a influenzare il processo decisionale di queste università. Ciò può persino estendersi ad alcuni progetti di ricerca (come la limitazione degli studi sul Tibet, su Taiwan o sulla fine strategica dell'influenza del PCC), alla limitazione della libertà di parola e di credo (soprattutto nel Falun Gong) dei membri dello staff, quali oratori ospiti da invitare, e alla posizione dell'ateneo sul PCC. Tutto ciò porta infine all'autocensura.

Chiusura dell'Istituto Confucio a Lione

Il rapporto dice che in Francia ci sono ancora diciotto Istituti Confucio, ma alcuni sono stati chiusi. Un esempio è l'Istituto Confucio dell'Università Jean Moulin Lyon 3, istituito nel 2009 su proposta dell'Università Sun Yat-sen della provincia del Guangdong, Cina. Ma dopo la nomina di un nuovo direttore nel 2012, il rapporto tra le due parti è peggiorato. Gregory Lee, professore presso l'università, ha affermato che il nuovo direttore ha messo in discussione il programma di studi e ha insistito per penetrare più a fondo nell'università con l'Istituto Confucio, incluso il fatto di consentire a quest'ultimo di rilasciare diplomi. Lee ha affermato che ciò minerebbe la libertà accademica, nonché lo spirito e la politica dell'istruzione superiore in Francia. Alla fine, Hanban (sede dell'Istituto Confucio) è andato oltre e ha interrotto le donazioni annuali senza avvisarlo. Dopo che i negoziati sono falliti, Lee ha deciso di chiudere la struttura nel settembre 2013.

Incidente all'Università Libre de Bruxelles in Belgio

Jonathan Manthorpe, editorialista canadese ed esperto di Cina, considera gli Istituti Confucio principalmente uno strumento per le attività di propaganda e spionaggio del PCC, sebbene siano spesso dipinti come un programma di scambio culturale. Anche Li Changchun, membro permanente del Politburo del PCC, ha ammesso che gli Istituti sono una componente vitale della propaganda all'estero del Partito. In realtà, servono come centri di spionaggio per le ambasciate e i consolati cinesi, per controllare gli studenti, raccogliere informazioni dai cosiddetti “nemici” e minacciare le persone con opinioni diverse. Un buon esempio è Song Xinning, direttore dell'Istituto Confucio dell'Università Libre de Bruxelles in Belgio. Nel 2019, l'intelligence belga ha accusato Song di essersi impegnato in otto anni di attività di spionaggio. Mentre insegnava cinese all'istituto, Song ha usato il suo titolo come copertura per reclutare membri per l'intelligence cinese. Di conseguenza è stato espulso e gli è stato vietato l'ingresso nell'area Schengen (la coalizione di controllo delle frontiere formata da ventisei Paesi europei) per otto anni. Inoltre, anche questo Istituto Confucio è stato chiuso.

Rinnovo del visto diplomatico negato per la persecuzione del Falun Gong

Nel 2006 il governo canadese ha negato la richiesta di rinnovo del visto a Wang Pengfei, secondo segretario dell'Ufficio per l'istruzione dell'ambasciata cinese a Ottawa. A Wang è stato anche chiesto di lasciare il Canada. Questo è successo perché il lavoro di Wang presso l'Ufficio Scolastico prevedeva la raccolta di informazioni sui praticanti del Falun Gong in Canada e l'interferenza con i loro diritti legali. Ad esempio, Wang aveva lavorato insieme alla CSSA in oltre venti college canadesi per diffamare il Falun Gong. Shenzhou Xueren (China Scholars Abroad), una rivista dell'autorità cinese, nel 2004 ha pubblicato un articolo in cui elogiava l'“eccellente” lavoro del presidente della CSSA presso la sede dell'Università di Pechino a Montreal, in particolare la sua tattica e il suo “coraggio” contro il Falun Gong.

Mobilitare gli studenti

Secondo il rapporto dell'IRSEM, prima della visita di Hu nel 2010 circa cinquanta studenti cinesi in Canada che hanno ricevuto borse di studio dal governo cinese sono stati chiamati all'ambasciata di Ottawa. Liu Shaohua, primo segretario dell'Ufficio scolastico, ha tenuto un discorso sui suoi piani per dare il benvenuto a Hu. Oltre a quelle dell'Ontario, l'ambasciata ha anche chiamato circa altre 3.000 persone dal Quebec e ha coperto tutte le loro spese, come hotel, pasti, spostamenti e persino vestiti. I testimoni hanno detto che ogni partecipante ha ricevuto 50 dollari canadesi come compenso. Durante l'incontro presso l'Ufficio scolastico, Liu ha descritto la situazione come una “battaglia” per difendere la “reputazione della patria”. Ha chiesto agli studenti di persuadere i praticanti del Falun Gong, i “separatisti” tibetani e i “separatisti” uiguri che avevano “occupato” Capitol Hill. Come incentivo, Liu ha ricordato che tutti i costi erano coperti dall'ambasciata, anche per gli studenti che non avevano ricevuto borse di studio dal governo cinese. Ha anche detto agli studenti di mantenere “riservata” quella conversazione. Quando Hu aveva visitato Ottawa nel 2005, i funzionari del PCC avevano mostrato indignazione perché “i nemici occupavano” i punti principali. Pertanto, questa volta Liu si aspettava una grande scena di benvenuto da parte di individui pro-PCC. Se fosse stato chiesto loro perché si erano presentati “volontariamente”, avrebbero dovuto rispondere: “Siamo qui per dare il benvenuto a Hu. Lunga vita all'amicizia sino-canadese!”. Lo stesso giorno anche Zhang Baojun dell'Ufficio scolastico del Consolato cinese di Toronto ha inviato una e-mail agli studenti con un messaggio simile. Ha ricordato agli studenti di “lavorare insieme e agire come previsto”. E per coloro che avevano ricevuto borse di studio dal governo cinese, chi non poteva partecipare doveva fornire una giustificazione per la propria assenza.

Mescolare immigrati cinesi e cinesi d'oltremare

Il rapporto aggiunge anche che il PCC ha mostrato la tendenza a offuscare la differenza tra le nazionalità straniere di origine cinese e i cittadini cinesi che vivono al di fuori della Cina. In tal modo, il PCC mira ad attirare più persone a lavorare per suo conto attraverso la strategia del Fronte Unito. In effetti, molte di queste persone che sono fuggite dalla Cina dopo il massacro di Piazza Tienanmen nel 1989, provenivano da Hong Kong o da Taiwan, o erano immigrate all'estero generazioni prima. Alcuni di loro potrebbero avere poca connessione con la lingua cinese o la cultura cinese. Tuttavia, il PCC ha cercato di creare una comunità o una gigantesca rete di “cinesi” che risiedono all'estero ma servono il regime.