(Minghui.org) Un'insegnante d’inglese è stata maltrattata in prigione per aver sostenuto la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal 1999.

Wang Lilin, laureata all'Istituto di Tecnologia di Harbin nella provincia dell’Heilongjiang, ha vissuto gli ultimi dieci anni nella città di Shenzhen, nel Guangdong. Nel passato ha svolto molti incarichi: Progettazione architettonica, vendita di giocattoli e insegnante d’inglese, poi nel 2009 ha iniziato a praticare il Falun Gong e molti dei suoi disturbi sono rapidamente scomparsi.

A 24 maggio del 2016 la polizia ha saputo che Wang praticava il Falun Gong, l'ha arrestata e condannata ad un anno e mezzo di reclusione. Durante la sua detenzione, l'istituto per la formazione della lingua inglese da lei avviata è stato costretto a chiudere.

Dal 2019 la polizia ha ripreso a molestare la praticante e veniva spesso inseguita, perquisita e fotografata. Il proprietario del locale che aveva affittato per ospitare le lezioni d’inglese è stato costretto a sospendere il suo contratto d'affitto con una conseguente perdita di diverse migliaia di yuan e inoltre gli agenti hanno tentato di obbligare il proprietario del suo appartamento a sfrattarla.

L'8 dicembre dello scorso anno Wang è stata arrestata nuovamente e messa in un carcere criminale, inizialmente è stata trattenuta al centro di detenzione di Baoan e poi spostata in quello di Nanshan.

Poiché il centro di detenzione di Nanshan aveva raggiunto un numero massimo di condannati pari al doppio delle sue capacità, molti detenuti erano costretti a dormire sul pavimento. A Wang è stato dato uno spazio molto umido al di fuori del bagno che ha fatto gonfiare il suo ginocchio destro e l’ha fatta soffrire di dolori articolari in tutto il corpo.

Il 13 marzo Wang ha denunciato il fatto alle guardie senza ricevere alcuna risposta, ma dopo sei giorni, per aver rifiutato di rinunciare alla sua fede, è stata spinta a terra da diverse guardie, colpita in bocca con un bastone da passeggio ed ammanettata alle mani e ai piedi per quattro giorni

Anche un’altra praticante di nome Xue Aimei, imprigionata nello stesso centro di detenzione, è stata costretta a portare le manette e le catene per non aver rinunciato al Falun Gong.

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