(Minghui.org) Una praticante della città di Qianxi, nel Guizhou, dopo che il tribunale intermedio ha respinto l’appello per riconsiderare la condanna a sette anni per aver praticato il Falun Gong, è stata recentemente portata nella prigione femminile n. 1 locale. L'arresto e l'incarcerazione di Liu Zongmin hanno sconvolto suo padre di ottantaquattro anni, che è morto senza poterla vedere un'ultima volta.

Il Falun Gong, conosciuto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

L'11 luglio 2019 Liu, cinquantenne, è stata arrestata subito dopo essere uscita di casa. In seguito, alle 9:00 del mattino, hanno fatto irruzione in casa una dozzina di agenti e componenti del comitato residenziale, trovando il padre di ottantaquattro anni ed il nipote di quattordici anni da soli. La polizia ha trattenuto il padre, l’ha interrogato e costretto a firmare una deposizione.

Gli agenti hanno portato il nipote alla stazione di polizia per interrogarlo poi, la sera stessa, hanno arrestato la madre e la sorella. Alla stazione di polizia la nipote di Liu è stata ammanettata ad una sedia di ferro. La polizia ha affermato che le telecamere di sorveglianza avevano ripreso lei ed il fratello mentre distribuivano materiale del Falun Gong insieme a Liu. Gli agenti hanno interrogato a turno i fratelli e la madre, minacciandoli per ottenere informazioni e li hanno rilasciati verso l'una di notte.

Gli agenti hanno occupato la casa di Liu fino alle 22:00, confiscandole: il computer, la stampante, i libri del Falun Gong, una foto del fondatore del Falun Gong, oltre 70.000 yuan (circa 10.000 euro) in contanti (che appartenevano alla sorella Liu Yan e a sua madre), i gioielli della cognata, un set di banconote antiche e la carta d'identità del padre, rifiutandosi di fornire una lista degli oggetti confiscati.

Non era la prima volta che Liu veniva molestata per la sua fede. Il padre, che aveva vissuto nella paura e nell’angoscia per due decenni a causa della persecuzione, dopo il suo ultimo arresto si è ammalato ed è morto l’anno successivo, il 4 agosto 2020.

Liu è stata trattenuta nel centro di riabilitazione per la tossicodipendenza di Qianxi, nel centro di detenzione di Qianxi ed in quello del distretto di Qixingguan nella vicina città di Bijie. Mentre era detenuta nel centro di riabilitazione, la polizia ha ordinato a diversi detenuti di prenderle con la forza le impronte digitali.

Liu è comparsa innanzi al tribunale Qixingguan di Bijie il 29 ottobre, il 9 novembre e di nuovo il 13 novembre 2020. Il giudice non ha permesso al suo avvocato di menzionare il Falun Gong nella dichiarazione di difesa ed il procuratore non ha fornito alcuna prova per dimostrare come Liu avesse violato la legge.

Il 12 aprile dell’anno scorso Liu è stata condannata a sette anni e multata di 50.000 yuan (circa 7.100 euro). Il 12 luglio si è appellata al tribunale intermedio del distretto di Qixingguan, ma il tribunale superiore non ha mai risposto al suo appello. Solo quando la sorella ha chiamato per chiedere informazioni, il 22 settembre, qualcuno dello studio le ha detto che il giudice aveva deciso di confermare la sentenza originale.

Nel frattempo, le guardie del centro di detenzione hanno continuato a rifiutarsi di permettere alla famiglia di Liu di farle visita, con la scusa che il caso era ancora in corso di giudizio.

La sorella ha chiamato la polizia il 27 dicembre dello scorso anno, tre mesi dopo che l'appello di Liu era stato respinto, chiedendo la restituzione del denaro che aveva confiscato. La polizia ha affermato di non aver ricevuto il verdetto e che, una volta ottenuta una copia, le avrebbe risposto.

Due giorni dopo la sorella della praticante ha ricevuto una comunicazione, dalla prigione femminile n. 1 del Guizhou, in cui si diceva che Liu era stata ricoverata il 23 dicembre. L'ufficio di giustizia locale ha continuato a negare le visite alla sua famiglia, sostenendo che solo i suoi parenti più stretti, cioè i genitori ed i figli, potessero vederla, ben sapendo che Liu non si era mai sposata e che il padre era deceduto.

Informazioni di contatto dei perpetratori:

Ding Yi (丁毅), capo dell'ufficio di sicurezza interna di Qianxi: +86-13885798078

Xu Jian (徐健), giudice, tribunale intermedio della città di Bijie: +86-857-8299057

Zeng Qi (曾琪), giudice, tribunale del distretto di Qixingguan: +86-13984865846, +86-18008572369

Li Fengju (李凤菊), procuratore, Procura del distretto di Qixingguan

(Altre informazioni sui colpevoli sono disponibili nell'articolo originale cinese).