(Minghui.org) Un documento segreto trapelato da Pechino ha rivelato i dettagli su come il Partito Comunista Cinese (PCC) ha diretto la macchina statale in Cina per perseguitare il Falun Gong.

Il Falun Gong, una pratica della scuola buddista per il miglioramento personale basata sui principi di Verità-Compassione-Tolleranza, nel 1992 è stata presentata al pubblico in Cina e nel 1999 ha raggiunto rapidamente 100 milioni di praticanti. Quando poi il capo del PCC, Jiang Zemin, ha scoperto che il numero di praticanti aveva superato quello dei membri del Partito comunista, a partire dal luglio 1999 ha orchestrato una campagna nazionale contro il Falun Gong.

Epoch Times ha ottenuto e pubblicato un documento segreto del PCC, intitolato “Opinioni su una severa repressione per legge delle attività illegali e criminali dell’organizzazione eretica del Falun Gong”. Si tratta di un parere giudiziario emesso il 30 novembre 2000 da cinque agenzie, tra cui la Corte Suprema del Popolo, la Procura Suprema del Popolo, il Ministero della Pubblica Sicurezza, il Ministero della Sicurezza dello Stato e il Ministero della Giustizia.

Documento classificato intitolato “Opinioni su una severa repressione per legge delle attività illegali e criminali dell’organizzazione eretica del Falun Gong”, pubblicato da cinque dipartimenti del PCC il 30 novembre 2000 (per gentile concessione di Epoch Times)

I sigilli dei cinque dipartimenti del PCC impressi sul documento segreto sulla persecuzione del Falun Gong. (Per gentile concessione di Epoch Times)

Il documento sottolinea che “i dipartimenti politici e legali a tutti i livelli devono implementare risolutamente” le importanti istruzioni di Jiang Zemin “per sradicare il Falun Gong”. Riguardava i dipartimenti “politico, legale e orientato alla politica” e “politici e legali a tutti i livelli per cooperare strettamente sotto la guida unificata del Comitato Centrale del Partito”.

Il documento richiedeva anche che il sistema giudiziario applicasse accuse penali ai praticanti del Falun Gong e li condannasse in base al diritto penale, incolpandoli di “incitamento alla sovversione del potere statale” o “diffamazione di leader di Partito e statali”.

Segretezza e illegalità del documento

Chen Jian’gang, un avvocato in Cina che ha difeso i praticanti del Falun Gong per molti anni, ha dichiarato a Epoch Times di essere rimasto scioccato nel vedere questo documento. Ha detto che sebbene avesse visto materiali simili in passato, questa era la prima volta che si imbatteva in un documento del genere.

Chen ha sottolineato che si tratta di “un documento che di per sé rappresenta un illecito a livello legale e non presenta caratteristiche legali o una validità”. “È un altro documento top secret, che mostra come i cinque dipartimenti siano coinvolti in sconosciute attività illegali e criminali”.

Chen ha analizzato il riferimento del documento all’“Articolo 300 della Legge Penale”, che afferma che chiunque utilizzi un’organizzazione di culto per minare l’attuazione della legge deve essere perseguito nella misura più ampia possibile. Il PCC usa questa legge più comunemente nelle sue accuse contro i praticanti del Falun Gong. “In realtà i praticanti del Falun Gong non sono organizzati, non tengono un elenco di membri e vanno e vengono quando vogliono, per non parlare del fatto che non fanno alcuna attività di sabotaggio. Distribuiscono solo materiali per raccontare alla gente i fatti. Un giudice può chiarire cosa avrebbero mai sabotato?”

L’“Ufficio 610”

Il 10 giugno 1999, Jiang Zemin, ha ordinato l’istituzione dell’“Ufficio 610”, la cui unica responsabilità era di supervisionare la persecuzione del Falun Gong in tutto il Paese. Ad un certo punto l’“Ufficio 610” centrale è stato in grado di mobilitare l’intero apparato statale e quasi tutte le risorse sociali, utilizzando vari sistemi come quello della pubblica accusa, della magistratura, i militari, la polizia armata, i servizi segreti, la diplomazia, l’istruzione, la propaganda e l’assistenza sanitaria per perseguitare i praticanti del Falun Gong a livello nazionale. L’“Ufficio 610” è noto come la “seconda autorità centrale” oltre al Comitato permanente del Politburo del PCC.

Nel sistema giudiziario del PCC i giudici ascoltano il presidente del tribunale, che ascolta il Comitato del Partito della corte, che a sua volta ascolta l’“Ufficio 610”.

L’“Ufficio 610” non ha una propria targhetta ufficiale per il suo ufficio, né i suoi membri indossano uniformi. Non consente ai tribunali o ad altri sistemi giudiziari di registrare video, registrare la voce o prendere appunti quando impartisce loro istruzioni su come perseguitare il Falun Gong. Tutto ciò aiuta a nascondere il fatto che sia il PCC a dirigere i sistemi giudiziari.

Nel tentativo di contrastare le critiche secondo cui è al di sopra della legge, nel settembre 1997 il PCC ha dichiarato per la prima volta lo “stato di diritto” come strategia di governo principale. A marzo 1999 ha scritto “stato di diritto" negli emendamenti alla Costituzione. Tuttavia, dopo aver iniziato a perseguitare il Falun Gong, il PCC è tornato al “governo del Partito”.

Il PCC ha eliminato l’“Ufficio 610” centrale nel 2018, riassegnando i suoi poteri al Comitato per gli affari politici e legali del Comitato centrale del PCC e al Ministero della pubblica sicurezza. Tuttavia gli “Uffici 610” locali esistono ancora e i loro poteri non sono cambiati.

Epoch Times ha rivelato un modulo di valutazione su “Prevenzione e gestione del lavoro di organizzazioni di culto” del Comitato Affari Legali e Politici del Distretto Fangshan di Pechino. Nel modulo l’“Ufficio 610” di Fangshan ha valutato il lavoro sul Falun Gong di 93 uffici del Partito e del governo nel distretto. Ha detratto punti da molti uffici che non hanno fatto bene nelle campagne di propaganda contro il Falun Gong.

Modulo di valutazione dell’Ufficio 610 di Fangshan su “Prevenzione e gestione del lavoro di organizzazione del culto” (per gentile concessione di Epoch Times)

Valutare gli uffici del Partito e del governo allo stesso livello di per se stesso è uno dei poteri di cui gode l ‘Ufficio 610 di Fangshan. Ha anche un potere speciale nell’affrontare questioni diplomatiche sebbene sia solo un ufficio a livello di distretto (inferiore a una città).

L’ufficio ha organizzato la diaspora cinese locale a Montreal, Toronto e Ottawa per tenere “Conferenze dell’Organizzazione Anti-Sette” e calunniare il Falun Gong. Ha anche collaborato con il quotidiano in lingua cinese “Chinese Times” per pubblicare un settimanale anti-Falun Gong e ha stampato 400.000 volantini contro la pratica.

Processi a porte chiuse

Prima che il documento segreto fosse emesso, poco dopo l’inizio della persecuzione, per un breve periodo il PCC ha tenuto processi aperti sui casi del Falun Gong. Il 13 novembre 1999 il tribunale intermedio di Haikou nella provincia di Hainan ha tenuto un processo aperto contro quattro praticanti del Falun Gong e ha inflitto loro condanne da due a dodici anni di prigione.

Quando “Associate Press”, negli Stati Uniti, ha parlato del caso, attirando l’attenzione internazionale poiché “il pensiero e il credo non sono punibili come crimini”, trattandosi di una comprensione comune e una pratica legale universale, la cosa ha sconvolto il PCC. La Camera e il Senato degli Stati Uniti hanno approvato le risoluzioni congiunte 217 e 218 per chiedere alla Cina di smettere di perseguitare il Falun Gong.

Un mese dopo, quando i Paesi occidentali hanno celebrato il Natale, il tribunale intermedio numero uno di Pechino ha tenuto un processo aperto contro quattro membri dell’Associazione di ricerca del Falun Gong, “Li Chang, Wang Zhiwen, Ji Liewu e Yao Jie” e li ha condannati rispettivamente a 18, 16, 12 e 7 anni di prigione.

Dopo di che il PCC ha iniziato a nascondere i processi contro i praticanti del Falun Gong. A volte tiene ancora processi presumibilmente aperti, ma consente solo a pochi parenti del praticante di parteciparvi, mentre sono sempre presenti e in gran numero i membri dello staff dell’Ufficio 610, quelli delle politiche di sicurezza interna e altre persone che lavorano per perseguitare il Falun Gong.

Lista delle sette del PCC

Il 2 giugno 2014, il Legal Evening News cinese ha pubblicato la lista delle organizzazioni di culto riconosciute. Elencava quattordici organizzazioni. Anche se il PCC continuava a chiamare il Falun Gong “setta”, la lista pubblicata non lo includeva. Due promemoria del Ministero della Sicurezza Pubblica, pubblicati separatamente nel 2000 e nel 2005, elencavano 14 organizzazioni di culto che non includevano il Falun Gong.

Tuttavia la legge più comune citata dal PCC contro i praticanti del Falun Gong è “l’articolo 300 del diritto penale”, come menzionato sopra.

Molte persone in Cina, compresi gli agenti di polizia locali, non sono a conoscenza della lista delle sette del PCC.

Mo Shaoping, un avvocato per i diritti umani con sede a Pechino, ha dichiarato: “Né l’articolo 300 della legge penale né la decisione del Congresso nazionale del popolo, né l’interpretazione della legge da parte della Corte suprema e della Procura suprema, hanno mai affermato che Il Falun Gong sia effettivamente una setta”.

La giustizia arriverà

La parola “Stato di diritto”, coi cui il PCC si riempie la bocca, è solo una falsa copertura, mentre la verità è che il Partito decide tutto. Il mondo ha chiaramente capito che in Cina un vero “stato di diritto” richiede la rimozione delle interferenze del PCC sul sistema giudiziario, ma ciò potrà accadere solo dopo la caduta del Partito.