(Minghui.org) In che cosa gli esseri umani sono diversi dagli scimpanzé? Dal modo in cui appaiono e camminano appaiono piuttosto differenti, come anche per la forza e capacità di comunicazione. Alcuni credono ugualmente che siano parenti stretti, stando a un documento del 1975 che affermava esistesse solo un 1% di differenza genetica tra le due specie. Successivi studi approfonditi, tuttavia, hanno dimostrato che la cosa non è così semplice. Nel 2005 il Consorzio di sequenziamento e analisi degli scimpanzé ha esaminato il genoma e ha trovato circa il 3% di differenze aggiuntive nell’inserimento e nell’eliminazione del gene rispetto al genoma umano, ha scritto Jon Cohen in un articolo del 2007 su Science intitolato “Differenze relative: Il mito dell’1%”. Inoltre, la genomica computazionale dell’Università dell’Indiana ha mostrato che gli esseri umani e gli scimpanzé avevano una differenza genica del 6,4%; mentre i neuroscienziati dell’ULCA hanno scoperto che il 17,4% della connessione nella corteccia è specifica solo per l’uomo.

Scoperte di paleontologia

Molte persone tendono ad accettare la teoria dell’evoluzione, ma varie evidenze, specialmente quelle in paleontologia, pongono seri dubbi su tale teoria. Ad esempio, Charles Darwin considerava l’evoluzione un processo lento e graduale, ma anatomisti e paleontologi hanno scoperto che, sebbene la microevoluzione (all’interno di una specie) possa essere spiegata, la macroevoluzione (tra una specie e un’altra) è molto più difficile da giustificare. In secondo luogo l’estinzione è avvenuta nel corso del tempo. Gli scienziati hanno definito normale estinzione la perdita tra lo 0,1 e 1 individuo di ogni specie ogni 10.000, a cadenza di 100 anni. Un altro tipo di estinzione, che significa perdere il 75% delle specie mondiali in un breve lasso di tempo geologico, viene chiamata estinzione di massa. Sebbene la prima possa essere spiegata dalla teoria dell’evoluzione, la seconda rimane un enigma. In terzo luogo, contrariamente all’estinzione di massa, anche l’emergere improvviso di un gran numero di specie rappresenta una sfida importante. Un esempio è stata l’esplosione del Cambriano circa 540 milioni di anni fa con un’importante diversificazione tra gruppi di organismi in breve tempo. Anche lo stesso Darwin era confuso al riguardo. “Alla domanda sul perché non troviamo ricchi depositi fossiliferi appartenenti a questi periodi precedenti al sistema cambriano, non sono in grado di fornire una risposta soddisfacente”, ha scritto. “Simile ad altre estinzioni di massa come l’estinzione del Triassico-Giurassico, contraddice il modello di selezione naturale e sopravvivenza del più adatto”. In quarto luogo il progresso a livello molecolare ha portato i biologi moderni a proporre la teoria neutra dell’evoluzione molecolare. Cioè, la maggior parte delle mutazioni sono neutre piuttosto che benefiche. Si verificano a una velocità relativamente costante, sono indipendenti dalle dimensioni della popolazione, dalla longevità delle specie, dalla capacità riproduttiva o dall’ambiente circostante. Tutto ciò ha minato l’importanza della selezione naturale come l’aveva proposta Darwin. In quinto luogo, come ha sottolineato un articolo del 2009 dell’Istituto di Paleontologia dell’Accademia cinese delle scienze, gli ecologisti hanno scoperto che specie e popolazione mantengono un equilibrio con altre specie e con l’ambiente. Sottolineare semplicemente la sopravvivenza del più adatto è una spiegazione parziale poiché ignora il fatto che le specie fanno affidamento l’una sull’altra per coesistere in un ecosistema.

Sfide della teoria dell’evoluzione

Oltre ai problemi sopra menzionati, ci sono anche altri argomenti degni di nota. Michael Denton, uno studioso britannico-australiano, ha pubblicato nel 1985: Evoluzione: Una teoria in crisi. “La complessità del tipo più semplice di cellula conosciuta è così grande che è impossibile accettare che un tale oggetto possa essere stato messo insieme all’improvviso da una specie di evento bizzarro e ampiamente improbabile”, ha scritto, “un evento del genere sarebbe paragonabile a un miracolo”. Nel libro Denton scrive che non è appropriato estrapolare la microevoluzione alla macroevoluzione e produrre nuove specie. In effetti anche lo stesso Darwin affermò che le forze della natura sono graduali e continue. “La natura non fa un salto (Natura non facit saltum)”, scrisse una volta. Ma la realtà è che, non solo le specie possono essere rigorosamente classificate in base alle loro caratteristiche, ma la categorizzazione discontinua è anche supportata da prove del DNA e reperti fossili. Ispirato da questo libro, il professore di biochimica Michael Behe è diventato un forte sostenitore del design intelligente. Usa la trappola per topi come esempio, e ha spiegato che: “Tutti questi aggeggi (la base, il fermo, la molla, il martello e la barra di fissaggio) devono essere funzionanti affinché la trappola per topi possa fare il suo lavoro, poiché la rimozione di qualsiasi pezzo distruggerebbe la sua stessa funzionalità”. La selezione naturale, invece, non potrebbe creare un sistema così complesso. Diceva, riferendosi al concetto della complessità irriducibile (IC). Un altro esempio sono i flagelli di alcuni batteri che costituiscono un motore molecolare che richiede l’interazione di circa 40 diverse parti proteiche. Come “un unico sistema composto da più parti ben accoppiate e interagenti che contribuiscono alla funzione di base, in cui la rimozione di una qualsiasi delle parti fa sì che il sistema smetta effettivamente di funzionare”. Behe lo considerava “un sistema irriducibilmente complesso che manca di una sua parte è per definizione non funzionale. Cioè, non potrebbe essersi evoluta gradualmente attraverso la selezione naturale”. Le recenti scoperte hanno anche sollevato ulteriori domande sulla teoria dell’evoluzione. Nature ha pubblicato un articolo il 12 gennaio intitolato “La distorsione della mutazione riflette la selezione naturale nella Arabidopsis thaliana”. “Abbiamo sempre pensato alla mutazione come fondamentalmente casuale attraverso il genoma”, ha osservato Gray Monroe, autore principale del dipartimento UC Davis. “Si scopre che la mutazione è molto non casuale e non è casuale in un modo che avvantaggia la pianta. È un modo totalmente nuovo di pensare alla mutazione”.

Evoluzione e ateismo

Date tutte queste domande senza risposta sull’evoluzione, perché così tante persone lo considerano un fatto e non osano riconsiderarlo meglio? Una risposta può essere correlata al contesto in cui è emersa la teoria dell’evoluzione. Essa esisteva infatti già prima di Darwin, ma la selezione naturale da lui proposta ridiscuteva tale teoria con un fondamento scientifico. Nel 1800, con la crisi della fede in Europa, l’ateismo divenne prevalente e Karl Marx nel 1848 pubblicò Il Manifesto del Partito Comunista. Undici anni dopo, nel 1859, Darwin pubblicò L’origine delle specie. Gli storici dissero che Marx aveva letto il libro di Darwin alcune volte e ne incluse le idee nei suoi scritti. Si offrì persino di dedicare una parte del volume del suo libro a Darwin, ma l’offerta venne rifiutata. Esiste un evidente spazio comune tra l’evoluzione di Darwin e il comunismo di Marx. Il titolo completo del primo libro era L’origine delle specie per mezzo della selezione naturale e la sopravvivenza del più adatto nella conservazione delle razze favorite. Il concetto chiave di sopravvivenza e lotta è perfettamente in linea con l’idea di Marx sulla lotta di classe sociale. “La storia di tutta la società esistente è la storia delle lotte di classe”, scrisse Marx all’inizio del Manifesto comunista. In realtà l’evoluzione divenne un’arma chiave di Marx per promuovere l’ateismo. “Marx ed Engels accettarono l’evoluzione quasi immediatamente dopo che Darwin pubblicò L’origine delle specie”, ha spiegato il ricercatore americano Conway Zirkle. “L’evoluzione, ovviamente, era proprio ciò di cui i fondatori del comunismo avevano bisogno per spiegare come l’umanità sarebbe potuta nascere senza l’intervento di qualsiasi forza soprannaturale e, di conseguenza, poteva poi essere usata per rafforzare le fondamenta della loro filosofia materialistica”.

Una ricerca costante

Molte persone credono che Niccolò Copernico, Isaac Newton e Albert Einstein siano stati i più grandi scienziati della storia grazie alle scoperte che hanno portato all’umanità. Tutti loro hanno osato cercare la verità anche se ciò significava sfidare la comunità scientifica consolidata esistente. Ma quando l’evoluzione e il comunismo dominano una società, chiunque tenti di esprimere opinioni diverse incontra spesso una seria resistenza. Dopo che oltre 500 dottorandi hanno firmato una dichiarazione in cui esprimono pubblicamente il loro scetticismo sulla teoria contemporanea dell’evoluzione darwiniana, il National Center for Science Education ha rilasciato diverse dichiarazioni criticando i singoli firmatari invece di affrontare le domande senza risposta che erano state poste. In effetti, da Copernico a Newton, arrivando ad Albert Einstein, tutti erano molto umili e contrari all’ateismo. Consideravano la conoscenza un dono del divino, non un’arma con cui sfidare i poteri superiori. “Per conoscere le potenti opere di Dio, per comprendere la Sua saggezza, maestà e potenza; per apprezzare, le meravigliose opere delle Sue leggi, sicuramente tutto questo deve essere un modo di adorazione gradito e accettato dall’Altissimo, al quale l’ignoranza non può essere più grata della conoscenza”, scriveva Copernico. “Non so cosa possa apparire al mondo, ma a me sembra di essere stato solo come un ragazzo che gioca in riva al mare, e di tanto in tanto si distrae trovando un sassolino più liscio o una conchiglia più bella del normale, mentre il grande oceano di verità giace tutto da scoprire davanti a me”, scrisse Newton, “In assenza di qualsiasi altra prova, il mio solo pollice mi basterebbe a convincermi dell’esistenza di Dio”. “Voglio sapere come Dio abbia creato questo mondo. Non sono interessato a questo o quel fenomeno, allo spettro di questo o quell’elemento. Voglio conoscere i suoi pensieri. Il resto sono dettagli”, scrisse Einstein, “Vedo un modello, ma la mia immaginazione non può immaginare il creatore di quel modello. Vedo un orologio, ma non riesco a immaginare l’orologiaio. La mente umana non è in grado di concepire le quattro dimensioni, quindi come può concepire un Dio, davanti al quale mille anni e mille dimensioni sono come una sola?”. Dalla Comune di Parigi all’Unione Sovietica, da Mao Zedong all’odierno Partito Comunista Cinese (PCC), i regimi comunisti hanno sostenuto l’evoluzione insieme all’ateismo per cancellare i valori e la moralità tradizionali delle società. Una volta preso il potere, tuttavia, essi sopprimono qualsiasi opinione diversa e continuano ad espandersi. Ciò non è del tutto sorprendente. Dopotutto Darwin promuoveva la “sopravvivenza del più adatto” mentre Marx sosteneva la “lotta di classe”. La loro priorità assoluta era la propria sopravvivenza, non beneficiare la società umana.