(Minghui.org) Lo scorso 28 giugno una donna di 35 anni, residente ad Harbin nella provincia dell’Heilongjiang, è stata ammessa nella prigione femminile locale, dopo aver perso l'appello contro la condanna a due anni ed essere stata multata di 100.000 yuan (circa 12.810 euro) per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere fisico e spirituale che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.

Il 26 ottobre scorso i genitori di Wang Jian hanno ricevuto una telefonata dalla Divisione per l'esecuzione delle sentenze del tribunale della contea di Yilan, che li invitava a pagare la multa entro la fine del mese, altrimenti l’abitazione della figlia sarebbe stata sequestrata e venduta.

Gli anziani coniugi hanno dichiarato che, poiché la figlia non poteva permettersi di acquistare una casa, gliel’avevano comprata loro. L'interlocutore ha detto che non era compito del tribunale stabilire chi avesse finanziato l'acquisto. Ha sottolineato che siccome Wang era la proprietaria legale dell’immobile, il tribunale poteva imporre la vendita dell’abitazione per pagare la sentenza.

Il padre di Wang ha faticato a guadagnare denaro extra per effettuare i versamenti sul suo conto corrente in prigione. Le pressioni per pagare la multa del tribunale lo hanno ulteriormente messo sotto tensione.

Non è chiaro se i genitori di Wang siano riusciti a pagare la multa prima della fine di ottobre.

Arresto, sentenza e appello

L'11 luglio dell’anno scorso Wang, assistente alle comunicazioni dell'Ufficio ferroviario di Harbin, è stata arrestata mentre si recava al lavoro. Le sono stati confiscati il computer portatile, la stampante, i libri del Falun Gong e il telefono cellulare. Gli agenti che l'hanno arrestata provenivano dal Dipartimento di polizia ferroviaria, dall'Ufficio di sicurezza interna della Contea di Bin e dalla stazione di polizia di via Shengli.

Wang Chenglong, l’ufficiale della suddetta stazione di polizia incaricato del suo caso, ha rivelato che la stavano monitorando da molto tempo prima dell'arresto.

Wang è stata ammessa nel Centro di detenzione nº 2 della città di Harbin. Il suo arresto è stato approvato dalla procura della contea di Yilan. Il 26 agosto la polizia ha sottoposto il suo caso al procuratore e, il 26 settembre, è stata incriminata.

I suoi genitori hanno chiesto di farle da difensori non avvocati. Tuttavia, dopo aver presentato numerose richieste, la loro domanda non è stata approvata dal tribunale della contea di Yilan, inoltre non hanno avuto il permesso di farle visita nel centro di detenzione e quindi non hanno potuto ottenere le informazioni necessarie per difenderla al meglio.

Il tribunale della contea di Yilan ha fissato un'udienza per il 2 dicembre dell’anno scorso, ma l'ha annullata a causa di un focolaio locale di COVID-19. Il 6 marzo scorso, durante il processo, il giudice non ha permesso all'avvocato e ai genitori di menzionare le parole "Falun Gong".

Tre giorni dopo Wang è stata condannata a due anni di prigione e multata di 100.000 yuan. Il 18 aprile ha presentato ricorso in appello al tibunale intermedio della città di Harbin.

Il 25 maggio i genitori di Wang hanno ricevuto una mail dal tribunale intermedio, la quale li informava che la loro richiesta di tenere un'udienza aperta per il caso di appello della figlia era stata respinta e aveva deciso di confermare il verdetto originale.

Dopo il suo arresto nel luglio dell’anno scorso il datore di lavoro della donna le ha sospeso lo stipendio e ha smesso di versare i contributi per i suoi benefici (tra cui l'assicurazione collettiva e la pensione). Alla fine dello scorso mese di giugno i genitori hanno ricevuto l’avviso di licenziamento della figlia.

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