(Minghui.org) Tra aprile e maggio scorso, in una nuova operazione di polizia soprannominata "Net Closing In", più di trenta residenti della città di Qiqihar, nell'Heilongjiang, sono stati reclusi per non aver rinunciato alla loro fede nel Falun Gong.

Il Falun Gong è una pratica per il benessere della mente e del corpo perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

All'inizio di quest'anno il Dipartimento di Polizia di Qiqihar, per incrementare gli arresti dei praticanti del Falun Gong, ha organizzato una riunione a cui hanno partecipato tutte le forze di polizia locali di sette distretti e nove contee.

Chen Dong, vicesindaco di Qiqihar e capo del Dipartimento di Polizia della stessa città, ha ordinato alle forze dell'ordine di seguire, controllare e perseguitare i praticanti locali, soprattutto quelli che durante la pandemia hanno continuato a sensibilizzare l'opinione pubblica riguardo alla persecuzione.

Tale operazione ha ottenuto il sostegno di Guo Xiaofeng, capo del Comitato per gli Affari Politici e Legali di Qiqihar, un'agenzia extragiudiziaria che supervisiona i settori della pubblica sicurezza, della magistratura e organizza la politica di persecuzione del Falun Gong.

Li Dongmei, una delle praticanti prese di mira nell'operazione, ha raccontato l’arresto violento avvenuto il 13 aprile scorso.

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Quel giorno alle ore 8:25, appena ho aperto la porta per andare al lavoro, hanno fatto irruzione tre agenti in borghese, due uomini e una donna che, senza dire nulla, mi hanno sottratto la borsa e il cellulare.

Ho chiesto loro da dove venissero e cosa volessero. Un uomo alto in giacca nera ha detto di essere del Dipartimento di Polizia di Tiefeng. Mi ha mostrato velocemente il suo documento d'identità, ma senza permettermi di guardarlo da vicino. In seguito ho saputo che si trattava di Xie Ping, vice capo della stazione di polizia di Tongdonglu. L’altro agente era Tang Liang, mentre non conosco ancora il nome dell’altro agente.

Xie ha staccato il mio calendario con le informazioni sul Falun Gong dal muro e il ciondolo del Falun Gong dallo specchio. Tang è andato direttamente nella mia camera da letto e ha tolto il ritratto del Maestro Li (il fondatore del Falun Gong) appeso sopra il mio armadio e cercato altri oggetti relativi al Falun Gong presenti in camera mia.

Mia figlia, che stava seguendo delle lezioni on-line in camera sua, quando ha sentito il rumore è uscita, ha filmato gli agenti ed ha chiesto loro di mostrare i documenti, ma Xie le ha tolto il cellulare di mano.

Mia figlia ha affermato di avere il diritto di riprenderli, ma Xie ha sostenuto di avere la facoltà di controllarci e ha minacciato di arrestarla con l’accusa di aver ostacolato le forze dell’ordine, ha ispezionato la memoria del suo cellulare, l'ha costretta a cancellare il video che aveva appena registrato ed ha minacciato di confiscarle il telefono. Poiché mia figlia utilizzava il cellulare anche per le lezioni online, la minaccia della polizia l’ha terrorizzata e non riusciva a smettere di piangere. Alla fine, su nostra richiesta, gli agenti hanno mostrato un mandato di perquisizione in bianco con il solo timbro ufficiale, ma senza altre informazioni.

Mentre gli agenti perquisivano la nostra casa, ne sono arrivati altri tre. Si dice che uno di loro sia un funzionario comunale. Dopo aver controllato, se n'è andato con una persona, mentre l'altro si è unito ai tre ufficiali presenti per saccheggiarla, danneggiando il cassetto del mio comodino.

Essi hanno portato via i miei libri del Falun Gong e hanno controllato il computer di mia figlia, usato per le sue lezioni. Non avendo altro da cercare, mi hanno confiscato dei vecchi cellulari, il caricabatterie, i cavi e alcuni fiori e luci che tenevo davanti al ritratto del Maestro.

Poiché a casa mia gli agenti non hanno rinvenuto molti oggetti legati al Falun Gong, alcuni di loro sono rimasti lì per interrogare mia figlia, mentre altri senza un mandato di cattura mi hanno portato al Dipartimento di Polizia di Tiefeng.

Un agente dell'Ufficio per la sicurezza interna, di circa quarant'anni, durante l'interrogatorio presso il dipartimento di polizia, mi ha scattato con forza delle foto e mi ha strappato la mascherina, mentre un altro di nome Sun Bo mi ha intimidita. La poliziotta che era andata a casa mia ed un'altra di cinquant'anni mi hanno perquisita.

L’ufficiale mi ha minacciata dicendo che, se non avessi riconosciuto che tutto ciò che mi era stato confiscato era mio, avrebbero dichiarato che gli oggetti appartenevano a mia figlia, inoltre mi hanno imposto di riconoscere le prove inventate contro di me.

Li Guofeng, capo dell’Ufficio per la sicurezza interna della contea di Longjiang, che mi aveva già molestato durante la campagna "Nessuno escluso", è venuto a interrogarmi e mi ha fatto anche firmare una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong che aveva preparato.

Alle ore 18.00 mia figlia è stata convocata alla stazione di polizia per ottenere il mio certificato di rilascio su cauzione. Alle ore 20.00 è arrivato un giovane agente di circa trent'anni che mi ha scattato delle foto e, poco dopo, un altro ufficiale per condurre mia figlia in una stanza separata, cercando di farle pressione per convincermi a rinunciare al Falun Gong.

Quando ho detto loro che non c'era modo di farmi rinunciare alla mia fede quell'ufficiale, che sosteneva di essere responsabile del mio caso, sembrava molto turbato ed ha minacciato di condannarmi a due o tre anni di reclusione. In seguito ho scoperto che era Lu Liang, capo dell'Ufficio di Sicurezza Nazionale di Tiefeng.

La polizia mi ha trattenuto fino alle ore 22:00 e, poiché quel giorno avevo pranzato pochissimo, quando sono tornata a casa ho avuto un calo glicemico.

Informazioni di contatto dei perpetratori:

Xie Ping: vice capo della stazione di polizia di Tongdonglu: +86-17745207177, +86-13836241922

Tang Liang: ufficiale della stazione di polizia di Tongdonglu: +86-13604523168

Lu Liang: capo dell'Ufficio di sicurezza interna di Tiefeng: +86-13945268839, +86-18946296356, +86-18845211212

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