(Minghui.org) Virtù, rettitudine, correttezza, benevolenza e affidabilità sono valori tradizionali della vita. Di seguito riportiamo alcune storie esemplari su tali doti.
Virtù: “I comandamenti per le donne” di Ban Zhao
La virtù significa valori onorevoli e gentilezza. Secondo lo Shuowen Jiezi (Spiegazione dei caratteri semplici e analisi dei caratteri composti), il più antico e uno dei più importanti dizionari di caratteri dell’antica Cina, l’essenza della virtù comprende moralità, gentilezza, elevazione e benedizione.
Nello Zheng Yun (un altro antico dizionario compilato nella dinastia Ming con i caratteri disposti in base a un sistema di rime), si legge che la virtù consiste nell’essere gentili e retti, integri e puri.
Ban Zhao era una donna di grande talento nel periodo degli Han orientali (25-220 d.C.). Nacque in un’importante famiglia confuciana. Sia il padre, Ban Biao, che il fratello maggiore, Ban Gu, erano rinomati studiosi e storici. Ban Zhao era la sorella minore della famiglia, ed era stata sempre amorevole e premurosa. Si sposò all’età di 14 anni, ma il marito morì quando lei era ancora giovane. Non si risposò mai e dedicò la sua vita alla letteratura e all’educazione del figlio.
L’altro fratello, Ban Chao, servì lo Stato per molti anni come inviato nelle lontane regioni occidentali. Quando in età avanzata chiese alla corte di permettergli di tornare, Ban Zhao scrisse all’Imperatore per perorare la richiesta del fratello. Le sue parole accorate e sincere ebbero un forte impatto e il desiderio del fratello fu presto esaudito.
A causa di una lotta di potere interna alla corte, suo fratello Ban Gu fu imprigionato e morì prima di poter terminare il libro di storia Han Shu (Libro di Han). L’Imperatore incaricò allora Ban Zhao di completare il lavoro rimanente e l’Han Shu finito risultò essere uno dei libri di storia più conosciuto mai scritto e servì da modello per i futuri libri di storia dinastica in Cina.
Ban Zhao aveva un grande talento e un’alta moralità. Spesso l’Imperatore la chiamava al palazzo imperiale per istruire l’Imperatrice e le sue concubine e arricchire le loro conoscenze e carattere virtuoso.
In tarda età, Ban Zhao scrisse sette capitoli di Comandamenti per le donne per migliorare la virtù femminile. Riteneva che le donne dovessero considerare l’umiltà e l’autocontrollo come una dote e che dovessero gestire bene tutte le relazioni familiari nella casa del marito.
Ban Zhao propose anche requisiti specifici per la moralità, il linguaggio, l’aspetto e il cucito delle donne. Il libro divenne il testo di riferimento per l’educazione morale delle donne nell’antica Cina ed ebbe un profondo impatto sulla moralità femminile nella cultura tradizionale cinese.
Rettitudine: “Il sacrificio disinteressato di Diaochan nel rimuovere il tiranno Dong Zhuo”
Secondo la scrittura degli ossi oracolari, il carattere ‘yi’ (rettitudine) significava ‘buon auspicio’ per una guerra giusta, ed è stato successivamente esteso a significare i principi di moralità, etica e rettitudine. Nel “Rongzhai Suibi” (saggi altamente proclamati da Hong Mai nel periodo dei Song Meridionali) si legge: Agire rettamente è rettitudine e distinguersi nella condotta è rettitudine.
Di seguito riportiamo un breve resoconto di come Diaochan, una delle quattro bellezze dell’antica Cina, contribuì a liberarsi del crudele despota Dong Zhuo alla fine del periodo degli Han Orientali (25-220 d.C.).
Dong Zhuo era un signore della guerra e cancelliere tirannico della corte imperiale nell’ultimo periodo degli Han Orientali. Depose l’imperatore Shao e lo sostituì con il fratellastro (l’imperatore fantoccio Xian), bruciò il palazzo di Luoyang e trasferì la capitale a Chang’an per mantenere il controllo della corte imperiale. Uccise tutti coloro che si erano schierati contro di lui a favore della giustizia e la corte Han precipitò nel caos più totale.
Per salvare la corte Han, l’alto funzionario di corte Wang Yun affidò alla figlia adottiva Diaochan il compito di aiutare in un piano per sbarazzarsi di Dong Zhuo.
Diaochan era estremamente bella e talentuosa nel canto e nella danza, ma soprattutto aveva una mente retta e una forte volontà. Per salvare la corte Han, sopportò umiliazioni e sacrifici mostrando ‘affetto’ sia a Dong Zhuo che al figlio adottivo Lü Bu per seminare discordia tra i due. Alla fine Lü Bu uccise Dong Zhuo, ponendo fine al periodo buio della sua tirannia.
Da allora Diaochan è diventata l’incarnazione della giustizia e della saggezza e la sua storia è molto conosciuta ancora oggi.
Correttezza: Storia di Liang Hong e di sua moglie Meng Guang
Il termine ‘Li’ (correttezza) si riferiva originariamente al sacrificio rituale per adorare gli Dei nell’antica Cina. In seguito, i riti delle attività sacrificali iniziarono a indicare la correttezza nella gerarchia sociale, il codice di condotta e le norme morali. Ad esempio, nello Shiming si definisce ‘Li’ come correttezza di comportamento.
“Ju An Qi Mei” (tenere il vassoio all’altezza delle sopracciglia) è un noto idioma dell’antica Cina per indicare il corretto rispetto reciproco tra marito e moglie.
L’idioma si basa sulla storia di Liang Hong e di sua moglie Meng Guang nel periodo degli Han orientali (25-220 d.C.). Liang Hong, uno studioso molto istruito, e sua moglie Meng Guang, una donna di aspetto semplice e poco attraente, erano una nota coppia di eremiti. Avevano un’alta morale e prestavano grande attenzione all’etichetta nella loro vita quotidiana.
Quando erano ospitati presso una famiglia benestante, la coppia conduceva una vita molto semplice. A ogni pasto, Meng Guang serviva il marito tenendo il vassoio all’altezza delle sopracciglia per mostrare il suo rispetto. Liang Hong prendeva umilmente il vassoio con entrambe le mani per esprimere la sua gratitudine alla moglie prima di sedersi a tavola.
La gente di quella famiglia rimase molto colpita dalla loro condotta. La loro storia si diffuse rapidamente in lungo e in largo e fu riportata nella Storia degli Han successivi (Hou Han Shu).
Secondo il Libro dei Riti, la strada da seguire è quella del rispetto e dell’umiltà. Il rispetto manifesta la correttezza, che porta all’armonia.
Gli antichi saggi comprendevano l’importanza della correttezza e la osservavano nella loro condotta. Consideravano l’armonia come una priorità assoluta e credevano che la correttezza fosse un modo importante per andare d’accordo con gli altri nella vita.
Benevolenza: La sconfinata bontà dell’imperatrice Zhangsun
La benevolenza incarna la gentilezza e la considerazione per gli altri. Secondo lo Shuowen Jiezi, benevolenza significa essere gentili con gli altri. Nel Libro dei Riti Li Yun, si legge che la benevolenza è il fondamento della rettitudine e l’essenza dell’accondiscendenza. Chi osserva questi principi è rispettato.
L’imperatrice Zhangsun nacque da una famiglia aristocratica e durante l’infanzia ricevette un’educazione tradizionale. Era nota per la sua conoscenza, la sua gentilezza, la sua virtuosità, la sua rettitudine e la sua gentilezza. Quando era molto giovane, un indovino predisse che era in grado di sopportare il grande peso delle responsabilità, aveva virtù sconfinate e, se avesse lasciato andare le cose in modo naturale, avrebbe goduto di stima e onore incomparabili.
All’età di 13 anni sposò il 17 enne Li Shimin, secondo figlio del governatore di Taiyuan Li Yuan. Visse secondo un’etica femminile, prestando grande attenzione alle cure dei suoceri, del marito e all’educazione dei figli.
Quando Li Shimin combatteva sui campi di battaglia, Zhangsun viaggiava ovunque con l’esercito per prendersi cura del marito. Dopo che il marito salì al trono e divenne Imperatore, continuò a rispettare e a servire diligentemente il suocero, (l’ex Imperatore) filiale come una normale nuora.
L’imperatrice Zhangsun conduceva una vita semplice e frugale ed era molto benevola e di larghe vedute verso gli altri. L’armonia dell’harem permetteva all’Imperatore di concentrarsi completamente sulla gestione degli affari di Stato.
Quando l’Imperatore le chiedeva pareri sugli affari di Stato, lei si asteneva sempre, seguendo il principio tradizionale secondo cui l’harem non doveva interferire negli affari di Stato e si limitava a ricordare all’Imperatore di “essere pronto al pericolo in tempo di pace” e “nominare funzionari virtuosi e accettare saggi consigli”. Le sue parole e le sue azioni virtuose ottennero il grande rispetto dell’Imperatore e costituirono un esempio di buona moglie e grande Imperatrice.
L’affidabilità: La storia di Wang Baochuan
L’affidabilità, una delle cinque virtù tradizionali, significa essere sinceri e onesti, avere fiducia negli altri ed essere degni di fiducia.
Nello Shuowen Jiezi viene definita come onestà nelle azioni e nelle parole. Nello Zuo Zhuan (generalmente considerato un “capolavoro di grande narrazione storica”), si dice che agire in accordo con il proprio destino, come previsto, è considerato essere degni di fiducia.
Wang Baochuan, figlia di un primo ministro della dinastia Tang, scelse di sposare un uomo povero di nome Xue Pinggui gettandogli addosso il pallone da ricamo nel giorno in cui doveva trovare lo sposo.
Il padre, però, non sopportava la sua scelta e voleva costringerla a cambiare idea. Wang Baochuan credeva nel destino decretato dal Cielo e insistette per sposare il giovane che aveva scelto per il suo bel carattere. Alla fine, il padre la cacciò dalla famiglia.
Sebbene Wang Baochuan e il marito scelto vivessero in una caverna fredda e malandata, si amavano e vivevano insieme una vita felice. Per aiutare il marito a realizzare le sue aspirazioni nella vita, Wang Baochuan lo incoraggiò a entrare nell’esercito. Suo marito combatté in campi di battaglia lontani e fu premiato con grandi successi militari.
Per 18 anni, senza notizie del marito, Wang Baochuan continuò a vivere da sola nella stessa grotta, sopportando fame, freddo e solitudine. Tuttavia, ha mantenuto le sue parole e il suo amore per il marito, credendo fermamente che un giorno si sarebbero riuniti.
La sua fede incrollabile le permise di superare tutti quegli anni di solitudine e difficoltà. Alla fine, il marito tornò con onore e trascorsero insieme felicemente con grande gioia il resto della loro vita.
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Categoria: Cultura tradizionale