(Minghui.org) Il pomeriggio del 21 giugno scorso Xue Lianxia non è tornata a casa, dopo essere stata convocata in tribunale. La sua famiglia è venuta a sapere che è stata condannata a tre anni di pena detentiva per aver praticato il Falun Gong. Sospettano che le autorità stiano pianificando di trasferirla direttamente in prigione, dopo la fine dell'attuale quarantena di quattordici giorni.
Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
Il 6 novembre dell'anno scorso la signora Xue, residente nella città di Qingdao, provincia dello Shandong, è stata denunciata alla polizia per aver distribuito materiale informativo sul Falun Gong in una zona residenziale. L'11 novembre è stata arrestata da agenti della stazione di polizia di Dazhushan ed è stata rilasciata su cauzione il giorno successivo, dopo che sua figlia ha pagato una multa di 5.000 yuan (circa 652 euro).
Lo scorso 14 maggio Xue ha ricevuto una chiamata dalla Procura del distretto di Huangdao, per informarla che la polizia aveva loro sottoposto il suo caso. Tre giorni dopo lo stesso procuratore l'ha chiamata nuovamente e l'ha convocata nel suo ufficio.
Il 18 maggio la donna si è recata in procura all'ora richiesta. L'addetto alla reception non le ha permesso di entrare nell'ufficio, ma l'ha portata di fronte ad una scrivania temporanea nel garage e le ha chiesto di firmare una pila di documenti. Xue si è rifiutata di farlo, dicendo che non aveva violato alcuna legge. Anche un supervisore della procura è arrivato, ordinandole nuovamente di firmare i documenti.
Quando ha cercato di chiarire ai funzionari che nessuna legge criminalizza il Falun Gong in Cina, le hanno detto: "Non parlarci di queste cose. É lo stesso che tu firmi oppure no. Se firmi la tua pena può essere ridotta di due anni". Le hanno chiesto ancora se avrebbe firmato i documenti, ma Xue ha prontamente negato. Poi se ne sono andati e lei è tornata a casa.
Il mattino seguente quattro funzionari, tra cui alcuni agenti di polizia e membri del comitato residenziale, sono andati a casa della donna ed hanno cercato di convincerla a firmare i documenti. Lei ha continuato a chiarire loro i fatti sul Falun Gong e, dieci minuti dopo, se ne sono andati.
Il 9 giugno è stata convocata al tribunale distrettuale di Huangdao. Anche il procuratore era presente e le ha chiesto di firmare di nuovo i documenti del suo caso. Xue si è rifiutata di farlo. Il procuratore era molto arrabbiato e le ha chiesto di tornare il giorno successivo, informandola che un'udienza era già stata fissata per il 21 giugno.
La donna non è tornata in tribunale il giorno dopo, né si è presentata all'udienza.
Verso mezzogiorno del 21 giugno un membro del personale del tribunale l'ha chiamata e le ha gridato: "Perché non sei venuta in tribunale stamattina? Ti abbiamo chiesto più volte di firmare i documenti e non li hai ancora firmati. Cosa vuoi? Ti dico che devi venire qui alle due del pomeriggio e cercare il giudice Yin o il giudice Ou. Se non lo fai, verremo ad arrestarti".
Lei si è recata in tribunale nel pomeriggio, solo per essere ripresa in custodia dagli agenti della stazione di polizia di Dazhushan. Dopo che si è rifiutata di firmare il mandato d'arresto, sua figlia l’ha firmato per lei.
I suoi familiari hanno detto di aver saputo da un informatore che è stata condannata a tre anni. Il 24 giugno la polizia l'ha portata a fare un esame fisico ed ora è stata posta in quarantena per quattordici giorni. Temono che possa essere trasferita in prigione per scontare la pena, una volta finita la quarantena.
Informazioni di contatto dei "perpetratori":
Stazione di polizia di Dazhushan: +86-532-84121002, +86-532-57786514
Ding, giudice del tribunale del distretto di Huangdao che ha condannato la signora Xue: +86-13864810317
Procura di Xihaian: +86-532-83012818
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