(Minghui.org) Dopo aver scontato sei anni e mezzo di prigione e aver subito pesanti abusi per aver sostenuto la sua fede nel Falun Gong, una donna di settantanove anni della città di Fushun, nel Liaoning, ora non è in grado di camminare e deve usare la sedia a rotelle.

Quando la figlia di Wei Shaomin le ha fatto visita all'inizio dello scorso anno, prima dello scoppio della pandemia, la signora Wei le ha riferito che le guardie carcerarie l'avevano messa nella stessa cella con una detenuta malata di mente che la maltrattava verbalmente tutto il giorno e, quando ha chiesto alle guardie di essere spostata in un'altra cella, queste le hanno risposto che l'altra opzione era quella di stare con una detenuta positiva all’HIV.

Da allora, la famiglia di Wei non ha potuto farle visita. La sua pena non scadrà prima del 19 dicembre prossimo e sua figlia è molto preoccupata per la sua situazione.

Nei ventuno anni di persecuzione del Partito Comunista Cinese contro il Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione tradizionale,Wei è stata arrestata quattro volte. È stata detenuta in un campo di lavoro per tre anni tra il 2007 e il 2010 e nel marzo 2015 è stata condannata a sette anni e mezzo di prigione. La sua abitazione è stata saccheggiata più volte e anche la sua famiglia è stata molestata dalle autorità.

Wei è stata arrestata per la prima volta nel 2001 e detenuta in un centro di lavaggio del cervello per tre mesi.

È stata arrestata di nuovo il 28 novembre 2007 e le sono stati dati tre anni nel famigerato campo di lavoro forzato di Masanjia. Poiché si è rifiutata di rinunciare al Falun Gong, è stata legata a un letto della morte in posizione di aquila aperta, sottoposta ad alimentazione forzata con droghe sconosciute e tenuta appesa. Le guardie le hanno anche ordinato di ascoltare registrazioni diffamatorie del Falun Gong e di disegnare sulla foto del fondatore della pratica. Quando ha protestato, le guardie le hanno tappato la bocca e l'hanno picchiata.

Il terzo arresto di Wei è avvenuto il 31 luglio 2012, dopo essere stata denunciata per aver distribuito materiale informativo sul Falun Gong. La polizia ha anche saccheggiato le case dei suoi figli. Dopo che le è stata riscontrata l’ipertensione, la polizia l'ha rilasciata su cauzione e le ha estorto una cauzione di 20.000 yuan (circa 2.580 euro).

Wei è stata processata dal tribunale del distretto di Wanghua il 17 giugno 2013 e solo suo figlio ha potuto assistere all'udienza. In quell'occasione non è stata condannata.

La donna è stata arrestata per la quarta volta il 20 giugno 2014 mentre studiava gli insegnamenti del Falun Gong con altri quattro praticanti. Il 19 marzo 2015 il tribunale distrettuale di Shuncheng l'ha condannata a sette anni e mezzo.

Le intimidazioni protratte, la paura e la preoccupazione hanno contribuito alla morte improvvisa di suo marito. Suo padre, di novantaquattro anni, è scoppiato in lacrime quando ha saputo del suo verdetto.

A causa dell'ipertensione e di un tumore che le cresceva in testa Wei è stata completamente rasata a zero. La prigione femminile del Liaoning inizialmente si è rifiutata di accettarla e l'ha rimandata al centro di detenzione di Nangou, ma in seguito l'ha comunque ammessa.

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