(Minghui.org)Una residente di cinquantun anni della città di Changchun, provincia dello Jilin, è stata recentemente condannata a quattro anni di prigione per la sua fede nel Falun Gong. Lo scorso 2 marzo, la donna ha fatto appello contro il verdetto e la sua famiglia ha ricevuto un messaggio di testo dal tribunale con il quale veniva informata che entro il 6 maggio, riceverà il risultato del suo caso in appello.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale e di meditazione perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Il 6 marzo dell’anno scorso, la signora Wang Yujie, è stata arrestata per aver parlato con delle persone sulla persecuzione del Falun Gong. La polizia l'ha portata alla stazione di polizia e poi saccheggiato casa e confiscato i libri del Falun Gong, un lettore audio, tutti i suoi soldi e i ricordi che contenevano informazioni sul Falun Gong.

Wang prima di essere rilasciata, è stata trattenuta presso la stazione di polizia per più di dodici ore e minacciata che gli avrebbero fatto scontare una pena detentiva.

La mattina del 20 luglio, tre agenti di polizia si sono precipitati nel supermercato gestito dalla sua famiglia ed hanno cercato il salvadanaio di Wang senza dire una parola.

In quel momento, la donna ha evitato l'arresto sgattaiolando fuori dalla porta sul retro, nel pomeriggio però è stata arrestata mentre camminava per strada e da allora è reclusa presso il centro di detenzione n. 4 della città di Changchun.

Detenuta e torturata per tre volte

Wang ha iniziato a praticare il Falun Gong nel 1993. Dall'inizio della persecuzione, è stata arrestata e detenuta tre volte. La prima in una stazione di polizia, poi in un centro di detenzione ed infine nel campo di lavoro forzato Heizuizi, dove è stata torturata e costretta a fare lavori non pagati.

16 giorni di detenzione per essere andata a Pechino per fare appello

All'inizio di dicembre 2000, Wang è andata a Pechino per appellarsi al diritto di poter praticare il Falun Gong. Un gruppo di agenti di polizia dopo averla vista esporre uno striscione in piazza Tienanmen, l'ha bloccata a terra e l'ha calpestata. È stata quindi trascinata nel veicolo dove hanno continuato a calpestarla e a prenderla a calci alle tempie.

Illustrazione della tortura: percosse

Successivamente è stata portata alla stazione di polizia di Zhanqian a Pechino. Lì, a tutti i praticanti del Falun Gong arrestati per aver fatto appello, è stato ordinato di stare in fila mentre la polizia passando schiaffeggiava i loro volti e chiedeva i loro nomi e indirizzi. Coloro che si sono rifiutati di rispondere sono stati inviati ad altre stazioni di polizia. Wang è stata trasferita a quella di Haiding.

In seguito è stata portata nel centro di detenzione giovanile di Haiding, dove è stata picchiata e le hanno tirato i capelli. Dopo undici giorni, è stata trasferita in una prigione della provincia dell’Hebei e imprigionata per cinque giorni prima di essere rilasciata.

Tredici giorni di sciopero della fame

Il 5 marzo 2003, più di 5000 praticanti nella città di Changchun, sono stati arrestati per aver intercettato i segnali televisivi locali che gli hanno permesso di riprodurre videoclip per smascherare la propaganda del regime comunista ai danni del Falun Gong. Wang stava camminando per strada quando è stata arrestata da due agenti di polizia in borghese e portata alla stazione di polizia di Sandaojie.

Gli atri praticanti sono stati portati al Tiebei Justice Bureau Building (edificio dell’ufficio di giustizia) e detenuti al primo e al secondo piano. Sono stati arrestati anche molti residenti locali che non praticavano il Falun Gong, tra cui una donna incinta e una madre che allattava. Alcuni di loro hanno gridato dalla paura mentre altri erano così spaventati che si sono bagnati i pantaloni.

Il giorno successivo, la polizia ha iniziato ad interrogare tutti e quando Wang si èrifiutata di rivelare il suo nome e indirizzo di casa, è stata presa a calci nello stomaco. Gli ufficiali hanno anche percosso le gambe di una praticante con uno sgabello, fino a farla sanguinare e renderla non in grado di camminare da sola.

Non importa come la polizia abbia esercitato la violenza, Wang si è rifiutata di collaborare ed ha iniziato uno sciopero della fame insieme ad altri praticanti. Il decimo giorno di sciopero, la polizia ha iniziato a iniettarle glucosio. I medici e gli infermieri dell'ospedale mentale di Kaixuan, hanno collaborato per somministrare le iniezioni e alimentarli forzatamente. Hanno inserito un attrezzo metallico nella bocca per aprirla e poi versato la pasta di mais con il sale. I denti di alcuni praticanti sono stati staccati, causandogli del sanguinamento.

Il secondo giorno, la polizia voleva iniettare nuovamente glucosio a Wang, ma lei ha ritirato il suo braccio. Le ripetute iniezioni subite le hanno fatto sanguinare le braccia.

Ricostruzione della tortura: utilizzo di un attrezzo apribocca per l'alimentazione forzata

L'undicesimo giorno, suo cognato ha finalmente saputo dove si trovava. È rimasto senza fiato nel vedere come era ridotta a causa della persecuzione subita. Il tredicesimo giorno, quando la sua famiglia è andata a prenderla, la polizia voleva che Wang scrivesse una dichiarazione di garanzia, ma lei ha rifiutato ed ha ordinato alla sua famiglia di non scriverla per suo conto. Successivamente è stata rilasciata senza scrivere la dichiarazione.

Imprigionata nel campo di lavoro forzato

La terza notte, dopo essere tornata a casa Wang è stata nuovamente arrestata. È stata rinchiusa la prima volta per un mese presso il centro di detenzione di Shuangyang, per poi essere mandata per un anno al campo di lavoro forzato di Heizuizi.

Ai praticanti appena ammessi nel campo, per i primi tre mesi di permanenza, non è stato permesso di fare la doccia o lavare i loro vestiti. Inoltre, gli è stato proibito di parlarsi o guardarsi fra loro. In caso contrario, venivano schiaffeggiati o presi a calci.

Passati i tre mesi, sono stati costretti a lavorare piegando origami. Coloro che non erano in grado di portare a termine i compiti assegnati, venivano puniti e picchiati. Poiché Wang ha incrociato le gambe mentre lavorava, un detenuto gliele ha calpestate con la forza, facendola zoppicare.

Durante il rapporto di pensiero di ogni mese, Wang ha parlato alle autorità del Falun Gong e ha firmato il suo nome come “praticante del Falun Gong”. Un detenuto poi l'ha afferrata per i capelli e le ha sbattuto la testa contro il muro. Un altro ufficiale che stava al lato con il pugno chiuso ha usato l'articolazione del dito medio per spingerle la gola. Se si fosse rifiutata di obbedire, sarebbe stata costretta a lavorare.

Illustrazione della tortura: percosse e testa sbattuta contro il muro

Quando Wang si è seduta per terra per lavorare, una detenuta l'ha presa a calci facendola cadere. La detenuta poi ha riso ad alta voce, dicendogli che se lo meritava.

Nei mesi di giugno e luglio 2002, il campo di lavoro ha iniziato a torturare i praticanti che si rifiutavano di essere trasformati. Un giorno, dopo che la donna è caduta a causa dello sgambetto di un detenuto, altri prigionieri si sono avvicinati e le hanno bloccato braccia e gambe. Volevano che mettesse la sua impronta digitale su una dichiarazione scritta dove dichiarava di rinunciare al Falun Gong.

Quando si è rifiutata di collaborare, è stata picchiata. Dopo aver lottato a lungo, è riuscita a non lasciare la sua impronta digitale né ha firmare il documento. I detenuti vedendo che non era firmato, le hanno folgorato sia il petto che il collo, con un bastone elettrico.

Il 10 aprile 2003, Wang è stata rilasciata dopo aver trascorso un anno e dieci giorni nel campo di lavoro forzato.

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