(Minghui.org)
Nome: Li Jianping
Nome cinese: 李建平
Genere: Maschio
Età: 61
Città: Nanjing
Provincia: Jiangsu
Occupazione: Proprietario di un'azienda
Data di morte: Metà aprile 2023
Data dell'ultimo arresto: Gennaio 2015
Luogo di detenzione più recente: Centro per il lavaggio del cervello
Il signor Li Jianping, praticante del Falun Gong nella città di Nanjing, nella provincia del Jiangsu, è stato arrestato più volte per aver sostenuto la sua fede, dopo che il Partito Comunista Cinese ha iniziato a perseguitare la pratica nel 1999. Quando non era in carcere, per un periodo di tempo è stato costretto a vivere in un luogo isolato per nascondersi dalla polizia. Una volta tornato a casa, ha dovuto affrontare le continue molestie degli agenti e ha vissuto nel timore di poter essere arrestato in qualsiasi momento.
Avendo sott'occhio la società privata di Li e le sue proprietà immobiliari, la polizia ha trovato ogni tipo di scusa per estorcergli denaro. Le molestie e le estorsioni gli hanno causato un enorme stress emotivo causandone la morte a metà dello scorso aprile. Aveva 61 anni.
Li non è stato l’unico della sua famiglia a essere vittima della persecuzione del Partito Comunista Cinese, che perdura da 24 anni. Sua madre, anche lei praticante del Falun Gong, è stata minacciata dalla polizia di non contattarlo, altrimenti entrambi avrebbero subito gravi conseguenze. L'anziana donna ottantenne è morta in difficoltà alla fine del 2017.
Due decenni di persecuzione
Il signor Li possedeva un'azienda a Nanchino e godeva di buoni affari. Un mese dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong nel 1996, il suo diabete è scomparso. Ha vissuto secondo i principi di Verità, Compassione e Tolleranza ed è diventato più onesto e premuroso nel gestire gli affari. A casa, era un figlio devoto, un marito premuroso e un padre gentile di due bambini.
Il 20 luglio 1999, giorno in cui è iniziata la persecuzione, Li e molti praticanti del Falun Gong locali si sono recati al governo provinciale di Nanchino per chiedere il diritto di praticare il Falun Gong. La polizia antisommossa è stata inviata per sgomberare la folla. Li è stato arrestato e portato in una scuola. La polizia lo ha schiaffeggiato, facendogli sanguinare il naso e la bocca. Il suo volto si è gonfiato, i suoi vestiti sono stati strappati e il suo corpo è stato ricoperto di lividi.
Poco tempo dopo, mentre partecipava a un raduno di praticanti, è stato nuovamente arrestato e la sua abitazione è stata saccheggiata. È riuscito a fuggire, ma è stato costretto a vivere lontano da casa per nascondersi dalla polizia.
Nell'ottobre 2000 Li si è recato a Pechino per presentare appello, ma è stato nuovamente arrestato e riportato a Nanchino. Prima di essere rilasciato, è stato quasi torturato a morte nel centro di detenzione del distretto di Qinhuai. La polizia locale lo ha spesso molestato, ha fatto irruzione nella sua casa e gli ha estorto denaro. Alcuni agenti hanno minacciato persino di sequestrare una sua proprietà immobiliare, se avesse continuato a praticare il Falun Gong. Li è stato costretto a nascondersi di nuovo per evitare le molestie.
Cinque agenti, guidati da Xiao Ningjian, capo dell'Ufficio 610 di Nanjing, hanno fatto irruzione nella sua casa a ottobre 2012 e hanno ordinato alla sua famiglia di rivelare dove si trovava. I familiari si sono rifiutati di obbedire. Xiao ha poi affermato che se Li fosse tornato, avesse partecipato a una sessione di lavaggio del cervello per alcuni giorni e avesse scritto una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong, avrebbe potuto trascorrere il nuovo anno con la sua famiglia. La famiglia si è comunque rifiutata di dirgli dove si trovava l’uomo.
Per i tre mesi successivi, la polizia è andata costantemente a molestare la famiglia, a volte rimanendo fuori dalla loro casa per tutta la notte, alla ricerca di Li. La polizia ha anche controllato i registri finanziari della sua società e ha raccolto informazioni sulle proprietà che possedeva. La madre ottantenne, la moglie e i figli hanno vissuto sotto una tremenda pressione mentale e paura.
Li è stato arrestato il 27 febbraio 2013, dopo essere stato visto leggere libri del Falun Gong su un treno da Nanchino alla città di Guangzhou, nella provincia del Guangdong. È stato riportato a Nanchino e trattenuto nel centro di detenzione di Qinhuai. Quando sua madre vi si è recata per fargli visita, è rimasta sconvolta nel vedere che suo figlio era quasi irriconoscibile a causa delle torture subite.
Li è stato arrestato un'altra volta nel giugno 2013 mentre prendeva il treno. Questa volta la polizia ha negato le visite alla sua famiglia. Nonostante stesse lottando contro un grave diabete, la polizia continuava a dire alla moglie e alla figlia che stava bene e che il suo livello di zucchero nel sangue era normale. Solo quando era in condizioni critiche, la polizia ha comunicato alla sua famiglia di portarlo a casa, a condizione che non mantenesse alcun contatto con altri praticanti del Falun Gong, compresa sua madre. Se fosse stato sorpreso in contatto con loro, la polizia avrebbe confiscato i suoi beni.
Non molto tempo dopo il ritorno a casa, il 19 novembre 2013 Li è stato nuovamente arrestato. I suoi due computer e i libri del Falun Gong sono stati confiscati ed è stato trattenuto per un mese nel centro di detenzione di Qinhuai.
Il 19 marzo 2014 la polizia ha fatto irruzione nel suo ufficio e successivamente nella sua abitazione. Poi gli agenti sono andati a casa di sua madre e l’hanno accusata di essere uscita per parlare del Falun Gong alla gente, sottolineando che non le era permesso contattare il figlio o altri praticanti, altrimenti l’avrebbero arrestata. Sopraffatta dal disagio mentale l’anziana donna è morta tre anni dopo.
Li è stato nuovamente arrestato il 19 novembre 2014. A causa delle torture subite durante la detenzione, è svenuto ed è stato portato in ospedale per essere rianimato. Mentre si stava ancora riprendendo, la polizia lo ha sequestrato di nuovo nel gennaio 2015 e tenuto in un centro per il lavaggio del cervello per un mese.
Nel giugno 2015 Li ha presentato una denuncia penale alla Procura suprema del popolo e al Tribunale supremo del popolo contro Jiang Zemin per aver dato inizio alla persecuzione del Falun Gong. Ad agosto la polizia ha iniziato a perseguitarlo e a monitorare le sue attività quotidiane. Anche il suo computer è stato violato e monitorato. Giorni dopo la polizia ha saccheggiato la sua casa quando non c'era nessuno, confiscando il suo computer e i libri del Falun Gong. Quando si è recato alla stazione di polizia per chiedere la restituzione degli oggetti sequestrati, la polizia ha affermato che il suo crimine era così grave che avrebbe potuto essere condannato a morte.
Dalla fine del 2019 la polizia ha intensificato la sorveglianza dell’uomo. Insieme ai membri dello staff del comitato residenziale, ha persino iniziato a giocare a mahjong (un gioco d'azzardo) a casa sua e lo ha costretto a giocare con loro, per estorcergli denaro.
L’ufficiale capo lo ha minacciato: "È meglio che tu sia scaltro. Pensi che siamo qui per giocare con te? Lascia che ti dica che i testardi come te, possiamo ucciderli in qualsiasi momento e prelevare loro il cuore e il fegato. Dì a tua moglie che se smettiamo di venire a casa sua, dovrà venire lei a casa mia. Temo che, in questo caso, non riuscirai più a trovarla. Nessuno ti aiuterà. Puoi anche dirlo ai tuoi figli. Con noi che veniamo qui, potrai mantenere la tua compagnia e le tue proprietà. La tua famiglia potrà anche passare del tempo insieme. Che bello!".
Informazioni di contatto dei perpetratori:
Xu Jinhui (徐锦辉), segretario del Comitato per gli affari politici e legali di Nanchino
Chang Heping (常和平), capo del dipartimento di polizia di Nanchino
Gao Honghua (高洪华), capo dell'Ufficio per la sicurezza interna di Nanchino: +86-25-86015780, +86-25-84420854
Wang Xiaomin (王筱敏), capo dell'Ufficio 610 di Nanjing
(Altre informazioni sui contatti dei perpetratori sono disponibili nell'articolo originale in cinese).
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