(Minghui.org) La pandemia di Covid-19 sta imperversando in tutto il mondo da quando è scoppiata alla fine del 2019. Nonostante le varie misure per combattere la malattia, i nuovi casi continuano a crescere, anche dopo che molte persone sono state vaccinate completamente e hanno ricevuto il booster contro il virus. Nuove varianti come Omicron sembrano eludere la protezione del vaccino e continuare a infettare le persone.

Questo articolo mira a discutere le eventuali soluzioni alternative per frenare la pandemia.

Nuovi casi continuano a emergere

La figura 1 mostra i nuovi casi mensili da gennaio 2020 a febbraio 2022. Questi sono aumentati costantemente ogni mese nel 2020, da zero milioni in gennaio e febbraio a 20 milioni in dicembre). Gennaio 2021 ha riportato un numero leggermente inferiore di nuovi casi (19 milioni), seguito da un forte calo a febbraio (11 milioni). Il resto dei dati del 2021 mostra diversi picchi e valli, con dicembre che registra il maggior numero di casi (26 milioni). Entrando nel 2022 gennaio ha visto un record di 92 milioni di nuovi casi, seguito da 56 milioni a febbraio.

Figura 1: Nuovi casi mensili in milioni (fonte dei dati: Worldometers.info e statnews.com)

Da notare che la Food and Drug Administration statunitense ha approvato il primo vaccino Covid-19 il 23 agosto 2021. Mentre ci sono stati meno casi a settembre, ottobre e novembre, improvvisamente tra dicembre e i primi due mesi del 2022 sono aumentati, il che suggerisce dei limiti della vaccinazione nel frenare la pandemia.

Figura 2: Nuovi casi trimestrali (fonte dei dati: Worldometers.info e statnews.com)

Una tendenza simile si è vista anche con i nuovi casi trimestrali. Il primo trimestre del 2020 ha registrato un totale di un milione di casi, e il secondo trimestre ne ha registrati 9 milioni. Il terzo trimestre23 milioni di casi, e il quarto trimestre ne ha riportati 49 milioni. Tutti e quattro i trimestri del 2021 hanno riportato una quantità relativamente stabile di casi, da 45 milioni nel primo trimestre a 54 milioni nel quarto, ma i casi sono improvvisamente aumentati nel 2022, con i soli primi due mesi che riportano 146 milioni di casi.

Questo dimostra che numerosi interventi, dai lockdown alle vaccinazioni, hanno un effetto limitato sulla sconfitta della malattia, soprattutto delle varianti più recenti.

Una domanda senza risposta

Per capire il processo di infezione virale, è stato condotto uno studio sull'uomo e il risultato è stato pubblicato in un articolo di febbraio su "Nature Medicine" intitolato "Safety, tolerability and viral kinetics during SARS-CoV-2 human challenge in young adults" (Sicurezza, tollerabilità e cinetica virale durante la sfida umana SARS-CoV-2 nei giovani adulti).

Questo studio clinico, effettuato per un intero anno, è stato approvato dal governo britannico in collaborazione tra la UK Vaccine Task Force, l'Imperial College di Londra e la società di ricerca virologica hVIVO. In questo esperimento, 36 volontari di età compresa tra i 18 e i 29 anni, senza prove di precedenti infezioni o vaccinazioni, sono stati inoculati con il coronavirus.

La metà dei partecipanti (18) non è stata infettata nonostante l'iniezione del virus. L'altra metà che si è infettata era asintomatica o mostrava sintomi lievi. I dati demografici tra i partecipanti infetti e non infetti erano simili. Sono necessari ulteriori studi per rispondere al perché la metà dei partecipanti non si è infettata affatto. Qualsiasi intuizione ottenuta da questo studio ci aiuterebbe a capire meglio la malattia.

I limiti del lockdown e della vaccinazione

Nel gennaio scorsoStudies in Applied Economics ha pubblicato un articolo intitolato "A Literature Review and Meta-Analysis of the Effects of Lockdowns on COVID-19 Mortality". Gli autori hanno scoperto che i lockdown hanno avuto un effetto minimo o addirittura nullo sulla mortalità da COVID-19.

“Più specificamente, gli studi sull'indice di rigorosità hanno trovato che le chiusure in Europa e negli Stati Uniti hanno ridotto la mortalità da COVID-19 solo in media dello 0,2%. Anche i SIPO [shelter-in-placeorders] sono stati inefficaci, riducendo la mortalità da COVID-19 solo del 2,9%. Anche gli studi specifici sull’NPI non trovano alcuna prova su larga scala di effetti degni di nota sulla mortalità COVID-19”, hanno scritto gli autori. “Di conseguenza, le politiche di blocco sono infondate e dovrebbero essere respinte come strumento di politica pandemica”.

"I funzionari della sanità pubblica hanno rovinato molte vite insistendo sul fatto che i lavoratori con immunità naturale al Covid-19 fossero licenziati se non erano completamente vaccinati", ha scritto Marty Makary, chirurgo e professore alla John Hopkins, in un articolo del "Wall Street Journal" di gennaio intitolato "The High Cost of Disparaging Natural Immunity to Covid" (L’alto costo nel denigrare l’immunità naturale al Covid).

"Ma dopo due anni di raccolta di dati, la superiorità dell'immunità naturale su quella da vaccino è chiara", ha continuato. "Licenziando il personale con l'immunità naturale, i datori di lavoro si sono liberati di coloro che hanno meno probabilità di infettare gli altri. E' ora di reintegrare quei dipendenti con delle scuse".

I ricercatori di Harvard, nel dicembre 2021, hanno pubblicato un articolo sull'"European Journal of Epidemiology" intitolato "Gli aumenti di COVID-19 non sono correlati ai livelli di vaccinazione in 68 paesi e 2947 contee negli Stati Uniti". Gli autori non hanno trovato alcuna relazione evidente tra la percentuale di popolazione completamente vaccinata e i nuovi casi di COVID-19.

G. Kampf della Facoltà di Medicina Greifswald ha pubblicato un articolo su "The Lancet" a novembre su questo argomento con il titolo "COVID-19: stigmatizzare i non vaccinati non è giustificato".

Ha scritto: “Ci sono sempre più prove che gli individui vaccinati continuino ad avere un ruolo rilevante nella trasmissione. Nel Massachusetts, USA, un totale di 469 nuovi casi di COVID-19 sono stati rilevati durante vari eventi nel luglio 2021, e 346 (74%) di questi casi erano persone completamente o parzialmente vaccinate, 274 (79%) delle quali erano sintomatiche”.

Una situazione simile si è verificata in Germania, dove il 55,4% dei casi sintomatici di COVID-19 erano pazienti sulla sessantina o poco più completamente vaccinati. "È quindi sbagliato e pericoloso parlare di una pandemia dei non vaccinati", ha concluso.

(Continua)