(Minghui.org) Ho 64 anni e prima del pensionamento ho lavorato in un centro culturale. Ho iniziato a leggere lo Zhuan Falun nel 2004 e ne sono stata subito attratta, ma solo un anno dopo ho cominciato a fare gli esercizi della Falun Dafa. Ricevevo una scossa elettrica ovunque mettessi la mano. Sapevo dalla Fa di avere già una forte energia (gong) anche prima di iniziare a fare gli esercizi.

La vicina assiste ai miracoli dopo aver recitato “La Falun Dafa è buona”

La vicina di casa è venuta nel mio appartamento e mi ha raccontato emozionata, con le lacrime agli occhi, del miracolo che le era successo. Aveva un’appendicite acuta e stava per essere operata, ma era allergica a due dei farmaci di cui aveva bisogno ed era molto preoccupata. Fortunatamente si è ricordata di quello che le avevo detto e dell’opuscolo che le avevo dato; quindi lo ha guardato e ha recitato sinceramente: “La Falun Dafa è buona, Verità-Compassione-Tolleranza sono buone”. Poi è accaduto un miracolo. È guarita dall’appendicite senza alcun intervento chirurgico ed è stata dimessa tre giorni dopo.

Le ho detto: “Sei stata ricompensata perché hai creduto nella Dafa. Sono davvero felice per te”.

Questo è solo uno dei tanti esempi che ho vissuto in cui le persone hanno conosciuto la verità sulla Dafa e sono state ricompensate.

La vernice cambia colore

Un praticante ha visto delle frasi che diffamavano la Dafa sui muri esterni di un’azienda. Sono andata a controllare e ho scoperto che le parole erano scritte in rosso su muri bianchi. Ho suggerito di coprire le parole con della vernice bianca. Ho pensato che non sarebbe stato bello usare la vernice nera per coprirle su un muro bianco. I praticanti avevano però comprato la vernice nera ed erano pronti a iniziare, quindi ho smesso di parlare di cambiare la vernice.

Tuttavia, quando abbiamo aperto il barattolo di vernice nera, abbiamo scoperto che era bianca. Un praticante ha commentato che sembrava destino che dovesse essere dipinto con vernice bianca. Siamo rimasti completamente sbalorditi mentre abbiamo assistito a questo miracolo.

Mio nipote vede il Falun girare

Ho insegnato a mio nipote di sei anni e a suo cugino a meditare. Entrambi hanno cercato di incrociare le gambe nella posizione del loto completo. Ho anche insegnato loro a recitare le frasi: “La Falun Dafa è buona, Verità-Compassione-Tolleranza sono buone”.

Le hanno recitate seriamente molte volte. Dopo un po’, mio nipote è venuto da me e ha fissato la piccola spilla con l’emblema del Falun che indossavo. Si è avvicinato all’emblema del Falun e ha inclinato la testa da un lato, poi dall’altro. Gli ho chiesto se avesse visto il Falun girare. Lui ha annuito e ha voluto avere la mia spilla. Gli ho detto che non poteva perché non coltivava.

Sua cugina non riusciva a vedere il Falun girare, ma quando le ho mostrato la foto del Maestro Li nello Zhuan Falun ha gridato di gioia: “Mi sta sorridendo”. Ha detto che dalla sua bocca era emerso un sorriso.

Ho detto: “Sei molto fortunata! Poiché vi siete comportati molto bene ora il Maestro vi ha sorriso e ha persino permesso a vostro fratello di vedere il Falun girare”.

I miracoli appaiono uno dopo l‘altro dopo che vengo arrestata

Quando nel 2007 ho aiutato le persone a lasciare il Partito Comunista Cinese (PCC) e le sue organizzazioni giovanili su un treno, due agenti di polizia mi hanno portata alla stazione di polizia ferroviaria. Il direttore della stazione ha messo al mio fianco i miei materiali per chiarire la verità in modo da potermi fotografare con essi. Gli ho detto di non farlo. Ci ha provato più volte ma ha fallito. Alla fine ha detto: “È vero! Non riesco a fare la foto”.

Gli ho chiarito la verità e chiesto se volesse dimettersi dal PCC. Non voleva e se n’è andato. I due agenti che mi hanno sorvegliato all’inizio mi hanno trattata male, ma dopo che ho chiarito loro la verità entrambi hanno accettato di usare uno pseudonimo per dimettersi dal PCC. Dopodiché sono diventati amichevoli.

Il giorno successivo sono stata riportata alla stazione di polizia locale. L’ufficiale di turno quella notte non mi ha ammanettato. La mattina dopo il direttore ha ordinato a otto persone di portarmi in un’altra stanza e di legarmi a una sedia di ferro. Non sapevo che mi avrebbero incatenato le gambe alla sedia. Poi mi hanno afferrato le braccia e hanno cercato di ammanettarmi alla sedia. Ho detto loro di non farlo poiché solo il fondatore della Dafa è colui che ha l’ultima parola. Ho tolto le mani, ma le hanno afferrate di nuovo. Ho gridato e tirato via di nuovo le braccia. Questo si è ripetuto più volte e il direttore non ha detto nulla.

Le persone che cercavano di legarmi alla sedia sembravano esauste. Alla fine, mi hanno ammanettata alla sedia, mi hanno sgridata e messo una borsa di stoffa nera sopra la testa. Poi se ne sono andati.

Dopo un po’ è entrata una donna, mi ha tenuto le mani e ha gridato agli ufficiali: “Questa cosa non va bene, le paralizzerete le mani. Dovete smetterla”, ma nessuno ha risposto.

Le ho detto: “Hai un cuore gentile. Ti aiuterò a lasciare il PCC per metterti al sicuro”. Mi ha detto che si era solo unita ai Giovani Pionieri e non si era unita alle altre organizzazioni del PCC. Le ho fornito uno pseudonimo per potersi dimettere. Le ho detto che stavo bene e che poteva andare avanti e fare il suo lavoro. Era una cuoca lì. Dopo che se n’è andata mi sono resa conto che non sentivo alcun dolore alle mani. Sapevo che il Maestro si stava prendendo cura di me. Ho pensato che non potessi rimanere legata così, perché sarebbe stato un male per la loro salvezza. Ho chiesto al Maestro di liberarmi le mani, poi le ho davvero tirate fuori dalle serrature. Nessuno è venuto ad ammanettarmi di nuovo.

Sono stata poi portata in un centro di detenzione. Durante la ricreazione, nel cortile, un giorno ho recitato ad alta voce “Sulla Dafa”, e il vice capo divisione si è avvicinato e mi ha chiesto con rabbia: “Stai protestando?”

Ci ha ordinato di tornare nelle nostre celle, poi ha portato alcune persone da noi e mi ha ordinato di uscire. Prima che fossi uscita mi ha gettata a terra e mi ha presa a calci. Mi sono scivolate via le scarpe. Le ha prese e con quelle in mano mi ha schiaffeggiato sul viso e sul corpo. Dopo avermi percossa se n’è andato.

I detenuti nella mia cella hanno visto l’intero accaduto. Quando sono tornata hanno detto che ero forte e impassibile durante il pestaggio, non avevo detto una parola né fatto un rumore. Ho chiesto loro se i miei denti sanguinassero, la mia bocca era gonfia o la faccia sembrava rossa. Hanno risposto che stavo bene, con solo un po’ di sporco sulla faccia che mi hanno poi ripulito.

Mi hanno detto che la faccia del vice capo divisione era arrossata dopo avermi picchiata. In realtà, durante il processo, ho pensato che non dovevo essere picchiata per aver recitato la Fa e che il dolore dovesse andare al capo divisione. Quando mi ha colpito in faccia con le scarpe non mi ha fatto male, perché il dolore era andato a lui. La sua faccia era diventata rossa per il dolore che aveva sofferto. Non l’ho detto ai detenuti e ho pensato che non avrei dovuto parlare loro troppo di quello che era successo. Non avrebbero capito e avrebbero potuto avere poi timore di ascoltarmi mentre chiarivo la verità.

Durante un’udienza in tribunale, nel 2015, sono stata liberata dalle manette. Mi sono difesa e chiarito la verità e ho chiesto alle persone presenti di dimettersi dal PCC per garantire la propria sicurezza. Non mi hanno interrotta.

Quando stavo lasciando l’aula un membro del personale femminile si è fermata mentre mi passava accanto, ha guardato le manette che mi ero tolta e ha detto che in futuro avrebbero dovuto stringerle maggiormente.

Ho appena condiviso alcune delle mie esperienze personali nella coltivazione. Sono caduta due volte perché non studiavo bene la Fa, la mia comprensione era scarsa e non avevo scoperto nessuna delle mie nozioni umane. Ma grazie alla cura compassionevole del Maestro mi sono rialzata rapidamente.

Le parole non possono esprimere la mia gratitudine al Maestro. Posso solo fare bene le tre cose nel tempo limitato che ci è rimasto, salvare più esseri senzienti ed essere all’altezza delle aspettative del Maestro.

Vi prego gentilmente di segnalarmi ogni cosa eventualmente inappropriata.