(Minghui.org) La storia come fatto compiuto è qualcosa da cui possiamo solo imparare, ma non modificare. Tuttavia, da quando il Partito Comunista Cinese (PCC) ha preso il potere nel 1949, ha alterato la descrizione degli eventi a proprio vantaggio. La civiltà cinese risale ad almeno 5.000 anni fa, quindi la storia della Cina non è la breve storia del PCC, e questo è un dato di fatto che il Partito non è in grado di cambiare.

Il PCC, tuttavia, non ha mai smesso di riscrivere la storia nel tentativo di fare il lavaggio del cervello al popolo cinese istillando l'ideologia comunista, in particolare alle giovani generazioni, allo scopo di incutere paura nelle loro menti e rafforzare il suo governo totalitario. Ne è un esempio la sua ultima revisione, che include la rimozione dai libri di storia le tragedie che hanno seguito i suoi movimenti politici e l’occultamento della Rivoluzione Culturale.

Secondo Sing Tao Daily e altri media, la versione più recente della storia del PCC, pubblicata questo febbraio, ha eliminato contenuti come zhengfeng (o “rettifica” rivolta a persone con opinioni diverse dal PCC), fanyou (Anti-Destra), Grande balzo in avanti e comune popolare. Anche il danno della Rivoluzione Culturale è stato spazzato via e il caos che ne è derivato è stato rivendicato come un'iniziativa per contrastare la corruzione e le élite.

In questo articolo, esamineremo questo argomento e spiegheremo perché una simile versione dei fatti sia fuorviante. In effetti, la Rivoluzione Culturale è stata una catastrofe, sia culturalmente che politicamente, ha promosso la corruzione e la classe d'élite del PCC che ancor oggi continua a sfruttare il popolo cinese.

Una catastrofe culturale senza precedenti

La Cina ha una storia di circa 5.000 anni e Pechino è stata il capoluogo di diverse dinastie. Ma nel 1966, all'inizio della Rivoluzione Culturale, un'iniziativa nota come “Abbattere i Quattro Vecchi” (Vecchie idee, Vecchia Cultura, Vecchie Abitudini, Vecchi Costumi), guidata da studenti estremisti noti come Guardie Rosse, ha portato la città nel caos. I siti storici e gli oggetti antichi sono stati distrutti, le abitazioni saccheggiante e le persone hanno subito pestaggi. In poco tempo l’iniziativa si è diffusa in tutta la Cina e ha causato perdite incommensurabili.

In quel momento a Pechino sono state saccheggiate oltre 114.000 famiglie, di cui 1.061 nel solo distretto residenziale di Fusuijing. Per 8 giorni, sono stati bruciati libri, rubate opere d'arte e oggetti archeologici. Solo a Pechino sono stati confiscati più di 2,35 milioni di libri antichi, insieme a quasi 4 milioni di manoscritti, opere d'arte e mobili antichi. Anche molte opere nel Palazzo d'Estate, un inestimabile giardino imperiale della dinastia Qing, sono state distrutte.

Cose simili sono accadute anche a Shanghai e in altre città. Una statua del Budda alta più di 2 metri insieme a circa 1.000 piccole statuine che si trovavano nel famoso tempio di Longhua sono state fatte a pezzi. Ad una statua è stata addirittura mozzata la testa. Ma i funzionari del PCC si sono limitati ad ignorare tutto questo. “Famiglie di 100.000 capitalisti sono state saccheggiate [a Shanghai]”, ha commentato l'allora premier Zhou Enlai, sottintendendo che questi nemici dello Stato meritavano un simile trattamento.

Circa 10 milioni di nobili famiglie sono state saccheggiate in tutta la Cina, e in tutti i siti storici sono accadute innumerevoli tragedie. Studiosi, celebrità e cittadini comuni sono stati presi di mira e alcuni addirittura uccisi.

Qin Mu, un noto scrittore, ha detto: “Questa è una catastrofe senza precedenti. Milioni di persone sono state prese di mira e sono morte, numerose famiglie sono state distrutte con giovani che si sono trasformati in teppisti, innumerevoli libri sono stati bruciati e i siti storici sono stati distrutti. Perfino le tombe degli antenati sono state profanate e innumerevoli crimini sono stati commessi in nome della rivoluzione”.

Ma tali uccisioni, incendi dolosi, saccheggi e rapine ai danni della storia e della cultura vengono attualmente descritti dal PCC come una campagna anti-corruzione.

I funzionari si appropriano delle reliquie culturali

Come di consuetudine, in nome di “Abbattere i Quattro Vecchi”, la Rivoluzione Culturale è diventata un mezzo tramite il quale gli alti funzionari del PCC hanno accumulato ricchezza per sé stessi. Tra di loro c’erano Chen Boda, Jiang Qing, Kang Sheng e altri. Questo era risaputo tra i funzionari di alto rango del PCC, ma pochissimi cittadini comuni, specialmente delle giovani generazioni, ne sono consapevoli.

Nel 1970 Jiang Qing, l'ultima moglie di Mao Zedong, e Kang Sheng, allora vicepresidente del Comitato centrale del PCC, sono andate a “fare shopping” all'ufficio di gestione delle reliquie culturali di Pechino. Jiang ha scelto un orologio da tasca francese in oro 18 carati decorato con quasi 100 perle e gemme, insieme a quattro collane d'oro. Jiang ha pagato solo 7 yuan per l'orologio.

Negli anni '90, dopo la morte di Kang nel 1975 e la fine della Rivoluzione Culturale nel 1976, si è tenuta una “mostra” all’interno del Palazzo d'Estate in cui erano esposte circa 1.000 reliquie di cui Kang si era impossessato. Includevano oggetti in bronzo di 3000 anni, un sigillo di 2000 anni del generale Han Xin della dinastia Han, il primo manoscritto di Hong Long Meng (Sogno della Camera Rossa) e il sigillo del grande Zheng Baiqiao. Kang aveva marchiato con il proprio sigillo alcune reliquie della dinastia Tang per evidenziare la sua “proprietà”.

Dopo la fine della Rivoluzione Culturale, il Ministero della Cultura ha deciso di restituire alcuni oggetti confiscati al pittore Ye Qianyu. Ma alcuni di loro risultavano “irreperibili” in quanto erano stati rubati dagli alti funzionari del PCC. A Ye il ministero ha fornito solo il seguente elenco: Chen Boda (9 articoli), Lin Biao (11 articoli), la coppia di Kang Sheng (8 articoli), Jiang Qing (3 articoli) e pochi altri.

Anche le Guardie Rosse hanno racimolato fortune durante la Rivoluzione Culturale. Lo scrittore Feng Jicai, una volta, ha intervistato un membro della Guardie Rosse che aveva partecipato ad un incontro pubblico con Mao Zedong in piazza Tienanmen nell'autunno del 1966. Dopo l'evento, c'erano molti pezzi di lingotti d'oro sparsi per terra. Secondo il membro della Guardie Rosse, quando lui e altri saccheggiavano i ricchi spesso arraffavano oggetti di valore come lingotti d'oro o altri oggetti preziosi. Mentre la folla frenetica saltava selvaggiamente alla presenza di Mao, alcuni di questi “trofei” semplicemente scivolavano fuori dalle loro tasche...

Mao: la causa della corruzione

Al tempo di Mao in Cina, quasi tutti possedevano una copia delle sue opere, oltre al Libretto rosso. Ma pochi sanno che Mao ha incassato i diritti d'autore per i suoi libri. Un articolo ha reso noto che nel 1967 ha ricevuto circa 5,7 milioni di yuan di diritti d’autore, sufficienti a renderlo la persona più ricca della Cina.

Quando, nel 2011, l'economista cinese d'oltremare Mao Yushi ha scritto articoli per condannare la dittatura e la vita corrotta di Mao Zedong, alcuni hanno ribadito che non c’era stata corruzione all’epoca di Mao. Ma le persone che conoscono la storia sanno che questo, semplicemente, non è veritiero.

Lo scrittore e giornalista Wang Shiwei mentre si trovava ancora a Yan'an (una città a livello di prefettura nella regione Shanbei della provincia dello Shaanxi, dove il PCC aveva sede prima che prendesse il potere nel 1949) ha notato l’inclinazione di Mao Zedong per le belle donne e i privilegi di cui godevano i funzionari del PCC. “Ci sono tre livelli di vestiti e cinque livelli di cibo”, ha scritto nel 1942 in “Gigli Selvatici”. Nello stesso articolo, ha descritto di come i funzionari del PCC si dedicassero al canto, alla danza e alle donne. Nel giro di alcuni mesi è stato criticato e successivamente giustiziato.

Anche Jung Chang, uno scrittore britannico nato in Cina, lo ha documentato in Mao: The Unknown Story. Quando si trovava a Yan'an, Mao ha chiesto a Ding Ling, una letterata imperiale, di stilare un elenco di belle e giovani donne della zona in modo da poter assegnare loro i titoli di concubine imperiali. Durante la grande carestia cinese tra il 1959 e il 1961, Mao ha costruito molti palazzi di lusso in tutta la Cina. Peng Dehuai, uno dei generali più affermati del PCC e Primo Ministro della Difesa Nazionale, è stato arrestato per aver criticato lo stile di vita corrotto di Mao e in seguito è morto in prigione.

Anche Zhang Yaoci, un ufficiale responsabile delle guardie del corpo di Mao, ha raccontato della sua lussuosa vita. Anche quando c’era da rammendare un bottone della camicia, lo faceva fare al Jinjiang Hotel di Shanghai. Questo implicava che una persona designata lo avrebbe trasportato utilizzando un aereo speciale, sia all’andata che al ritorno. Inoltre, Mao preferiva mangiare pesce da Wuchang nella provincia di Hubei, da Qiantangjiang della provincia di Zhejiang e da Taihu della provincia di Zhejiang. Questi gli venivano consegnati sempre utilizzando aerei speciali.

La corruzione è iniziata dall'alto e nel corso del tempo è dilagata. Allo stesso modo, anche altri funzionari hanno utilizzato fondi pubblici e goduto di una vita lussuosa.

Alcuni media di Hong Kong hanno riportato informazioni sulla villa di proprietà di Kang Sheng e di sua moglie Cao Yi'ou; dotata di splendide strutture e un totale di 39 camere. Anche altri alti funzionari del PCC avevano privilegi speciali, inclusi servizi segreti, appartamenti per uffici, dispositivi, arredamento, automobili, sigarette e vini pregiati, articoli di uso quotidiano e istruzione per bambini. Tutti questi erano servizi speciali forniti gratuitamente dal 1950 ai funzionari centrali del PCC e alle loro famiglie. La Bayi School, la National Day School, la Jingshan School, la 101 Middle School e altre appartengono tutte a questa categoria con personale speciale e risorse di alto livello. Tutto questo era specificato nella politica del PCC; la corruzione era alla luce del giorno.

In quei tempi, i cittadini comuni dovevano studiare gli scritti di Mao e trattarli come scritture sacre; altrimenti, sarebbero stati presi di mira come anti-PCC. Nel frattempo, i funzionari centrali del Partito godevano di stili di vita corrotti, gli stessi che avevano giurato di “sradicare”. Ad esempio, Mao ha raccomandato a tutti i funzionari di provincia la lettura di Jin Ping Mei, uno dei libri più osceni della storia cinese, nel nome dello “studiare” come le donne venivano “maltrattate” in passato.

La corruzione su larga scala durante la Rivoluzione Culturale

Il famoso studioso Yi Zhongtian ha affermato che la corruzione si è diffusa su larga scala durante la Rivoluzione Culturale. “A quel tempo, le persone in città dovevano dare una sigaretta per comprare le costine (merce controllata) per cucinare, e i contadini dovevano dare le uova per entrare in città”, ha scritto, “Quei giovani mandati nelle regioni remote erano anche peggio - un uomo doveva accettare la corruzione e una donna doveva offrire il suo corpo”.

Liu Binyan, autore e giornalista, nel suo articolo del 1978 “Persone o Mostri” aveva denunciato gravi casi di corruzione. Ha fornito l’esempio di Wang Shouxin, direttore e segretario del partito di una società di servizi pubblici della contea nella provincia di Heilongjiang, che aveva sottratto oltre 500.000 yuan tra novembre 1971 e giugno 1978. Il potere d'acquisto di quel denaro all'epoca equivaleva probabilmente a oltre 10 milioni di yuan (o 1,5 milioni di dollari) oggi.

Dopo la Rivoluzione Culturale e fino agli inizi degli anni '90, il PCC ha avviato un'economia pianificata. Durante quel periodo, le risorse erano centralizzate e i cittadini comuni dovevano pagare una tangente quasi per tutto. Ad esempio, con pochissimi medici certificati, il servizio medico era fatto da personale non ufficiale che lavorava a piedi nudi. Anche se apparentemente era gratuito, era necessario preparare del buon cibo e probabilmente un regalo per il servizio. I giovani mandati in campagna dovevano corrompere il segretario del partito del villaggio per ottenere un posto di insegnante temporaneo e, per tornare in città, dovevano offrire di più.

Zhouhoumen (ovvero il cercare una scorcatoia) è stata una norma sin dalla Rivoluzione Culturale. Con i funzionari del PCC al potere, i cittadini comuni dovevano usare la corruzione per entrare nell'esercito, entrare all'università, trovare un lavoro, o per andare in pensione prima a causa della cattiva salute o tornare in città. Anche guardare un film, acquistare una bicicletta o ottenere beni razionati poteva richiedere l'uso di una scorcatoia. I funzionari e le loro famiglie avevano tutti i privilegi, ma la gente comune no.

Come di consuetudine, il PCC ha ignorato la situazione che si andava a creare. “Ci sono brave persone che entrano dalla porta sul retro e ci sono persone cattive che entrano dalla porta principale”, ha scritto Mao in quest'ordine, dando il via libera alla corruzione.

In un periodo storico così caotico ci sono stati tutti i tipi di situazioni e comportamenti bizzarri. Nel 1972 Li Qinglin, un'insegnante nella provincia del Fujian, ha scritto a Mao lamentandosi del fatto che alcuni giovani dovevano fare le cose usando scorcatoie. Mao gli ha risposto inviandogli 300 yuan.

Lusingato da un tale onore “imperiale”, Li è diventato famoso dall'oggi al domani, e anche gli alti funzionari del PCC hanno iniziato a compiacerlo per il suo legame con Mao. Ciò lo ha portato alla prigionia nel 1977, a seguito di lotte all'interno del PCC quando Deng Xiaoping è salito al potere.

Una nave che affonda

Una volta Bao Tong, segretario dell'ex premier Zhao Ziyang, ha commentato che il PCC era una classe totalmente privilegiata.

Questo era l’opposto di ciò che i comunisti avevano sempre sostenuto: da Karl Marx al PCC, è stata promossa la lotta di classe allo scopo di liberare i poveri distruggendo la classe superiore. Ma una volta al potere, lo hanno afferrato saldamente impedendo qualsiasi opinione diversa.

Dopo il massacro di piazza Tienanmen del 1989 Chen Yun, il secondo più potente funzionario del PCC degli anni '80 e '90 dopo Deng Xiaoping, ha proposto che ogni “famiglia rossa” avrebbe avuto almeno due figli, uno coinvolto in politica (per controllare il potere) e un altro coinvolto in affari (per accumulare fortuna). Deng lo ha approvato e da allora è diventata una linea politica.

Secondo le notizie di Forbes dell'aprile 2021, Pechino è diventata una delle principali città con il maggior numero di miliardari, 100 in totale. Ma ci sono molti altri membri della classe d'élite che hanno accumulato fortune incommensurabili, eppure sono esclusi dalla lista.

Di tanto in tanto ci sono degli scandali da cui trapelano alcune informazioni. Ad esempio, si è scoperto che Lai Xiaomin, segretario del partito e presidente del consiglio di amministrazione di Huarong Asset Management, custodiva a casa sua 270 milioni di yuan (circa 42 milioni di dollari) in contanti ottenuti dalla corruzione. Ren Shifeng, un funzionario del villaggio di Pechino, possedeva 31 chili di lingotti d'oro. Xu Changyuan, un segretario distrettuale del Partito della città di Dalian, provincia di Liaoning, aveva 2.714 appartamenti intestati a suo nome.

Secondo il rapporto sulla ricchezza di Hurun, tra i rappresentanti del Congresso nazionale del popolo (NPC) e della Conferenza consultiva politica del popolo cinese (CPPCC), gli 83 individui più ricchi hanno un valore patrimoniale medio di 335 milioni di dollari. Al contrario, il Center for Responsive Politics mostra che i membri più ricchi del Congresso degli Stati Uniti hanno un valore patrimoniale medio di soli 5,64 milioni di dollari. Mentre 600 milioni di cittadini cinesi hanno redditi mensili inferiori a 1.000 yuan (circa 154 dollari), i legislatori più ricchi della Cina hanno un patrimonio 60 volte superiore rispetto alle loro controparti negli Stati Uniti.

Un'altra situazione da tenere presente è che i funzionari del PCC sanno che mantenere la loro classe privilegiata in Cina, al prezzo di una dura repressione, esaurimento delle risorse e degenerazione morale, non è sostenibile. Questo è il motivo per cui molti funzionari e le loro famiglie sono emigrati all'estero, progettando di saltare giù in qualsiasi momento dalla “nave che affonda”.

La natura della dottrina del PCC: dalla violenza prima della presa del potere, alla tragedia della Rivoluzione Culturale

Secondo l'economista sino-australiano Yang Xiaokai, la natura della Rivoluzione Culturale è stata in linea con la storia di brutalità del PCC. “Le tragedie durante la Rivoluzione Culturale, una tale rivolta delle Guardie Rosse, il massacro della contea di Dao e il massacro del Guangxi, sono essenzialmente le stesse delle atrocità durante la riforma agraria all'inizio degli anni '50”, ha scritto.

“La storia del Partito del PCC è sempre un misto di fatti e bugie, dominata da queste ultime”, ha continuato, “Se vuoi conoscere la vera storia, devi iniziare con i libri banditi dal PCC o scavalcare il firewall e consultare informazioni estere”.

Questo fa parte di un quadro generale dell'ideologia centrale del PCC della lotta di classe, dell'odio e della distruzione dei valori tradizionali. Se continua così, minerà profondamente i cinesi e il loro futuro.

Il PCC si sta attualmente concentrando sull'occultamento della sua sanguinosa storia per rafforzare il proprio controllo e ingannare la gente. Dall'inizio del 2019, il PCC ha anche ordinato ai suoi funzionari di installare Xuexi Qiangguo, un'applicazione che tiene traccia dello studio dei funzionari sugli attuali discorsi del Partito.

Nonostante tutti questi tentativi, il crollo del PCC è solo una questione di tempo. Come ha scritto Karl Marx nel Manifesto del Comunismo, “Uno spettro sta perseguitando l'Europa - lo spettro del comunismo”. Ora lo spettro ha danneggiato l'Unione Sovietica e il blocco comunista dell'Europa orientale, ha causato danni alla Cina e sta minacciato il mondo.

Il PCC non è la Cina. Essere veramente cinesi patriottici ci impone di smettere di giurare fedeltà al Partito. A mano a mano che sempre più persone diventano consapevoli della natura del PCC rifiuteranno il regime, e le sue azioni brutali avranno fine.