(Minghui.org) Una donna di Daqing di cinquantacinque anni, residente nella provincia dell’Heilongjiang, sta affrontando un procedimento penale per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
La signora Tang Zengye è stata arrestata a casa alle 4:00 del mattino del 12 luglio scorso e i suoi libri del Falun Gong le sono stati confiscati. Dopo essere stata portata al centro di detenzione n. 2 di Daqing, ha tenuto uno sciopero della fame. Le guardie l’hanno alimentata forzatamente con acqua salina concentrata e, nonostante versasse in gravi condizioni, si sono rifiutate di rilasciarla.
Persecuzioni passate
Tang lavorava come contabile presso lo stabilimento dell’impianto di produzione di olio n.3 di Daqing. È stata arrestata più volte per aver sostenuto la sua fede ed è stata sottoposta a torture incessanti.
Arrestata per aver fatto appello per il diritto alla pratica del Falun Gong
Tang è andata a Pechino il 1 marzo 2000 per fare appello per il diritto alla pratica del Falun Gong. È stata arrestata e riportata a Daqing. Dopo due mesi di detenzione la polizia ha tentato di costringerla a scrivere una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong in cambio del suo rilascio, ma lei si è rifiutata di obbedire. La polizia ha quindi costretto la sua famiglia a scrivere la dichiarazione a suo nome e ha anche estorto 10.000 yuan (circa 1.400 euro) alla sua famiglia prima di liberarla.
Tang è stata arrestata anche il 18 giugno 2000 per aver praticato gli esercizi del Falun Gong nei pressi dell'Ufficio amministrativo del Petrolio di Daqing. Èstata trattenuta presso il centro di detenzione locale. La polizia le ha confiscato i 600 yuan (circa 86 euro) che aveva con sé e l'ha costretta a stare contro il muro, tenendo le braccia alzate dietro la schiena. Successivamente è stata trattenuta nel centro di detenzione di Taikang per cinquantadue giorni e poi nel carcere distrettuale di Sartu per otto giorni.
Illustrazione della tortura: in piedi con le braccia sollevate da dietro
Tang è tornata nuovamente a Pechino per fare appello alla fine di ottobre 2000. È stata arrestata in piazza Tiananmen e picchiata da funzionari del governo. Sebbene sia scappata mentre veniva riportata a Daqing, è stata arrestata sul treno il 30 dicembre 2000, mentre stava tornando a Pechino.
Tang e altri venti praticanti che erano andati a Pechino per fare appello sono stati portati in una stanza buia e umida. La polizia ha ammanettato coloro che si rifiutavano di rivelare i loro nomi in modo che un braccio fosse tirato sopra la spalla e incatenato all'altro braccio tirato su da dietro la schiena (vedi rievocazione della tortura sotto). Questo ha provocato dei tagli ai polsi dei praticanti e causato loro un dolore tremendo.
Ricostruzione della tortura: ammanettata dietro la schiena
La polizia ha appeso Tang per i polsi, le ha coperto la testa con un piumino e le ha calpestato i piedi. Gli agenti le hanno gridato: “Ti tortureremo a morte se non ci dici il tuo nome. Nessuno sarà ritenuto responsabile e denunceremo la tua morte come suicidio. Butteremo fuori il tuo corpo come un topo e nessuno lo saprà”.
Tortura brutale nel centro di detenzione
La polizia in seguito ha scoperto il nome di Tang e l'ha riportata a Daqing. La donna è scappata di nuovo ed è stata costretta a lasciare lasciare la città.
Sette mesi dopo, la sera del 3 luglio 2001, Tang è stata nuovamente arrestata. È stata picchiata e interrogata durante la notte presso la stazione di polizia di Fuqiang. La sera successiva è stata portata al centro di detenzione locale. Poiché faceva gli esercizi del Falun Gong, è stata picchiata e appesa per i polsi per un giorno. Per i successivi quattro giorni la polizia l'ha incatenata a una sedia di ferro e, a turno, l'ha interrogata.
Tang ha tenuto uno sciopero della fame per protestare ed è stata alimentata forzatamente. Vomitava sangue ogni volta. Il medico che le ha praticato l’alimentazione forzata le ha colpito il viso con un paio di forbici e l'ha intimidita per aver tenuto lo sciopero della fame.
Trenta giorni dopo la donna è stata portata nel carcere distrettuale di Sartu. Lì ha tenuto un altro sciopero della fame per tre settimane ed è stata alimentata forzatamente con violenza quasi ogni giorno. Poiché continuava a vomitare grandi quantità di sangue, la polizia l'ha rilasciata, temendo che potesse morire in detenzione.
Solo due giorni dopo il suo rilascio la polizia ha cambiato idea e l'ha riportata in custodia, ma a causa del prolungato sciopero della fame dei mesi precedenti non ha superato l'esame fisico e le è stata rifiutata l'ammissione dal Centro di riabilitazione dalla droga di Harbin, quindi la polizia ha dovuto rilasciarla.
Per evitare ulteriori persecuzioni, Tang ha vissuto di nuovo lontano da casa.
Tre anni di lavoro forzato
Il 14 aprile 2002 Tang è stata arrestata da un agente in borghese mentre stava distribuendo materiale del Falun Gong su un autobus. L'ufficiale le ha requisito borsa, cellulare, cercapersone e oltre 1.000 yuan (circa 140 euro) in contanti. La stazione di polizia del distretto di Sartu ha creato una task force speciale per gestire il suo caso. La polizia l'ha appesa per i polsi a un tubo del riscaldamento e l'ha picchiata, di conseguenza ha vomitato sangue.
Il giorno successivo la donna è stata portata al carcere distrettuale di Sartu e due giorni dopo trasferita al centro di riabilitazione dalla droga di Harbin per scontare tre anni di lavori forzati.
Nel centro di riabilitazione dalla droga Tang è stata tenuta in cella d’isolamento e sottoposta a continue torture, comprese scosse elettriche, posizioni atroci e somministrazione forzata di droga. Le guardie l'hanno anche alimentata forzatamente quando faceva lo sciopero della fame. Dopo, spesso era coperta di sangue. Le guardie in seguito non l’hanno più portata in sala medica per alimentarla forzatamente, ma la torturavano tendendola direttamente a terra o la trascinavano in bagno, dove era più facile pulire.
La guardia Zhao Wei una volta le ha colpito il viso con un bastone elettrico mentre la minacciava: «Sono curioso di vedere se hai il coraggio di fare di nuovo uno sciopero della fame».
In un’altra occasione le guardie Tong Meiguang e Wang Yinghui hanno costretto Tang a stare in piedi per lunghe ore e l'hanno privata dell'uso del bagno. Quando la donna ha protestato e gridato: «Perché non mi permettete di usare il bagno?» le guardie l'hanno trascinata fuori, l'hanno legata a una sedia di metallo, le hanno tolto i calzini e glieli hanno infilati in bocca. Quando finalmente hanno rimosso i calzini, erano macchiati del suo sangue.
Temendo che potesse morire in custodia, le autorità hanno rilasciato Tang in libertà vigilata e hanno estorto 7.000 yuan (circa 1.000 euro) alla sua famiglia.
Molestie continue per la sua fede
Per i due decenni successivi Tang ha continuato a subire continue molestie per aver sostenuto la sua fede ed è stata arrestata altre volte: il 6 marzo 2004 per aver partecipato al funerale di un praticante; il 23 settembre 2005 durante una perquisizione della polizia, e di nuovo il 2 aprile 2006 per aver tenuto lezioni di pittura a casa sua.
Dopo l’arresto avvenuto nel settembre 2005 le guardie l'hanno incatenata a una sedia di metallo e hanno aperto la finestra per far entrare vento freddo e pioggia. La praticante ha tenuto uno sciopero della fame per protestare contro la persecuzione, ma è stata alimentata forzatamente e schiaffeggiata sul viso. Un detenuto le ha anche colpito la testa con la bacinella di metallo che veniva usata per l'alimentazione forzata. Per via del pestaggio la donna ha vomitato sangue.
Tang è stata arrestata altre due volte: il 26 febbraio 2010 e il 9 novembre 2018. È stata interrogata e picchiata entrambe le volte
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