(Minghui.org)
Nome:Liu Siqing
Nome cinese:刘思清
Sesso:Femmina
Età:59 anni
Città: Nanchong
Provincia:Sichuan
Professione:Tecnico di una fabbrica di sale
Data del decesso:4 maggio 2022
Data dell’ultimo arresto:1° marzo 2010
Luogo di detenzione più recente:Carcere femminile di Jianyang
Per aver sostenuto la sua fede nel Falun Gong, Liu Siqing ha scontato due sentenze in un campo di lavoro forzato e una pena detentiva. Quando è stata rilasciata nel 2014 aveva perso quasi completamente la vista a causa delle torture subite. Negli anni successivi ha lottato contro una salute cagionevole e ha dovuto affrontare continue pressioni per rinunciare alla sua fede. Alla fine è morta il 4 maggio scorso, all'età di cinquantanove anni. Nei mesi precedenti alla sua morte le autorità locali l'hanno molestata tre volte.
Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una pratica spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
Di seguito sono riportati alcuni estratti della denuncia penale presentata da Liu contro Jiang Zemin, l'ex capo del regime comunista che ha ordinato la persecuzione. L’autrice descrive in dettaglio alcune delle torture subite nel corso degli anni.
***
Facevo spesso turni di notte, il che minava il mio sistema immunitario. Mi capitava spesso di contrarre il raffreddore e di soffrire di vertigini o di altri disturbi. Nel 1997, mentre andavo al lavoro, ho visto molte persone che praticavano il Falun Gong. Per migliorare la mia salute mi sono unita a loro e dopo qualche tempo il raffreddore è guarito e mi sentivo piena di energia.
Il 28 aprile del 2000, un anno dopo l'inizio della persecuzione, sono andata a Pechino per appellarmi al diritto di praticare il Falun Gong. Mio padre Lin Kexiang, anche lui praticante del Falun Gong, è venuto con me. Al nostro ritorno a casa l'ufficiale Tian dell'Ufficio di Sicurezza Interna ci ha arrestati e interrogati presso la stazione di polizia di Beita.
In seguito hanno saccheggiato la mia casa e hanno ordinato alla fabbrica dove lavoravo di tenere una riunione per criticarmi, dopodiché sono stata retrocessa a inserviente e la mia famiglia è stata costretta a pagare 10.000 yuan (circa 1.400 euro) come cauzione per me e mio padre.
In seguito il mio datore di lavoro mi ha fatto fare i lavori più sporchi e mi pagava solo 150 yuan (circa 21 euro) al mese. Durante gli anniversari legati al Falun Gong o alle festività, mi tenevano in isolamento negli alberghi locali, per una durata massima di due settimane.
Oltre a perseguitarmi hanno vietato a mio marito di andare al lavoro e gli hanno ordinato di controllarmi, gli hanno anche sospeso lo stipendio per incitarlo a odiarmi. Non appena mi vedeva praticare gli esercizi del Falun Gong a casa mi afferrava per i capelli e mi sbatteva la testa contro il muro. Una volta ha impugnato un coltello e me l’ha puntato alla spalla dicendo: “Se ti uccido, dirò che ti sei suicidata per aver praticato il Falun Gong”.
Una sera ha strappato i miei libri del Falun Gong e mi ha spinta fuori, ha chiuso la porta e mi ha lasciata al freddo per tutta la notte. Il giorno dopo dovevo comunque andare a lavorare. Non potendo vivere una vita normale ho divorziato.
In realtà mio marito è una persona gentile, ma la paura di essere perseguitato l’ha sopraffatto l’ha fatto diventare irrazionale e agire in modi estremi.
Anche i miei genitori sono stati coinvolti. Quando la loro casa era in costruzione si sono trasferiti temporaneamente da noi, ma il supervisore di mio marito al lavoro li ha cacciati. Ovunque si fermassero la polizia metteva a soqquadro l’abitazione di quella persona, così nessuno ha più osato dare loro un rifugio e sono stati costretti a scappare.
Il 18 gennaio 2001, mentre cucinavo a casa dopo il lavoro, sono stata arrestata e portata al centro di detenzione di Gaoping, dove le guardie mi hanno costretta a togliermi i vestiti per eseguire una perquisizione corporale; mi hanno anche legata e costretta ad indossare un cartello umiliante con cui mi hanno fatto sfilare per strada.
Nel centro di detenzione le guardie mi hanno incatenata con un’altra praticante e ci hanno costrette a svolgere lavori non retribuiti. In seguito ho scontato un anno nel campo di lavoro forzato femminile di Nanmusi dove sono stata spogliata, perquisita, costretta a fare lavori non retribuiti e a recitare le regole della prigione.
Sono stata nuovamente arrestata il 18 aprile 2007 quando sono andata a trovare un’amica. Mi hanno spogliata per perquisirmi e non mi hanno permesso di fare docce calde, nonostante il freddo. Dopo trenta giorni nel carcere del distretto di Jialing sono stata condannata a quindici mesi nel campo di lavoro forzato.
Il mio successivo arresto è avvenuto il 1° marzo 2010, dopo essere stata denunciata per aver distribuito materiale del Falun Gong insieme al praticante Du Xiuyun. La polizia ha colpito violentemente Du alla testa, al viso e al corpo, anche io sono stata picchiata e ricoperta di lividi. I miei occhi sono diventati rossi e, dopo sette giorni di reclusione, sono stata trasferita al centro di detenzione di Huafeng e poi condannata a quattro anni dal tribunale del distretto di Jialing.
Nel carcere femminile di Jianyang la guardia Huang Yanping mi maltrattava spesso verbalmente dicendo: “Qui ci sono solo guardie carcerarie e persone cattive, tu fai parte della gente cattiva”.
Mi costringeva a dire ad alta voce: “Sono una persona cattiva” e, per ogni passo che facevo, miordinava di recitare le regole della prigione e di fare i lavori forzati. La tremenda pressione mentale ha avuto ripercussioni sulla mia salute, ero in uno stato delirante e mi sentivo sempre molto nervosa; ho sviluppato ipertensione, diabete e problemi cardiaci, la mia vista è diminuita rapidamente, inoltre il cibo che ci fornivano era estremamente scarso e non mi bastava mai.
La condanna ai lavori forzati mi ha inferto un duro colpo, e anche ai miei genitori. Mio padre è morto e mia madre, che continuava ad assistere alle persecuzioni che subivo, una volta ha detto che le parole non potevano descrivere il suo dolore.
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