(Minghui.org) Una donna della città di Yuxi, nello Yunnan, è stata recentemente trasferita nella prigione femminile per scontare una pena di sette anni per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
Li Lingzhen, un'ex insegnante di scuola elementare di cinquant’anni, è stata arrestata il 23 marzo scorso, dopo essere stata segnalata dal personale di sicurezza per aver parlato del Falun Gong in un centro commerciale. La polizia ha saccheggiato la sua casa confiscando i suoi libri del Falun Gong, il computer e 20.000 yuan (circa 2.600 euro) in contanti.
Poiché il centro di detenzione locale ha rifiutato di accettarla durante la pandemia, è stata rilasciata su cauzione; in seguito è stata convocata più volte in procura, ma lei si è rifiutata di andarci affermando di non aver fatto nulla di male nel professare la sua fede.
All'inizio del gennaio di quest’anno la polizia una notte ha fatto irruzione nella sua casa e l'ha ripresa in custodia.
Quando Li è stata processata a metà maggio, un ufficiale giudiziario l'ha portata in aula in sedia a rotelle ed il giudice l'ha condannata a sette anni di prigione.
Prima di quest'ultima sentenza, nell'ottobre 2002, Li era stata già condannata a scontare tre anni nel campo di lavoro femminile di Dabanqiao. A causa delle torture subite è diventata emaciata, ma si è ristabilita gradualmente quando ha potuto riprendere gli esercizi del Falun Gong a casa. Le autorità tuttavia hanno continuato a molestarla, di tanto in tanto, anche dopo il suo rilascio.
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