(Minghui.org) Il Partito Comunista Cinese (PCC) è riuscito a fare il lavaggio del cervello a molti dei suoi cittadini facendogli credere di essere il loro salvatore. Uno di questi esempi è che molti credono che sia il PCC che consente loro di fare soldi quando, in realtà, essi guadagnano grazie al proprio duro lavoro. A causa del loro ragionamento sbagliato molti cinesi temono il futuro della propria situazione economica se il PCC crollasse.
Ma è corretto?
Da dove provengono i guadagni delle persone?
L’Imperatore Taizong della dinastia Tang è stato uno dei migliori imperatori nella storia della Cina. Diceva spesso che un sovrano è come una barca e i suoi cittadini sono come l’acqua, il che significa che l’acqua può trasportare la barca ma può anche ribaltarla.
Questo vale anche per la Cina di oggi. In altre parole sono i cittadini che sostengono il PCC pagando le tasse, non il contrario come sostiene la propaganda del PCC. Il governo stesso non crea ricchezza e riscuote le tasse per finanziare le sue varie funzioni.
Ci sono 26 tipi di tasse in Cina, che possono essere suddivise in 8 categorie: tasse sul volume d’affari, tasse sul reddito (sia aziendali che individuali), tasse sulle risorse, tasse per scopi speciali, tasse sulla proprietà, tasse di comportamento, tasse agricole e dazi doganali. I cittadini comuni non ne sono consapevoli perché il PCC trascura di proposito di educare il pubblico sulle tasse nel suo tentativo di far credere alla gente che il Partito “serva” il popolo e “sostenga finanziariamente” il popolo.
La sola imposta sulla cifra d’affari comprende l’imposta sul valore aggiunto, l’imposta sui consumi e l’imposta sulle imprese. Conosciuta anche come imposta su beni e servizi, l’imposta sul valore aggiunto (IVA) rappresenta fino al 60% del gettito fiscale totale in Cina. Ad un tasso del 13%, viene addebitato ai consumatori in base al prezzo di beni o servizi. Le aziende quindi lo riscuotono e lo pagano al regime.
Queste tasse classificano la Cina al 2° posto nell’indice 2009 di Misery and Reform della rivista Forbes. “In Cina è opinione diffusa che se guadagni meno di 3.500 yuan al mese non paghi le tasse. Ma è sbagliato. La Cina è piena di tasse nascoste: che tu stia comprando vestiti, comprando una casa, pagando l’affitto o acquistando generi alimentari, paghi sempre le tasse, anche se potresti non saperlo”, dice un articolo del 2014 di ChinaFile intitolato “Tasse nascoste: molti cinesi sono sorpresi di scoprire quanto pagano”.
Un articolo apparso sul Xinmin Weekly a Shanghai ha analizzato un tipico esempio. Supponiamo che Lan (che guadagna 8.000 yuan al mese) e suo marito (che guadagna 10.000 yuan al mese), vivano a Pechino. La loro imposta sul reddito sarebbe di 5.885 yuan all’anno, ma le tasse nascoste potrebbero essere di 1.887 yuan per il cibo, 860 yuan per i vestiti, 2.923 yuan per le spese domestiche e 1.140 yuan per i servizi pubblici. Tutto questo ammonta a 12.695 yuan all’anno, anche senza figli, un appartamento o un’auto.
Quando si vende o si acquista una proprietà, le persone devono pagare l’imposta sugli atti, l’imposta di bollo, l’imposta sul valore aggiunto e altri. Per un appartamento da 2 milioni di yuan queste tasse possono facilmente aggiungere il 15% del prezzo di acquisto, o 300.000 yuan.
Il PCC deruba la sua stessa gente
Come accennato in precedenza una parte significativa della ricchezza creata dai cittadini laboriosi va al regime attraverso la tassazione. La paga da portare a casa delle persone è solo una frazione del loro denaro. A differenza dei cittadini di altri Paesi che di solito non sostengono le spese del Partito al governo (che non fanno parte delle tipiche funzioni di governo), il popolo cinese ha l’onere aggiuntivo di dover alimentare il sistema del PCC; un sistema parassitario che penetra in tutto il governo, le imprese statali, i media, l’istruzione, essenzialmente tutte le funzioni della società, assorbendo i nutrienti (denaro) da ogni angolo mentre inietta nelle persone la tossina dell’ideologia comunista. È molto comune che i funzionari del PCC godano di privilegi speciali senza svolgere alcun lavoro. “È anche ampiamente stato notato che un numero significativo di bambini e fratelli di dirigenti senior del PCC vive, lavora e studia nei Paesi occidentali. Il popolo cinese ha spesso collegato questa tendenza al deflusso su larga scala di capitali negli ultimi anni”, secondo un rapporto Brookings del 2013 intitolato “Rule of the Princelings”.
La mancanza di trasparenza sotto il regime totalitario del PCC ha anche creato un focolaio per funzionari corrotti. Dopo che Zhou Yongkang è stato indagato nel 2014, si è scoperto che guadagni illeciti per un totale di 16,05 miliardi di dollari erano collegati a lui. Includevano 300 milioni di dollari in contanti nella suo residenza (in dollari USA, euro, yuan, ecc.), 62 auto tra cui jeep militari e un autobus turistico, 55 dipinti di famosi pittori, centinaia di conti bancari esteri e nazionali, titoli finanziari (sia nazionali che esteri), 326 proprietà tutte in Cina e 42.850 grammi di monete d’oro, d’argento e d’oro, ha riportato un articolo di Business Insider del 2015 intitolato “Ecco il ridicolo bottino che è stato trovato ai funzionari cinesi corrotti”.
Una Cina libera dal comunismo
Dopo aver subito il lavaggio del cervello dal PCC molte persone in Cina temono che la vita sarebbe miserabile senza il PCC, dal momento che non ci sarebbero redditi o pensioni. La realtà è che, sebbene i cinesi lavorino così duramente, il loro reddito medio annuo dichiarato nel 2011 era solo di circa 4.000 dollari, circa il 10% rispetto a quello dei Paesi occidentali senza comunismo. E questo numero non prende in considerazione quei 600 milioni di persone con un reddito mensile inferiore a 1.000 yuan (o 140 dollari), come annunciato dal premier cinese a maggio 2020.
Ciò è accaduto perché gran parte della fortuna cinese è stata sequestrata e sprecata dai funzionari del PCC. Un sondaggio nel 2007 ha mostrato che questi “funzionari pubblici” hanno speso 900 miliardi di yuan per viaggi all’estero, automobili e ristoranti, solo quell’anno. Hanno speso 5 volte il totale budget per l’assistenza sanitaria (180 miliardi di yuan) o 8 volte il budget per l’istruzione (110 miliardi di yuan) di quell’anno.
In sintesi, senza il PCC, il popolo cinese godrebbe di una vita più felice, di uno standard di vita più elevato e, soprattutto, della libertà che merita.
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