(Minghui.org) Lo scorso 11 febbraio, la vigilia del nuovo anno cinese, una praticante residente a Taiyuan, provincia dello Shanxi, è stata arrestata per aver parlato alla gente del Falun Gong. Quella sera la polizia le ha saccheggiato l’abitazione ed ha confiscato il suo computer e i libri del Falun Gong. Il suo arresto è stato approvato.

Da quando, nel luglio 1999, il Partito Comunista Cinese ha ordinato la persecuzione del Falun Gong, questa non è la prima volta che la signora Zhang Xiuying, sessantatré anni, viene presa di mira per la sua fede.

Zhang, infatti, è stata arrestata per la prima volta il 28 febbraio 2000, quando si è recata a Pechino per fare appello per il diritto di praticare il Falun Gong. È stata riportata a Taiyuan due giorni dopo ed interrogata presso la stazione di polizia locale. Verso le 5:00 del mattino del 3 marzo, è stata trasferita al centro di detenzione della città e le sono stati inflitti ventisette giorni di detenzione penale e costretta a pagare le spese di viaggio della polizia di Taiyuan che è dovuta andare a Pechino per riprenderla.

Il 23 gennaio del 2001, la polizia l’ha molestata mentre la stazione televisiva nazionale stava trasmettendo la bufala dell'auto-immolazione di Tienanmen per incastrare il Falun Gong. Zhang ha riferito alla polizia che il Falun Gong proibisce di uccidere ed è quindi ovvio che l'incidente fosse stato inscenato. Per questo motivo la donna è diventata una figura chiave nella lista nera della polizia. Hanno installato telecamere di sorveglianza fuori dal suo appartamento e quasi tutti i giorni è stata seguita ogni volta che usciva di casa da persone nominate dal comitato residenziale.

La donna è stata nuovamente arrestata il 1º luglio 2005 e le hanno inflitto la pena dei lavori forzati, solo perché la polizia ha trovato libri del Falun Gong e materiale informativo a casa sua.

La sera del 15 luglio 2008, un gruppo di agenti si è nascosto fuori dall'edificio del suo appartamento ed è rimasto in attesa del suo arrivo per arrestarla. Per caso la donna li ha visti e non è tornata rimanendo fuori casa per due giorni.

Zhang, è stata nuovamente molestata intorno alle 11:00 del 15 dicembre 2009,al ritorno dalla spesa. Ha chiarito i fatti ed ha esortato gli ufficiali a non partecipare alla persecuzione. Visto che l'ufficiale Wu Ziming sembrava essere d'accordo con lei, Liu Li, il direttore del comitato residenziale, gli ha gridato: «Cosa stai facendo qui? Sei influenzato da un [praticante] del Falun Gong?». Wu ha quindi immediatamente cambiato atteggiamento ed ha chiesto alla donna di andare con lui alla stazione di polizia per scrivere una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong.

In quel momento, il marito di Zhang (che non pratica il Falun Gong) è tornato. Vedendo gli agenti, li ha rimproverati: «Chi sta commettendo un crimine? Siete voi che state infrangendo la legge! Ogni cittadino ha il diritto di praticare la propria fede! Perché non venite giù con me e chiediamo ai vicini cosa ne pensano?»

L'ufficiale Wu allora ha ammorbidito il tono dicendo: «Non sono io che sono voluto venire, ma è stato il mio supervisore che me l’ha ordinato». Il marito di Zhang gli ha risposto: «Faresti meglio a tornare indietro e dire al tuo supervisore che mia moglie praticando il Falun Gong non ha fatto nulla di male».

La polizia ha rinunciato a perseguitarla a causa del forte senso di giustizia del marito, ma due mesi dopo, il 31 gennaio 2010, la donna è stata arrestata dopo una denuncia per aver parlato del Falun Gong con altre persone. Gli agenti le hanno saccheggiato la casa e confiscato il computer. In seguito, per aver sostenuto la sua fede, le è stato dato un anno di lavori forzati ed è stata torturata nel campo femminile di lavoro forzato dello Shanxi.