(Minghui.org) La signora Lei Huamei, residente ad Huaihua nella provincia dell’Hunan, ha presentato ricorso contro il verdetto ed è in attesa del risultato dopo essere stata condannata a tre anni di prigione per aver praticato il Falun Gong.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Arresto

Il 27 settembre dello scorso anno Lei Huamei è stata seguita dalla polizia mentre distribuiva materiale informativo sul Falun Gong al ritorno a casa, che l’ha arrestata e condotta alla stazione di polizia di Chengzhong.

Dopo essere stata ammanettata dagli agenti ha gridato: “La Falun Dafa è buona! Non ho fatto niente di male nell’essere una brava persona. Perseguitandomi state violando la legge!”. Un ufficiale l’ha minacciata dicendo che se avesse continuato a gridare, le avrebbe infilato in bocca uno straccio.

Gli agenti di polizia le hanno strappato via la borsa, si sono rifiutati di mostrarle i loro documenti di identità ed hanno coperto i loro badge per impedirle di leggere i loro nomi. L'ufficiale che l'ha interrogata si è anche rifiutato di rivelarle il suo nome e l'ha anche sfidata a citarlo in giudizio per la persecuzione.

La praticante è stata riportata a casa intorno alle 23:00, l'hanno presa per le manette e spinta con forza. Dopo che la polizia se ne è andata, si è resa conto che mancavano la chiave di casa ed il documento d'identità dalla sua borsa, così è tornata alla stazione di polizia per chiedere la restituzione degli oggetti scomparsi ed ha trovato una borsa di libri del Falun Gong che le erano stati segretamente confiscati dalla polizia, oltre alla sua chiave.

La polizia le ha restituito la chiave ed il documento d'identità, ma si è rifiutata di restituirle i libri, poi ha spento le luci dentro e fuori la stazione di polizia per costringerla ad andarsene.

Alcuni agenti hanno rintracciato Lei Huamei nella drogheria in cui lavorava, intorno a mezzogiorno del giorno successivo e le hanno detto di seguirli alla stazione di polizia, sostenendo che così avrebbe potuto riavere indietro i suoi libri del Falun Gong. La donna ha detto che non poteva lasciare il lavoro e che ci sarebbe andata un altro giorno, ma gli agenti di polizia hanno insistito perché andasse con loro in quel momento e l'hanno trascinata nella macchina della polizia, poi presso la stazione di polizia l'hanno nuovamente ammanettata e perquisita e si rifiutati di restituirle i libri del Falun Gong. La sua famiglia ha insistito nel richiedere il suo rilascio e la polizia l'ha lasciata andare verso le 17:00.

Condannata in prigione

Lei Huamei è stata arrestata di nuovo il 13 novembre dello scorso anno al lavoro e reclusa nel centro di detenzione della città di Huaihua.

Durante la sua prima udienza presso il tribunale della contea autonoma di Zhijiangdong, il 16 marzo di quest’anno, ha rifiutato di accettare l'avvocato nominato dal tribunale, si è difesa da sola ed ha sostenuto di non aver violato alcuna legge praticando il Falun Gong e sforzandosi di essere una brava persona.

Ad eccezione di sua madre e dei suoceri, il giudice Chen Qingzhen non ha permesso a nessuno dei suoi familiari o amici di partecipare all'udienza.

In seguito la famiglia della praticante ha assunto due avvocati che hanno presentato una dichiarazione di non colpevolezza per lei durante la seconda udienza del 10 maggio.

Anche il figlio e la figlia della praticante si sono recati in tribunale, ma non è stato permesso loro di entrare in aula con la scusa che erano troppo giovani. Sebbene il giudice avesse promesso di farle incontrare i suoi figli dopo l'udienza, non gli è mai stato permesso di farle visita, neanche dopo aver aspettato un giorno intero.

Il 21 luglio scorso il giudice ha condannato la donna a tre anni di detenzione ed al pagamento di una multa di 2.000 yuan (circa 270 euro).

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