(Minghui.org) In venti mesi il tumore allo stomaco che mi affliggeva è cresciuto così tanto che sembravo incinta di dieci mesi. Non potevo mangiare né evacuare ed ero sempre estremamente debole; stavo morendo ed ero pronta a lasciare questo mondo. Ho provato a urinare per quella che pensavo sarebbe stata l'ultima volta ed era ancora difficile come normalmente. Dopo alcuni tentativi, improvvisamente ho emesso una gran quantità di liquido denso mescolato con una sostanza gelatinosa e il mio stomaco si è immediatamente appiattito. Mio marito e mia figlia erano scioccati ma comunque estasiati. Nient'altro che un miracolo può spiegare quanto mi è accaduto.

Perseguitata a causa della mia fede

Quando, nel 1998, ho iniziato a praticare la Falun Dafa, un'antica disciplina di coltivazione spirituale, avevo trent'anni. Dalla pratica ho tratto beneficio sia fisicamente che mentalmente e la mia vita era piena di gioia, tuttavia, nel luglio 1999, il Partito Comunista Cinese (PCC) ha lanciato la persecuzione nei suoi confronti. Ho quindi deciso di andare a Pechino a fare appello per rivendicare il mio diritto di praticare.

Dopo essere andata in Piazza Tiananmen con un'amica praticante, sono stata arrestata e condannata a un anno di lavori forzati. Nei dieci anni successivi ho fatto del mio meglio per sensibilizzare il pubblico sulla persecuzione della nostra fede. Sono poi stata arrestata e incarcerata altre volte, per un totale di sette anni.

Quando sono stata rilasciata all'inizio del 2019 la mia salute era gravemente peggiorata. La mia famiglia mi ha portato in un ospedale oncologico per sottopormi a un controllo medico e il medico ha rivelato che avevo bisogno di un intervento chirurgico immediato per rimuovere un tumore allo stomaco. Tuttavia non volevo sottopormi a una operazione. Ho detto a mio marito: “Sono già molto debole. Sono sopravvissuta a malapena ai controlli medici. Non so se la chirurgia e la chemioterapia mi sarebbero di aiuto oppure causerebbero ulteriori danni al mio corpo”. Lui ha concordato. A quel tempo il mio peso è sceso da sessanta chili a meno di cinquanta.

Con l'aiuto di altri praticanti, ho ripreso a praticare

Sapevo che il mio corpo era anormale e che il mio percorso futuro sarebbe stato estremamente difficile perché non avevo studiato la Fa né fatto i cinque esercizi per molto tempo. Ho chiesto al Maestro Li, fondatore della Falun Dafa, di aiutarmi a ottenere aiuto dagli altri praticanti. Il Maestro mi ha ascoltato.

Un'amica praticante mi ha contattato e mi ha permesso di vivere a casa sua, dove ha organizzato sessioni di studio in gruppo della Fa. Abbiamo studiato la Fa insieme e condiviso le esperienze. Mi hanno incoraggiato a guardarmi dentro. Durante quel periodo ho riscontrato alcuni miglioramenti.

Tuttavia il tumore che mi affliggeva non ha mai smesso di crescere. È stata davvero dura e talvolta mi rendeva difficile sedermi, specialmente quando facevo la meditazione seduta; a volte il dolore era troppo opprimente. Gli amici praticanti hanno sempre inviato pensieri retti per me. A causa dell'enorme dolore spesso lacrimavo e sudavo copiosamente, ma non mi sono mai arresa. A poco a poco è poi arrivato un giorno in cui non ho sentito affatto dolore.

Dopo aver superato questa prova mi sono sentita più incoraggiata. Pensando di aver recato disturbo abbastanza a lungo ai miei amici praticanti, ho deciso di tornare a casa mia.

Fortunatamente la praticante Li, che vive nella mia stessa zona residenziale, si è messa in contatto con me quando ero disperata. Abbiamo studiato la Fa insieme e condiviso le nostre comprensioni. Con il suo aiuto ho avuto le idee più chiare sulla mia missione e su cosa avrei dovuto fare come praticante della Dafa del periodo di rettifica della Fa.

Ho memorizzato lo Zhuan Falun due volte e ho finito di leggere tutte le conferenze del Maestro. Ogni volta che le mie condizioni lo permettevano, uscivo per parlare al pubblico della Falun Dafa e della persecuzione.

Come è successo il miracolo

Mentre coltivavo diligentemente me stessa, il tumore ha continuato a crescere. In venti mesi è cresciuto così tanto che sembrava che fossi incinta di dieci mesi. Era grande e molto duro e la pressione che causava sul mio apparato escretore mi rendeva molto difficile urinare e defecare.

Ricordo una notte in cui il dolore allo stomaco, alla vita e alla schiena mi hanno resa completamente intorpidita. Quando ero sul punto di perdere conoscenza, mi sono sentita come se la morte si stesse avvicinando a me. All'improvviso mi sono svegliata di scatto e ho capito che era il male che mi attirava a rinunciare a me stessa. Mi sono perciò seduta immediatamente e ho iniziato a inviare pensieri retti.

Tuttavia la mia situazione stava solo peggiorando. Non potevo andare in bagno per dieci o venti giorni di seguito; inoltre non urinavo correttamente. Poiché i miei familiari non potevano sopportare di vedermi soffrire in quel modo sono andati all'ospedale per un consulto. Il dottore ha detto che la chirurgia era l'unico modo per risolvere il problema, ma sapevano che ero troppo debole per sottopormi a un intervento.

Dal momento che non c'era niente che potessi fare, ho smesso di cercare una soluzione. Quando sentivo il bisogno di urinare, mi sdraiavo e usavo le dita per tastare il bordo del tumore in modo da trovare la vescica e strizzarla. A poco a poco non ho più avuto nemmeno la forza di farlo da sola. Anche con l'aiuto di un familiare, riuscivo a far uscire solo poche gocce alla volta. Inoltre, non sono stata in grado di evacuare per due mesi consecutivi e ho anche avuto sintomi di insufficienza cardiaca.

Alla fine sembrava che tutti i miei organi stessero collassando e credevo davvero che fosse giunta la fine della mia vita.

Gli amici praticanti hanno continuato a venirmi a trovare per studiare la Fa e condividere le loro esperienze con me. Quando abbiamo letto questa frase nello Zhuan Falun:

“Noi insistiamo su un punto: se non potete abbandonare quei pensieri o la preoccupazione per i problemi di salute, non potremo fare nulla e non saremo in grado di aiutarvi.” (Prima lezione, Zhuan Falun)

Un amico praticante mi ha chiesto: “Ma, è il Maestro non farà niente o che il Maestro non può fare niente?”.

Ho pianto e alla fine ho confessato qualcosa di cui non ero riuscita a liberarmi per tutto quel tempo. Ho detto: “Ho sempre avuto paura della morte. Non voglio morire! Ho seguito il Maestro per venti anni e non sono in realtà disposta a rinunciare a questo corpo fisico!”.

Anche i praticanti hanno pianto con me e mi hanno confortato: “Quando il corpo fisico muore, non significa che muore anche la tua anima. Significa solo che stai rinunciando a questo corpo umano. Forse, in seguito, il Maestro te ne darà uno migliore!”.

Dopo aver espresso ad alta voce i pensieri che erano profondamente repressi dentro di me, mi sono sentita meglio. Ero finalmente pronta a lasciare andare tutto.

Ho provato a urinare per quella che pensavo sarebbe stata l'ultima volta ed è avvenuto il miracolo. Una grande quantità di liquido denso mescolato con una sostanza gelatinosa è uscito dal mio corpo e il tumore è scomparso. Mio marito, mia figlia e io siamo tutti fortemente grati al Maestro per avermi salvato la vita!

Gli amici praticanti hanno sentito cosa è successo e sono venuti a trovarmi. Invece di una donna morente, mi hanno visto in piedi di fronte a loro con la pancia piatta; erano tutti sbalorditi.

Un mese dopo ancora non riuscivo a credere che mi fosse realmente accaduto questo miracolo. Quei venti mesi di lotta con la morte rimarranno per sempre nella mia memoria.