(Minghui.org) La più recente “campagna di riduzione a zero” condotta dal Partito Comunista Cinese (PCC) ha mobilitato sia la polizia che i comitati residenziali per molestare i praticanti del Falun Gong e i loro familiari, con l'obiettivo di costringere ogni praticante sulla lista nera del governo a rinunciare alla propria fede. Attraverso la vicenda che sto per condividere, si può vedere che la persecuzione del Falun Gong da parte del PCC non ha alcuna via d'uscita ed è vicina alla fine. Sapendo che non possono scuotere la fede dei praticanti, indipendentemente da quali tattiche di persecuzione usino, alcuni perpetratori hanno iniziato a prendere di mira i loro familiari e cercato di far firmare dichiarazioni di rinuncia a nome dei loro cari, in modo da portare a termine i loro compiti. Tuttavia quello che non si aspettano è che, dopo aver assistito alla persecuzione per decenni e aver compreso quanto sia malvagio il PCC, molti dei familiari si rifiutano di collaborare con una richiesta così assurda. Quanto segue è la storia. Mio figlio più giovane ha ricevuto una telefonata da un agente della polizia locale di nome Sun, che lo stava chiamando a nome del direttore del comitato residenziale Liu, per comunicargli che avrebbe dovuto compilare alcuni moduli. Il giorno dopo Sun ha chiamato di nuovo mio figlio minore e l'ha esortato ad andare al comitato residenziale per prendere i moduli. Tuttavia, quando mio figlio è andato a prenderli, i membri dello staff gli hanno chiesto di compilarli in quel momento. Quando mio figlio ha guardato i moduli, che erano promesse rispettivamente di “denunciare”, “pentirsi” ed “esporre e criticare” il Falun Gong,si è infuriato: “Volete che firmi questi?! Non posso! Ma li mostrerò a mia madre”. “Mia madre è diventata sana dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong; ho assistito personalmente al suo miglioramento della salute... ci ha permesso di risparmiare tempo e denaro! Ha quasi ottant'anni, ma vive ancora una vita sana e pacifica. È grata al Falun Gong per averle salvato la vita... e ora volete che tradisca il Falun Gong! Ma ce l'avete un minimo senso di moralità? Cercate addirittura di ingannarmi facendomi firmare qualcosa per lei? Non esiste proprio!”. Mio figlio è venuto a casa mia e mi ha raccontato tutto quello che gli era successo negli ultimi due giorni. Gli ho detto che ero orgogliosa di lui per aver fatto la cosa giusta e gli ho chiesto di restituire i moduli al comitato residenziale. Ho aggiunto che se volevano parlare, dovevano venire da me. Ha restituito immediatamente i moduli e detto loro di non disturbarlo mai più. Due o tre giorni dopo tre membri dello staff del comitato residenziale sono andati a disturbare di nuovo mio figlio. Uno di loro, un giovane, ha messo la mano sullo stipite della porta chiedendo di entrare in casa. Mio figlio ha detto: “Non ho tempo oggi, sto uscendo per fare delle commissioni... Togli la mano!”. Vedendo che il giovane si rifiutava di toglierla, ha aggiunto: “Va bene, allora chiamerò la polizia per denunciare l'irruzione!”. Sentendo queste parole il giovane se ne è andato immediatamente. Dopo aver constatato che non riuscivano a fare pressioni su mio figlio minore affinché firmasse i moduli, hanno rintracciato mio figlio maggiore, che lavorava in un'altra città. L'hanno chiamato e gli hanno detto: “Abbiamo provato a chiedere a tuo fratello di collaborare con noi e di firmare una dichiarazione a nome di tua madre, ma si è rifiutato. Puoi aiutarci...”. Mio figlio maggiore ha risposto: “Perché dovrei collaborare con voi? Quanto siete caduti in basso! È così che fate le cose? Tanto per cominciare, quello che state facendo è sbagliato. Come possono le persone collaborare con voi? Quando non collaborano con voi, stanno facendo la cosa giusta...”. Prima ancora che mio figlio smettesse di parlare, hanno riattaccato il telefono. Intorno alle 16:00 di qualche giorno dopo, diversi membri dello staff del comitato residenziale hanno bussato alla mia porta. Sono rimasti da me per circa un'ora, ma nessuno di loro ha sollevato l'argomento del Falun Gong. Dopo che se ne sono andati, hanno chiamato la moglie di mio figlio minore nel tentativo di convincerla a firmare le dichiarazioni a mio nome. Tuttavia lei ha detto loro: “Perché non parlate voi stessi con mia suocera? A proposito... questo non è il modo giusto di trattare le persone anziane! Quando le trattiamo bene, facciamo un favore anche a noi stessi!”. Incapaci di confutarla, i funzionari hanno riattaccato il telefono.
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