(Minghui.org) Il signor Zhao Huanzhen di Qinhuangdao, nella provincia dell’Hebei, è stato condannato a quattordici mesi il 29 novembre scorso, dopo essere stato arrestato in una provincia vicina per aver parlato con la gente del Falun Gong.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Il 22 agosto di quest’anno il praticante è stato arrestato nella contea di Suizhong, provincia del Liaoning, a circa 72 chilometri da Qinhuangdao, dopo essere stato denunciato per aver parlato con la gente del Falun Gong in una fiera comunitaria. È stato dapprima portato all'ufficio di sicurezza interna della contea di Suizhong e successivamente trasferito al centro di detenzione della contea di Suizhong.

L'ultimo arresto di Zhao è arrivato solo pochi mesi dopo aver finito di scontare un altro periodo di un anno e mezzo. Era stato arrestato il 19 maggio 2019, sempre per aver parlato con la gente del Falun Gong, quella volta a Suizhong.

Il tribunale distrettuale di Lianshan della città di Huludao, nel Liaoning, ha ascoltato il caso del praticante nel centro di detenzione il 18 novembre scorso. Il tribunale non ha informato dell’udienza i suoi familiari, che l’hanno scoperto casualmente telefonando in tribunale per altre cose.

L'avvocato di Zhao ha presentato una dichiarazione di non colpevolezza per conto suo ed ha sostenuto che le prove fornite dalla polizia non supportassero l'accusa di "minare l’applicazione della legge" mossa contro il suo cliente. Dall'inizio della persecuzione i tribunali cinesi hanno usato quel pretesto standard per condannare innumerevoli praticanti del Falun Gong, sebbene nessuno dei giudici o dei pubblici ministeri è stato in grado di argomentare riguardo a quale applicazione della legge sia stata violata ed in che modo.

Il 29 novembre la famiglia di Zhao è stata informata dal tribunale che il loro caro era stato condannato a quattordici mesi e multato di 5.000 yuan (circa 700 euro).

Dettagli dell'udienza

Durante l'udienza la testimone Wang Fengtai ha testimoniato di aver visto Zhao distribuire materiale informativo sul Falun Gong. Due amuleti del Falun Gong e due opuscoli intitolati: “I fatti dei 1400 casi di morte inventati contro il Falun Gong” sono stati presentati come prove per l'accusa.

L'avvocato ha chiesto al praticante: "Perché distribuisci queste cose?".

“Spero che le persone possano comprendere i fatti sul Falun Gong. Non è una setta come sostiene il governo. Verità, Compassione e Tolleranza (i principi del Falun Gong) sono valori universali per l'umanità”, ha risposto lui.

"Di cosa parla l'opuscolo “I fatti dei 1400 casi di morte inventati contro il Falun Gong?" gli ha chiesto l'avvocato.

Zhao ha spiegato che, prima che il governo iniziasse a perseguitare il Falun Gong nel 1999, non aveva mai visto alcun rapporto negativo al riguardo. Con l'inizio della persecuzione, la propaganda è iniziata ad apparire in TV e sui giornali. Un articolo di propaganda ha affermato che 1.400 persone sono morte a causa della pratica del Falun Gong ma, in effetti, nessuna di esse erano veri praticanti del Falun Gong. Molti di loro avevano problemi mentali, alcuni sono morti dopo aver smesso da tempo di praticare il Falun Gong, altri sono stati corrotti per incastrare il Falun Gong, ed alcuni erano vittime completamente inventate.

Durante il suo controinterrogatorio l'avvocato ha letto parti dell'opuscolo, incluso un articolo sulla bufala dell'auto-immolazione di piazza Tienanmen, una lettera di apprezzamento dell'Ufficio di pubblica sicurezza cinese al fondatore del Falun Gong per il suo contributo alla società, e come il famoso cantante Guan Guimin e l'ex funzionario commerciale del governo Zhang Yijie abbiano recuperato la salute dopo aver praticato il Falun Gong.

L'avvocato ha affermato che gli esempi di persone che stanno recuperando la loro salute non supportano l'accusa di "minare l’applicazione della legge" e che, se il pubblico ministero Long Dan avesse dubbi sull'autenticità di tali resoconti, avrebbe potuto indagare su di essi.

L'avvocato ha continuato dicendo che le frasi: "Falun Dafa è buona, Verità, Compassione, Tolleranza sono buone" riportate sugli amuleti non hanno nulla a che fare con tutto ciò, né le immagini dei fiori di loto o delle fanciulle celesti.

L'avvocato ha aggiunto che nessuna legge in Cina ha mai considerato la pratica del Falun Gong un crimine e che Zhao, praticando il Falun Gong e condividendo i suoi principi con altri, stava solo esercitando la sua libertà di credo e di espressione. Soltanto se uno danneggia qualcuno o qualcosa può essere accusato di aver commesso un crimine. Ha poi sottolineato che, nel corso della storia cinese, solo durante movimenti come la Rivoluzione Culturale le persone sono state accusate di simili reati.

Il giudice ha accusato Zhao di essere un recidivo ed ha tentato di includere la sua precedente pena detentiva tra le prove dell’accusa, ma l'avvocato ha sostenuto che, in primo luogo, la sua precedente condanna nel 2019 era illegale, poi di aver già presentato denunce contro la polizia per aver picchiato Zhao durante il suo interrogatorio e per aver cambiato il numero di oggetti confiscati in casa sua da trentatré a cinquantatré, allo scopo di ottenere una sentenza più pesante.

Nella sua dichiarazione finale Zhao ha detto al giudice Li Fushan: “Capisco che questo sia il suo lavoro, ma se un giorno la giustizia verrà rispettata ed il mondo dovesse sperimentare una grande catastrofe, spero che lei possa essere protetto per la sua gentilezza nei confronti del Falun Gong”. Li l’ha interrotto ed ha aggiornato l'udienza.

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