(Minghui.org) Il 20 maggio scorso un ingegnere della città di Qiqihar è morto un anno dopo il suo rilascio. Il praticante aveva scontato un secondo mandato per aver praticato il Falun Gong, una pratica di miglioramento della mente e del corpo che viene perseguitata in Cina da ventidue anni.
Durante la detenzione Li Shunjiang ha subito incessanti torture e, a causa di ciò, ha sofferto di un grave versamento pleurico con un eccessivo accumulo di liquido nei polmoni e nella cavità toracica. Riusciva a malapena a respirare e la sua salute ha continuato a peggiorare. Dopo essere tornato a casa ha dovuto prendersi cura della moglie malata di mente e della suocera paralizzata, entrambe vittime della persecuzione. A seguito delle continue molestie della polizia ha ceduto allo stress mentale e fisico ed è morto alla età di cinquant’anni.
Poiché il suo decesso è stato molto improvviso i suoi genitori e le sue sorelle non hanno potuto vederlo un’ultima volta.
Oltre alla sua seconda condanna di tre anni Li aveva già scontato nove anni di prigione per la sua fede, poiché si era rifiutato di rinunciare al Falun Gong. Ha subito una serie di torture tra cui l'essere appeso e ammanettato per un lungo periodo, l’essere costretto a sedere su una sedia di ferro, a subire percosse, pestaggi con mazze di metallo, isolamento el’essere sottoposto ad alimentazione forzata.
L'ultimo arresto prima del decesso
Nel marzo 2017 la polizia l’ha arrestato assieme ad una dozzina di altri praticanti. Dopo essere stato picchiato dalla polizia versava in cattive condizioni. Poiché il centro di detenzione locale ha rifiutato di ammetterlo, la polizia ha contraffatto un esame ospedaliero ed ha costretto la prigione ad accettarlo.
Il 7 aprile 2017, quando che l'avvocato l’ha visitato nel centro di detenzione, aveva mani e piediuniti in catene ed ha potuto a malapena raggiungere la sala visite.
Illustrazione della tortura: mani e piedi uniti in catene
Li è stato poi condannato a tre anni. Dopo essere stato portato nella prigione di Fengtun nel novembre 2018, è stato costretto a fare lavori pesanti senza compenso e, dopo aver protestato per l'abuso, è stato ammanettato in una posizione contorta che gli ha causato un dolore lancinante. Non gli è stato nemmeno permesso di usare il bagno. A causa della tortura ha contratto un versamento pleurico ed è stato ricoverato in ospedale.
Nel settembre 2019, quando la famiglia gli ha fatto visita, l’ha trovato sottopeso e troppo debole per camminare; una guardia l’ha portato fuori e ha detto che gli era stato rimosso del liquido dai polmoni e dalla cavità toracica all'ospedale della prigione.
Le torture ed i trattamenti disumani hanno pesato gravemente sulla sua salute, il suo peso è sceso da settantasette chili a meno di quaranta (era alto 178 cm). Non poteva camminare autonomamente, non aveva appetito, faceva fatica a respirare ed aveva delle escoriazioni causate delle catene che portava. Durante il giorno le sue mani erano ammanettate ad una porta e non gli era permesso di usare il bagno, di notte giaceva a terra, con le mani ammanettate alla struttura del letto e privato del sonno.
Quando è stato rilasciato, nel marzo dello scorso anno, era emaciato ed irriconoscibile. Tossiva costantemente ma, nonostante le sue condizioni fisiche, ha dovuto prendersi cura di sua moglie Chen Li e di sua madre. Entrambe erano in gravi condizioni dopo essere state perseguitate per la loro fede condivisa.
Dopo aver scontato tre anni nella prigione femminile di Harbin, Chen è diventata malata di mente e spesso cercava di appiccare incendi. Sua madre è stata condannata a più di quattro anni ed è rimasta paralizzata e costretta a letto dopo essere stata rilasciata dalla prigione.
La condizione di Chen impediva a Li di dormire bene la notte, il che ha avuto un impatto ancora più pesante sulla sua salute. Come se non bastasse la polizia locale lo molestava continuamente e gli intimava di trasferirsi. Una volta, ad aprile, gli agenti hanno bussato alla sua porta per più di un'ora. Esaurito fisicamente, mentalmente e finanziariamente, Li è morto nello scorso mese di maggio.
Torturato quasi a morte durante il precedente periodo di nove anni di prigione.
Li è stato arrestato per la prima volta nel febbraio 2001 per aver praticato il Falun Gong. Presso la stazione di polizia di Tienan è stato ammanettato e picchiato; a causa delle percosse il suo viso, le mani e le gambe erano gonfie e deformi. Nel dicembre 2002 è stato condannato a nove anni e portato nella prigione di Tailai dopo aver trascorso un anno e dieci mesi nel centro di detenzione di Qiqihar.
In prigione è stato picchiato brutalmente fino a che non era coperto di sangue. Ad un certo punto è stato ammanettato, picchiato e sottoposto ad alimentazione forzata per sette giorni. In inverno gli veniva dato poco cibo e poca acqua; le guardie, inoltre, gli hanno anche tolto la giacca e l’hanno esposto al gelo. Una volta è stato spogliato e le guardie gli hanno spruzzato addosso acqua fredda, l’hanno anche nutrito a forza con acqua salata fino a renderlo incontinente.
Quando è stato rilasciato nel 2010 era stato licenziato dal suo lavoro di ingegnere ed ha fatto lavori saltuari per mantenere se stesso e la sua famiglia.
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